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Ambientalisti e animalisti alle Regioni:
le calamità naturali impongono un rinvio dell’apertura della caccia
www.animalisti.it
Roma, 4 agosto 2003 - Le Associazioni WWF Italia, LIPU, LAV, LAC, DeA (Donne e Ambiente), Animalisti Italiani-PeTA e ALTURA hanno oggi inviato una lettera a tutti i presidenti delle Regioni italiane (e ai Ministri La Loggia e Alemanno) per chiedere, viste le particolari condizioni climatiche che hanno colpito il nostro Paese e che hanno avuto forti ripercussioni anche sull’habitat di numerose specie di animali selvatici, il rinvio dell’apertura dell’attività venatoria, in alcune regioni prevista per il prossimo 1° settembre. «Ciò al fine di evitare - si legge nella lettera - un ulteriore pressione sulla fauna selvatica già stremata dalle avverse condizioni climatiche e dai violenti incendi che hanno interessato e continuano ad interessare gran parte del territorio italiano».
Nella lettera sono anche indicate situazioni specifiche, presenti in ogni regione, che richiedono una seria e accurata valutazione, così come previsto dall’art. 19 della Legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica e sul prelievo venatorio (la n. 157 del 1992).
Alla situazione creatasi in seguito alla lunga siccità, infatti, si sono aggiunti i nubifragi dei giorni scorsi che hanno colpito il nord e soprattutto Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige, e gli incendi che stanno flagellando il centro e il sud, e in particolare Calabria, Sardegna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, senza risparmiare neanche Liguria, Piemonte, Lombardia e Friuli. Nei primi sette mesi dell’anno, infatti, sono andati in fumo ben 41.152 ettari di verde, il 21% in più dell’anno scorso.
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