Anno 2 Numero 69 Mercoledì 30.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Dune in estinzione

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Le dune si formano attraverso un processo molto lento che inizia con l’azione del vento il quale trasporta le particelle di sabbia che, una volta depositate, vengono stabilizzate dal fitto intreccio delle radici sottili e ramificate di alcune piante erbacee.
La duna è un ambiente molto delicato, il calpestio eccessivo provoca lo scalzamento della sabbia e il conseguente deperimento della vegetazione caratteristica della duna.
Le piante sono fondamentali per la vita delle dune perché senza copertura vegetale scomparirebbe volatilizzata dal vento; alcune piante sono oltretutto rare e protette. Per di più, le piante costituiscono un ostacolo formidabile all’erosione dei litorali e non a caso le spiagge più erose sono quelle dove le costruzioni e la cementificazione hanno rimpiazzato i cordoni dunali.
Le dune sulle spiagge italiane ormai stanno scomparendo. Possiamo citare ad esempio le dune di Calambrone in Toscana, di grande valore naturalistico, che si trovano su tre chilometri di costa fra Tirrenia e Livorno e rischiano di essere quasi completamente privatizzati e le dune spianate per far posto a piscine, parcheggi, bagni privati e discoteche.
Stesso discorso vale per le ex Colonie di Calambrone che sono in via di ristrutturazione e che se non si interviene, diventeranno costosissimi mini appartamenti per vacanze e alberghi.
Sulla spiaggia, per ora libera, molti pisani da sempre passeggiano e prendono il sole ma già a Tirrenia le dune sono state distrutte ed è stata cementificata la pineta e attaccata un’oasi del WWF.
Il Consiglio Comunale di Pisa ha approvato un Regolamento degli Arenili che destina solo il 10% dell’intera lunghezza delle spiagge alla fruizione pubblica. Per Calambrone questo significa che rimarrebbero in totale circa 300 metri di spiaggia pubblica, per di più divisi in tanti pezzi, si tratterebbe quindi di tratti privi di significato.
Anche sul litorale adriatico la situazione non è tanto diversa. Pensate che negli anni successivi al dopoguerra esistevano 1.230 chilometri di dune mentre adesso, mezzo secolo dopo, ne sono rimasti circa 120 km ossia meno del 10 %.
Negli ultimi anni alcune amministrazioni illuminate hanno avviato interventi di conservazione e restauro delle dune come nel Parco Nazionale del Circeo, nella tenuta Presidenziale di Castel Porziano e sulla laguna di Venezia. Tutte le zone dunali rimaste in Italia andrebbero protette e destinate dove è possibile a percorsi pedonali naturalistici, che possano consentire a tutti il libero accesso al mare.

A cura di Serena Giannattasio


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