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PROVINCIA ROMA: UNA RETE IDRICA
CHE FA ACQUA DA TROPPE PARTI
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Un rapporto realizzato dalla provincia di Roma in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, presentato oggi a Roma, mette in luce i gravi problemi collegati alla rete idrica laziale: troppi pozzi fai da te compromettono quantità e qualità delle risorse disponibili
Una miriade di pozzi privati dai quali attingere acqua a proprio piacere. Una cattiva abitudine alla quale non sembrano sottrarsi neppure nella Provincia di Roma: è ciò che emerge da un rapporto sull’acqua realizzato dalla stessa Provincia, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche e presentato oggi a Roma dal Presidente Silvano Moffa assieme ad altri sei rapporti che informano sulla situazione complessiva della Provincia dal punto di vista della sanità, del rischio di emarginazione, dell’istruzione, dell’alimentazione, del suolo/sottosuolo e dell’aria.
In un periodo in cui la carenza di risorse idriche sta diventando una vera e propria emergenza a livello mondiale, la situazione che gli esperti hanno riscontrato nella Provincia di Roma appare particolarmente preoccupante: la tendenza ad effettuare escavazioni anche molto profonde determina infatti il depauperamento incontrollato di rilevanti falde sotterranee e di sorgenti che alimentano spesso bacini lacustri d’importanza strategica in quanto riserve idriche. Senza contare che questi prelievi fai da te danneggiano sia quantitativamente che qualitativamente l’acqua a disposizione.
A determinare questa anarchia è, molto spesso, un sistema pubblico di acquedotti inadeguato: i principali consorzi della Provincia di Roma, quelli intercomunali del Simbrivio e Sabino e l’Acea non riescono infatti a soddisfare sempre tutta la richiesta di acqua potabile, tanto che la ricerca ha evidenziato ben 217 fonti di approvvigionamento idrico locale.
Per ovviare a questi problemi la Regione Lazio e la Provincia di Roma stanno mettendo a punto una direttiva concernente l’individuazione delle zone di salvaguardia e stanno dando avvio ad una vasta opera di risanamento degli acquedotti per evitare, o almeno ridurre al minimo, perdite o infiltrazioni lungo i percorsi della rete idrica.
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