|
COSTE ITALIANE: L’ALLARME VIENE
DALL’OSSERVATORIO BIODIVERSITA’ DELLA LIPU
www.lipu.it
24 parchi, 54 riserve, 9 zone umide di importanza internazionale. Le coste italiane rappresentano ancora oggi un patrimonio di biodiversità meritevole di studio e di tutela. Ma anche gli ultimi residui lembi di costa sopravvissuti alla distruzione negli ultimi decenni sono a rischio di cementificazione, come nel caso emblematico della costa ionica lucana, minacciata da alcune multinazionali del turismo. A questo patrimonio costiero e ai rischi che esse corre la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) dedica il volume “Le coste italiane”, primo appuntamento della nuova collana “Osservatorio della biodiversità” che a partire da quest’anno tratterà dei principali temi interenti la conservazione della natura.
In quasi 300 pagine oltre 40 tra giuristi, ornitologi, naturalisti, intellettuali e studiosi dell’ambiente descrivono le caratteristiche ambientali e culturali delle coste italiane, le minacce che vi incombono e i progetti volti a difendere gli ultimi lembi rimasti ancora intatti.
AMBIENTI E SPECIE DELLE COSTE ITALIANE - Nel primo capitolo gli autori, noti esperti di natura e ornitologia, descrivono le caratteristiche degli habitat costieri, della flora e della fauna, con una particolare attenzione agli uccelli. La presenza abbondante di isole, spiagge, dune, falesie e promontori fa delle nostre coste un luogo ideale di riproduzione e di sosta per molte specie, nonostante i gravi problemi di inquinamento, pesca industriale, pressione antropica, caccia e bracconaggio.
I RISCHI E LE MINACCE - Il secondo capitolo ospita i temi inerenti i rischi e le minacce che incombono sulle coste: urbanizzazione e turismo irresponsabile; abusivismo e condoni, con cenni alle tragiche vicende del Villaggio Coppola nel Comune di Castelvolturno (Caserta), di Punta Perotti a Bari, di Punta Cardinalino a Palau (in Sardegna), della costa laziale tra Terracina e Sperlonga; la devastazione del litorale domitio tra Pozzuoli e il Garigliano; il bracconaggio sul litorale dominio; le minacce al patrimonio naturalistico della Baia di Sistiana (TS); le coste della Sicilia sudorientale; le fonti dell’inquinamento marino; il passaggio di petroliere nel Mediterraneo.
SALVARE LA COSTA - Il terzo capitolo si apre con un lungo saggio di Gianni Palumbo sulla battaglia (anche LIPU) in difesa della costa ionica lucana, il più vasto lembo incontaminato rimasto nel nostro Paese e oggi minacciato da alcuni progetti di strutture turistiche che rischiano di danneggiarlo in modo definitivo. Valori, quelli della costa ionica lucana, riconosciuti anche dalla Rete Natura dell’Unione europea, con 5 siti di importanza comunitaria (Direttiva “Habitat”) e una Zona di protezione speciale (Direttiva “Uccelli”). Da segnalare in questo capitolo l’appello per la salvaguardia del Mare Mediterraneo di Pedrag Matvejevic (in esclusiva) e alcuni esempi di salvaguardia della costa: il progetto “senza cemento”, che si propone di riqualificare il litorale di Pellaro (RC), la difesa vittoriosa del pianoro di Serra Cicora (LE), il rilancio dell’Oasi LIPU di Ca’ Roman (laguna di Venezia). E poi gli altri contributi: turismo responsabile, impronta ecologica, birdwatching.
I VALORI DELLA COSTA – Il volume si chiude con “La linea sottile della costa”, dedicato ai valori, alla storia, ai significati culturali e sociali delle coste italiane, con i contributi di Giorgio Nebbia, storico padre dell’ambientalismo, Fabio Cassola, che fornisce un’analisi storica dell’assedio alle coste, Danilo Selvaggi (che ci parla della teoria della “tela bianca” di Paul Hawken), Carlo Ripa di Meana (su Arbus, in Sardegna), Paolo Cacciari (Venezia e il Mose), Marco Lambertini (l’arcipelago toscano).
SCHEDA
Editore: LIPU - Collana: Osservatorio della Biodiversità
Titolo: Le coste italiane - Pagine: 239 - Prezzo: 10 Euro
|
|