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Anno 2 Numero 65 Mercoledì 02.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Seveso, 10 luglio 1976 

 

di Paola Franz

 

Il 10 luglio del 1976 a Seveso, provincia di Milano, dallo stabilimento industriale Icmesa, a seguito di un aumento di pressione durante la produzione di triclorofenolo, utilizzato per la produzione di diserbanti, battericidi e cosmetici, una valvola cedette e fuoriuscì una nube contenente triclorofenolo, glicol etilenico, soda e diossina, quest'ultima nella sua forma più pericolosa tra quelle prodotte (2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina - TCDD). Alte concentrazioni del composto chimico intossicarono migliaia di persone. Pochi giorni dopo la fuoriuscita della nube ci furono i primi casi di ustioni sulla pelle, moria di conigli, anche le foglie degli alberi avvizzirono, iniziarono i primi ricoveri in ospedale e il sindaco vietò il consumo degli ortaggi. Due settimane dopo l'incidente la zona venne sgombrata, erano contaminate anche le abitazioni. 
Le diossine sono sostanze di scarto di molti processi industriali legati al cloro e ai suoi derivati, vengono emesse diossine dagli impianti di incenerimento dei rifiuti e nella produzione dei precursori del PVC. Queste sostanze velenose cominciano a formarsi a temperature superiori ai 156 gradi, più la temperatura raggiunge valori alti maggiore è la quantità di diossina sprigionata, a Seveso la temperatura arrivò a 300 gradi.

Le diossine sono presenti in tutto il mondo, arrivano a grandi distanze trasportate soprattutto dalle correnti atmosferiche e in parte anche dalle correnti marine e dai fiumi. Le diossine hanno tempi di degradazione molto lunghi, sono necessari decenni o secoli. Generalmente il veicolo di contaminazione per l'uomo avviene tramite l'assunzione di cibo, soprattutto carne, pesce e latticini. In casi come quello di Seveso, in cui le concentrazioni erano molto elevate, i danni sono incisivi. In questi anni si è visto che vi è stato un aumento di alcuni tipi di tumore: del sistema linfatico, di quello emopoietico, dell'apparato respiratorio e di quello digerente. Inoltre queste sostanze possono ridurre l'indice di fertilità e le difese immunitarie. Le ricerche hanno dimostrato che gli embrioni e i feti di pesci, uccelli e mammiferi, compreso l'uomo, sono estremamente sensibili alle diossine, gli effetti possono essere drammatici: mortalità prenatale, riduzione della crescita, danni al sistema nervoso centrale, disfunzioni funzionali (anche legate al sistema riproduttivo maschile). I rischi per la nostra salute aumentano se si tiene conto che la presenza simultanea delle diossine con altri composti chimici (per esempio i bifenili policlorurati) possono provocare effetti di accumulo nell'organismo o potrebbero perfino avere effetti sinergici rispetto a quelli provocati dai singoli elementi. 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1997 ha inserito la diossina tra i prodotti chimici considerati altamente cancerogeni. 

Il drammatico incidente di Seveso è rimasto l'emblema e il riferimento legislativo per l'Europa relativamente ai rischi connessi agli incidenti e agli insediamenti industriali. La Comunità Europea, nel 1982, ha emanato una serie di regole sulla prevenzione degli incidenti industriali, la "Direttiva Seveso" (82/501/CEE 24.06.1982). Con la Direttiva Seveso II, votata il 19 giugno scorso, il Parlamento Europeo intende migliorare la prevenzione dei rischi di incidente industriale. I parlamentari hanno approvato la relazione di Giorgio Lisi (PPE/DE, I), in cui vengono chieste misure più severe per prevenire i rischi d’incidente industriale, insistono affinché questa direttiva includa anche tutte le forme di sfruttamento minerario e l'utilizzo di nitrato di potassio, vogliono che la direttiva copra tutti i tipi di trattamento che comportano l’uso di sostanze pericolose. Gli eurodeputati intendono migliorare la formazione dei lavoratori affinché questi siano in grado di affrontare situazioni di emergenza, essi hanno invitato la Commissione Europea e tutti gli Stati membri a programmare, nei tre anni successivi all’adozione della direttiva, l'elaborazione di una banca dati relativa ai rischi e agli scenari d'incidente. Hanno proposto, inoltre, un emendamento sulla creazione di una mappa delle zone a rischio.

 

 


 

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