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di
Paola Franz
Il
10 luglio del 1976 a Seveso, provincia di Milano, dallo stabilimento
industriale Icmesa, a seguito
di un aumento di pressione durante la produzione di triclorofenolo,
utilizzato per la produzione di diserbanti, battericidi e cosmetici, una
valvola cedette e fuoriuscì una nube contenente
triclorofenolo, glicol etilenico, soda e diossina, quest'ultima
nella sua forma più
pericolosa tra quelle prodotte (2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina - TCDD). Alte concentrazioni del composto
chimico intossicarono migliaia di persone. Pochi giorni dopo la
fuoriuscita della nube ci furono i primi casi di ustioni sulla
pelle, moria di conigli, anche le foglie degli alberi avvizzirono,
iniziarono i primi ricoveri in ospedale e il sindaco vietò il
consumo degli ortaggi. Due settimane dopo l'incidente la zona venne sgombrata,
erano contaminate anche le abitazioni.
Le diossine sono sostanze
di scarto di molti processi industriali legati al cloro e ai suoi
derivati, vengono emesse diossine dagli impianti di incenerimento
dei rifiuti e nella produzione dei precursori del PVC. Queste
sostanze velenose cominciano a formarsi a temperature superiori ai
156 gradi, più la temperatura raggiunge valori alti maggiore è la
quantità di diossina sprigionata, a Seveso la temperatura arrivò a
300 gradi. Le
diossine sono presenti in tutto il mondo, arrivano
a grandi distanze trasportate soprattutto dalle correnti
atmosferiche e in parte anche dalle correnti marine e dai fiumi. Le
diossine hanno tempi di degradazione molto lunghi, sono necessari
decenni o secoli. Generalmente il veicolo di contaminazione per
l'uomo avviene tramite l'assunzione di cibo, soprattutto carne,
pesce e latticini. In casi come quello di Seveso, in cui le
concentrazioni erano molto elevate, i danni sono incisivi. In questi
anni si è visto che vi è stato un aumento di alcuni tipi di
tumore: del sistema linfatico, di quello emopoietico, dell'apparato
respiratorio e di quello digerente. Inoltre queste
sostanze possono ridurre l'indice di fertilità e le difese
immunitarie. Le ricerche hanno dimostrato che gli embrioni e i feti
di pesci, uccelli e mammiferi, compreso l'uomo, sono estremamente
sensibili alle diossine, gli effetti possono essere drammatici:
mortalità prenatale, riduzione della crescita, danni al sistema
nervoso centrale, disfunzioni funzionali (anche legate al sistema
riproduttivo maschile). I rischi per la nostra salute aumentano se
si tiene conto che la presenza simultanea delle diossine con altri
composti chimici (per esempio i bifenili policlorurati) possono
provocare effetti di accumulo nell'organismo o potrebbero perfino
avere effetti sinergici rispetto a quelli provocati dai singoli
elementi. L'Organizzazione
Mondiale della Sanità nel 1997 ha inserito la diossina tra i
prodotti chimici considerati altamente cancerogeni. Il
drammatico incidente di Seveso è rimasto l'emblema e il riferimento
legislativo per l'Europa relativamente ai rischi connessi agli
incidenti e agli insediamenti industriali. La Comunità Europea, nel
1982, ha emanato una serie di regole sulla prevenzione degli
incidenti industriali, la "Direttiva Seveso" (82/501/CEE
24.06.1982). Con la Direttiva Seveso II, votata il 19 giugno scorso,
il Parlamento Europeo intende migliorare la prevenzione dei rischi
di incidente industriale. I parlamentari hanno approvato la
relazione di Giorgio Lisi (PPE/DE, I), in cui vengono chieste misure
più severe per prevenire i rischi d’incidente industriale,
insistono affinché questa direttiva includa anche tutte le forme di
sfruttamento minerario e l'utilizzo di nitrato di potassio, vogliono che la direttiva copra tutti i tipi di trattamento che comportano l’uso di sostanze
pericolose. Gli eurodeputati intendono migliorare la formazione dei
lavoratori affinché questi siano in grado di affrontare situazioni
di emergenza, essi hanno invitato la Commissione Europea e tutti gli
Stati membri a programmare, nei tre anni successivi all’adozione della direttiva,
l'elaborazione di una banca dati relativa ai rischi e agli scenari
d'incidente. Hanno proposto, inoltre, un emendamento sulla creazione
di una mappa delle zone a rischio.
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