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BALENE A RISCHIO: GREENPEACE SPERA NEI GOVERNI RIUNITI A BERLINO
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Berlino, 16 giugno 2003- Attivisti di Greenpeace hanno scalato ieri la Torre della televisione, a Berlino, appendendo a 365 metri d’altezza una balena gonfiabile gigante e lo striscione “IWC agisci ora!”. Inizia oggi a Berlino, infatti, la 55° riunione della Commissione Baleniera Internazionale (IWC), dalla quale ci si aspetta una svolta importante: l’organismo, nato nel dopoguerra per tutelare gli interessi delle nazioni baleniere, potrebbe trasformarsi definitivamente in un organismo conservazionista.
19 Paesi, tra cui l’Italia e San Marino, hanno già firmato un documento comune per riformare la Commissione nella direzione della conservazione e non dello sfruttamento dei cetacei, chiamato “Berlin Initiative” . La mozione ha il sostegno di 47 organizzazioni internazionali, tra cui Greenpeace, che sarà presente, come ogni anno, in veste di osservatore.
“Il futuro della balene dipende dal voto di quest’assemblea- spiega Domitilla Senni, direttore di Greenpeace, che si trova a Berlino per seguire i lavori dell’Iwcabbiamo bisogno ora del sostegno della maggioranza dei Paesi della Commissione perché la proposta di riforma passi. Vitali sono i voti di Svizzera, Cina, Russia e Nicaragua. Quest’ultimo paese sembra però che segua le nazioni baleniere che cercano di bloccare ogni iniziativa di conservazione”
Greenpeace denuncia come il Giappone sia riuscito a ottenere il sostegno di 7 paesi in via di sviluppo (Benin, Gabon, Guinea, Mongolia, Marocco, Palau e Panama) attraverso la concessione di aiuti alla pesca nel corso degli ultimi tre anni.
“In nome della scienza”, lo scorso anno, Norvegia e Giappone hanno cacciato 1.318 balenottere e continuano a sostenere che tanto la specie non è in pericolo. Secondo questi paesi nuoterebbero nei nostri oceani ancora 760.000 balenottere, nonostante la Commissione Baleniera ritenga che la cifra vada dimezzata e che comunque non esista un censimento aggiornato.
Se la Commissione baleniera non interverrà il futuro di specie come la balena franca boreale o la focena del Messico è a rischio. Della balena franca rimangono nel Pacifico settentrionale solo 100 esemplari, di cui non più di 14 sono femmine in grado di riprodursi. A metterle in pericolo sono le piattaforme petrolifere dell’isola di Sakhalin, a nord del Giappone.
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