Anno 2 Numero 64 Mercoledì 25.06.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

CORPO FORESTALE DELLO STATO
Coordinamento Regionale per la Liguria
Servizio Certificazione C.I.T.E.S. Periferico
GENOVA

LIBERAZIONE DI TARTARUGHE MARINE PROTETTE DALLA CONVENZIONE DI WASHINGTON AL LARGO DEL PROMONTORIO DI PORTOFINO 


www.acquariodigenova.it

Genova, 20 giugno 2003. Nella giornata di oggi sono stati rilasciati due esemplari di tartaruga Caretta caretta precedentemente ricoverati e curati presso l’Acquario di Genova. I tempi e le modalità dell’operazione sono stati decisi all’unisono dal Corpo Forestale dello Stato, dalla Capitaneria di Porto e dall’Acquario di Genova.

E’ l’ultimo atto di una storia che inizia nei mesi scorsi con il ritrovamento degli esemplari in condizioni di salute critiche e la consegna all’ente competente, Corpo Forestale dello Stato-Ufficio CITES.
Uno dei due esemplari è stato ritrovato all’inizio di giugno da una motovedetta dell’Arma dei Carabinieri di Vado Ligure: galleggiava a pelo d’acqua e presentava una ferita sul piastrone. La consegna all’Acquario ha permesso di appurare che la ferita era già in via di guarigione e che pertanto era possibile procedere alla sua liberazione in mare.

Il secondo esemplare, invece, è stato recuperato a metà maggio dalla Capitaneria di Porto di Alassio (SV) in una pozza di petrolio, probabilmente riversata da una petroliera che ha illegalmente pulito in mare i propri serbatoi. L’animale è stato immediatamente ripulito e poi trasportato all’Acquario di Genova.

Entrambi gli animali, rispondendo positivamente alle cure prestate, sono stati ritenuti pronti per il loro ritorno al mare. A bordo di una motovedetta della Capitaneria di Porto quindi le due tartarughe sono state portate al largo del Promontorio di Portofino per la loro liberazione, dopo essere state marcate con apposite targhette di riconoscimento.

Le acque al largo del Promontorio di Portofino, essendo area marina protetta, risultano le più idonee per la liberazione di questi animali, in quanto meno trafficate da imbarcazioni da diporto. Le tartarughe, al momento della liberazione, si presentano un po’ frastornate e impiegano un certo tempo per immergersi. È importante sapere che questi animali hanno l’abitudine di sostare a pelo d’acqua, e questo non vuol dire che siano ferite o in difficoltà. Solo se si individuano sacchetti di plastica o lenze da pesca che fuoriescono dalla bocca è fondamentale la segnalazione alle competenti autorità ed è possibile prelevarle recapitandole alle seguenti strutture: Capitaneria di Porto (tel. 1530), Corpo Forestale dello Stato (tel. 1515 o 800807047) e Acquario di Genova (tel. 01023451).

Tutte le tartarughe marine sono tutelate dalla Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.) (La C.I.T.E.S. è la convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione), la cui applicazione è affidata al Corpo Forestale dello Stato. Ogni volta che una tartaruga viene soccorsa, la cosa migliore da fare è informarne subito le autorità competenti (Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto) che stabiliranno a quale istituto affidarla per le eventuali cure.

La Caretta caretta, specie tipica delle regioni temperate, si nutre di pesci e di invertebrati. Vive in mare aperto, ma ritorna alla terraferma per il fondamentale e delicato momento della deposizione delle uova. Nel periodo della deposizione predilige spiagge in prossimità di coste rocciose, con fondali sufficientemente sicuri e ricchi di risorse alimentari.

 

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