Anno 2 Numero 70 Mercoledì 06.08.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

IL MONSONE TROPICALE AFRICANO
SOFFOCA L’EUROPA


Secondo i ricercatori dell’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze (IBIMET-CNR) l’eccezionale caldo e la siccità di questi giorni sono dovuti alla particolare intensità del monsone che interessa l’Africa Saheliana: una situazione che può essere considerata tra le 5 peggiori degli ultimi 150 anni, destinata a proseguire con molta probabilità fino a settembre. E il Mediterraneo potrebbe diventare in futuro quello che per gli USA è il golfo del Messico: una sorgente di grandi alluvioni

www.cnr.it 

L’eccezionale caldo che sta imperversando sull’Italia e su gran parte delle coste settentrionali del Mediterraneo centrale e occidentale, coinvolgendo anche paesi come Portogallo, Spagna e Francia, è strettamente legato alla particolare intensità del monsone tropicale africano: “Forti piogge sull’Africa sub-sahariana comportano una diminuzione delle precipitazioni e una intensificazione del caldo sul Mediterraneo, e in particolare sulle coste nord – spiega Giampiero Maracchi, direttore dell’IBIMET-CNR - In altre parole è come se il clima del deserto si spostasse verso di noi”.
Dalla fine di giugno infatti la quantità di piogge sull’Africa sub sahariana si è rivelata di gran lunga superiore alle medie del periodo; l’equatore meteorologico sembra essersi spostato quasi 20 gradi più a nord della norma con il risultato che dall’Atlantico non scorrono più perturbazioni alle latitudini della penisola Iberica e Italiana. Sul Mediterraneo nord occidentale si afferma dunque un’area di forti pressioni che impedisce la formazione delle nuvole, e conseguentemente dei temporali, e trasforma il clima del mediterraneo in un clima quasi desertico. In quest’area cade infatti, l’aria calda che sale dal sud del Sahara che, comprimendosi, si riscalda e porta le temperature a valori molto elevati, fino a superare i 40 gradi sulle aree di terra. 
Una situazione che può essere considerata tra le 5 peggiori degli ultimi 150 anni, destinata a ripetersi: “Le previsioni – sottolinea Francesco Meneguzzo – ricercatore dell’IBIMET-CNR - indicano per i prossimi anni e decenni un aumento progressivo del monsone estivo sull’Africa occidentale come conseguenza diretta del cambiamento climatico e quindi una graduale soppressione delle perturbazioni alle latitudini del mediterraneo occidentale”. Non è dunque inverosimile sostenere che si stia scivolando verso estati con clima più simile al deserto che non al Mediterraneo come l’abbiamo conosciuto fino ad oggi, senza escludere naturalmente occasionali estati umide e piovose, anche in conseguenza di temporanei rallentamenti del monsone africano.
Ma il rapido riscaldamento del Mar Mediterraneo pone ulteriori rischi per l’autunno in termini di alluvioni: le coste orientali delle penisola Iberica, quelle nord della Francia, il nord Italia, la Sardegna e i paesi al di là delle Alpi potrebbero essere colpiti da violente alluvioni. Il Mediterraneo, insomma, potrebbe diventare quello che per gli USA è il golfo del Messico, ovvero la sorgente delle più grandi alluvioni.

Roma, 6 agosto 2003

Inizio pagina | Home | Archivio  Motori di Ricerca Links  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale