Anno 2 Numero 61 Mercoledì 04.06.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

BIRDSTRIKE: PER RISOLVERLO SERVE 
UNA STRATEGIA INTEGRATA. LA FALCONERIA E’ SOLO FOLCLORE


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<<Non esiste un metodo unico, e ovunque efficace, per risolvere il problema della presenza di uccelli negli aeroporti, così come nelle città. Chi pretende questo non ha capito nulla sul come affrontare questo problema>>. 
Marco Dinetti, Responsabile Ecologia Urbana della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), non ha dubbi nel condannare la superficialità con la quale in questi giorni sui media nazionali alcune persone presentano la soluzione dei falchi come la panacea del “male” birdstrike presente negli aeroporti italiani. 

<<Per rispondere a quanti credono – prosegue Dinetti – che la falconeria sia la “risposta magica” al problema, ci si è mai chiesti perchè si continui a promuovere convegni scientifici in tutto il mondo sul birdstrike se la soluzione esiste già? In realtà ci si basa su aspetti emotivi e folcloristici: l’uso della falconeria ha mostrato ben presto numerose controindicazioni che hanno portato ad abbandonare questo approccio in favore di altri di più ampio respiro, come l’eliminazione delle discariche, che offrono cibo agli uccelli, l’uso di sistemi deterrenti ad azione acustica e ottica di vari tipi, il monitoraggio degli uccelli e l’analisi delle circostanze che pongono uccelli e aerei sulla stessa rotta. Tutto ciò è quanto anche formulato dai piani d’azione del Bird Strike Commitee previsti da una disposizione dell’ENAC>>.

Ma anche altri autorevoli organismi tecnici hanno espresso una posizione critica sull’uso della falconeria negli aeroporti. Un primo esempio è il manuale tecnico dell’International Civil Aviation Organization (ICAO) Airport Services Manual (Doc 9137-AN/898) – Part 3 Bird Control and Reduction – punto 8.9.2, che afferma: “la falconeria è altamente costosa a causa della pianificazione e delle strategie richieste. In alcuni Stati la falconeria è vietata quale tecnica di controllo degli uccelli, perché i rapaci sono minacciati di estinzione ed è complesso riprodurli in cattività”. Una tesi del tutto simile è presentata dal German Bird Strike Committee (DAVVL), che sconsiglia la falconeria negli aeroporti tedeschi e aggiunge, rispetto a quanto afferma l’ICAO, che “i mezzi convenzionali sono molto più validi per operare, meno costosi e danno risultati migliori”.

<<Se proprio si vuole usare un predatore – conclude Dinetti – per allontanare gli uccelli dall’aeroporto si può ricorrere ad alcune razze di cane, tra cui il Border Collie, prive di problemi conservazionistici. Inoltre riteniamo che l’uso di rapaci minaccerebbe la loro sopravvivenza in natura, in quanto parliamo di specie in pericolo. Anche la riproduzione in cattività troppe volte ha mascherato traffici illeciti e altrettanto illegali prelievi. Riteniamo che nel terzo millennio la falconeria non sarebbe né educativa né tecnicamente ed ecologicamente auspicabile, e crediamo che i rapaci siano nati per volare liberi, e non per stare sul pugno e nelle gabbie dei falconieri>>.


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