Anno 2 Numero 48 Mercoledì 05.03.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati
 

 

 

PONTE SULLO STRETTO ITALIA NOSTRA, WWF E LEGAMBIENTE: "VILLA SAN GIOVANNI 'AZZOPPA' IL PONTE"

Mentre l'opera resta un "esperimento" da ingegneri sulla pelle di siciliani e calabresi
Il Comune di Villa San Giovanni, che dovrebbe ospitare una 'gamba' del ponte, chiede formalmente l’interruzione e la sospensione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sul Ponte di Messina. Pochi giorni fa, infatti, il Consiglio Comunale ha fatto proprie le osservazioni già presentate da Italia Nostra, WWF e Legambiente e, all’unanimità, ne ha deliberato la formalizzazione al Ministero dell’Ambiente. gli elementi di preoccupazione contenuti nelle osservazioni del comune calabrese ricalcano le stesse presentate dalle 3 associazioni: l'impatto ambientale della struttura che al momento non è adeguatamente studiato per quanto riguarda gli aspetti paesistici, idrici, ecc; l'impatto socioeconomico sulla realtà locale; gli aspetti economici, finanziari e trasportistici.
"Villa San Giovanni, infatti, sarebbe letteralmente devastata dai lavori per il Ponte e la superficialità del progetto presentato dalla società Stretto di Messina moltiplica i timori degli amministratori locali e degli abitanti del comune calabrese" - hanno dichiarato I presidenti di Legambiente, Italia Nostra e WWF. 
Ma l’allarme di Villa San Giovanni rischia di non fare notizia, travolto dalla propaganda che macina convegni sull'opera, tutti rigorosamente pagati dal contribuente e inneggianti all’alto simbolismo dell’audace opera. Una tappa della marcia trionfale sullo Stretto di Messina si celebra oggi, alla presenza del Ministro Lunardi, chiamato dagli ingegneri dell’Università di Roma La Sapienza ad esprimersi sui “Materiali per i grandi ponti del 21esimo secolo”.
"Il Ponte sullo Stretto, purtroppo, resta un faraonico esperimento da ingegneri fatto sulla pelle di siciliani e calabresi - hanno continuato le Associazioni - Infatti il Ministro delle Infrastrutture non potrà dire con quali materiali il ponte di 3.300 metri resterà sicuramente in piedi, visto che non esiste al mondo ponte a campata unica superiore a 1.600 metri e i ponti con doppio impalcato (strada e ferrovia) raggiungono al massimo i 400 metri. E non potrà rassicurare gli investitori potenziali che la faglia 53, sulla quale poggerebbe il ponte, non darà problemi sismici fino a quando non avranno recuperato fino all’ultimo euro. Né che l’eventuale sisma si limiterà a magnitudo inferiori ai 7,2 gradi Richter, il massimo garantito dal progetto, non essendo rari gli episodi più violenti".
Quello strutturale rimane, comunque, solo uno dei problemi di quest'opera: la società sullo Stretto di Messina, se anche modificasse il progetto dal punto di vista strutturale, lascerebbe irrisolti i problemi di impatto ambientale, di penetrazione criminale e di spreco economico, aggravando le condizioni di milioni di persone in Calabria e Sicilia.

 

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