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WWF
LAV
CACCIA ALLA LEPRE “DOC” DELLA SICILIA
Una specie, la Lepus corsicanus, quasi esclusiva dell’isola,
inserita per decreto tra le specie cacciabili
Roma, 4 luglio 2003 - WWF e LAV denunciano un gravissimo attacco alla fauna nostrana: secondo un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da oggi è possibile cacciare la
Lepus corsicanus, una specie di lepre quasi del tutto esclusiva della Sicilia, a parte qualche piccolo gruppo sparuto dell’Italia meridionale.
Questa specie è particolarmente importante perché riconosciuta pochi mesi fa dallo stesso Istituto per la Fauna Selvatica, come specie a se stante, rispetto a quella del resto d’Italia, (lepre europea), dunque una specie “Doc” tutta italiana.
Prima ancora di censire la popolazione siciliana di lepre e sviluppare una strategia per la sua tutela lo Stato ha deciso di inserirla tra le specie cacciabili per poterla abbattere tra neppure due mesi quando si aprirà la stagione venatoria. Un fatto reso ancora più grave poiché è la prima volta che questo strumento straordinario, il DPCM, viene usato per estendere la caccia ad altre specie: i pochissimi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri emanati fino ad oggi (il primo risale agli anni ’80 a firma Spadolini), sono sempre serviti per “salvare” le specie dalla caccia inserendole tra le specie protette.
Un segnale negativo per gli animali protetti di casa nostra che preoccupa molto WWF e
LAV, soprattutto alla luce di quanto accaduto oggi presso la Corte Costituzionale, che ha ribadito per la seconda volta in sei mesi, che spetta proprio allo Stato la competenza esclusiva per la tutela della fauna selvatica. Lo Stato, dunque, dovrebbe essere da un lato il garante assoluto della tutela del nostro patrimonio naturale, ma è ovvia, dall’altro, la tendenza alla deregulation e all’abbassamento delle forme di tutela venatoria : al momento esistono ben nove proposte di legge che vanno dalla depenalizzazione dei reati venatori all’ampliamento della stagione venatoria. Ora, ultimo passo che conferma questo trend consolidato, si approva l’apertura della caccia ad una specie finora protetta ed esclusiva di una regione senza aver prima consentito alcuno studio sull’effettiva consistenza della popolazione.
WWF e LAV, allora, si chiedono : chi è il garante, in Italia, della difesa della fauna sino ad oggi protetta? E su quali basi scientifiche fondiamo le nostre scelte e le nostre decisioni?
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