Anno 2 Numero 62 Mercoledì 11.06.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

DIGHE: IN ITALIA CONTROLLO PER TUTTE 

Nel nostro Paese sono soltanto 800 le dighe controllate dal Servizio Nazionale Dighe (SND). Oltre 10.000 non sono sottoposte invece alla stessa accurata manutenzione del SND: da qui la necessità di un più rigoroso controllo per evitare drammi come quello dello Stava. Lo hanno ricordato gli esperti del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dello stesso Servizio Nazionale Dighe nel corso di una giornata di studio sulla “Valutazione del rischio idraulico a valle delle dighe, svoltasi oggi a Roma presso il CNR

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Roma 5 giugno 2003 - Le dighe trascurate sono ancora troppe ed è necessario intensificare gli interventi di manutenzione. A sottolineare questa esigenza sono stati oggi gli esperti del settore riuniti a Roma presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche per una giornata di studio sulla “Valutazione del rischio idraulico a valle delle dighe”, promossa dallo stesso SND e dal Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI) del CNR, diretto da Lucio Ubertini e patrocinata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
“Dobbiamo considerare – spiega Ubertini – che le dighe sottoposte al controllo del Servizio Nazionale Dighe sono soltanto 800, mentre circa 10.000 invasi sfuggono a questa manutenzione ordinaria perché considerate dalle legge non sufficientemente grandi”. Per rientrare tra quelle vigilate le dighe debbono infatti superare i 15 metri di altezza o contenere almeno 1 milione di metri cubi di acqua: una situazione che taglia fuori circa 10.000 invasi in tutto il Paese: “si tratta – sottolinea il ricercatore del CNR – di potenziali bombe d’acqua che richiedono una manutenzione accuratissima se si vogliono evitare disastri come quelli dello Stava del 1985”.
Il Convegno del CNR pone inoltre l’accento sull’aspetto della formazione. “C’è la necessità - spiega Aurelio Misiti, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - di preparare adeguatamente i tecnici e gli esperti della pubblica amministrazione e degli enti preposti alla sicurezza dei cittadini, affinché le dighe possano svolgere pienamente il ruolo positivo per cui sono state concepite.
Gli esperti concordano infine nell’evidenziare l’importanza di ampliare controlli e manutenzioni e di sfruttare adeguatamente gli studi compiuti: è il caso, ad esempio, dei modelli matematici elaborati dalle Università di Roma e Pavia per la simulazione della formazione e della propagazione delle onde di piena o delle elaborazioni dei dati climatici e idraulici condotti dal Servizio Nazionale Dighe in collaborazione con il GNDCI-CNR.


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