Anno 2 Numero 58 Mercoledì 14.05.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

NO ALL’INCENERITORE DI ACERRA! LE PROPOSTE DI GREENPEACE PER RISOLVERE LA CRISI DEI RIFIUTI

www.greenpeace.it

Greenpeace: “Vogliono risolvere l'emergenza con la costruzione di uno o due inceneritori, di cui uno ad Acerra con una capacità tale da diventare fra gli impianti più grandi in Europa, ma così mettono a rischio la salute pubblica, senza preoccuparsi di gestire i rifiuti facendo partire come si deve la raccolta differenziata” spiega Vittoria Polidori, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace. Si vuole risolvere, inoltre, una situazione d’emergenza con la realizzazione di un impianto che richiederebbe comunque 4 o 5 anni per entrare in funzione. “Nel napoletano la raccolta differenziata è, secondo l’ultimo Rapporto nazionale sui rifiuti, attorno all’1.8 %, una percentuale irrisoria- spiega Polidori mentre questa è la strada da percorrere, insieme a quella della riduzione dei rifiuti a monte. Non lo diciamo noi, lo dice l’Unione Europea. Se si parte dall’inceneritore si ignora totalmente quella che è la gerarchia degli interventi da mettere in atto”. Gli inceneritori sono impianti il cui corretto funzionamento può avvenire solo se in grado di operare continuamente con un flusso continuo di combustibile, cioè, di rifiuti. Questo significa che, una volta costruiti, non si potrà più ridurre la quantità prodotta o riciclata, in quanto ciò significherebbe dovere importare rifiuti, come già accade in Germania, o eliminare la raccolta differenziata, come accaduto ad Amsterdam per la materia organica ora diretta alla combustione. Secondo Greenpeace, nemmeno le migliori tecnologie sono in grado di azzerare le emissioni in atmosfera, come diossine, furani, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), esaclorobenzene (HCB) e policlorobifenili (PCB). Salvaguardati i principi di riduzione, riuso e riciclo, i rifiuti potrebbero poi essere trattati, secondo Greenpeace, con il sistema di Trattamento biologico meccanico, sviluppato con successo in Germania. Meccanicamente si estrae, attraverso setacci, magneti e correnti d’aria, la parte ancora riciclabile, mentre con la digestione aerobica si può stabilizzare la frazione organica rimanente, senza produzione di gas tossici, come avverrebbe depositando questi rifiuti in discarica.


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