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di Paola Franz
L'acqua è l'elemento essenziale
per la vita sulla terra e fino allo scorso secolo solo poche persone
avevano compreso l'importanza sociale ed economica della sua
salvaguardia. La carenza di questo bene prezioso colpisce a vario livello intere
popolazioni che non solo subiscono un blocco al proprio sviluppo
economico e sociale ma sono costrette per sopravvivere a dover migrare
verso territori più favorevoli. Queste trasmigrazioni di massa
rappresenteranno in un immediato futuro un problema importante anche
per i paesi che fino ad ora hanno sottostimato il problema. Già al
momento vi sono più di tre miliardi di persone che hanno
difficoltà ad approvvigionarsi di acqua potabile, tre milioni di
persone ogni anno muoiono per l'acqua inquinata e per condizioni
sanitarie inadeguate. Nei paesi industrializzati ancora non vi è
una piena consapevolezza che questa preziosa sostanza non è
inesauribile né rinnovabile, l'acqua viene sprecata, dispersa,
inquinata... e non ci rendiamo conto che è più preziosa di
qualsiasi altro elemento. Solo il 3% dell'acqua che c'è sul pianeta
è dolce ed è quella che si trova nei ghiacciai ai poli, quella
sotterranea e quella superficiale; si preleva più acqua di quanta
la natura non possa ripristinare. In quaranta anni il consumo di
acqua è triplicato, il 70% è utilizzato dall'agricoltura, il 20%
dall'industria e il 10% dalle attività domestiche. Attualmente
l'acqua è ancora sufficiente, però vi è un'ingiusta distribuzione
dei consumi, infatti il 20% della popolazione mondiale, cioè i paesi
industrializzati, cioè noi, consuma l'88% delle risorse acquifere.
Lo spreco di acqua è enorme, in Italia, per esempio, preleviamo il
32% delle nostre risorse idriche contro una media europea del 20%,
siamo i primi consumatori in Europa e i secondi nel mondo dopo gli
Stati Uniti.
Il danno che viene
provocato sia con l'inquinamento industriale, sia con quello legato
ad un'agricoltura intensiva che utilizza sostanze chimiche, sia con gli insediamenti abitativi e le discariche abusive è
grandissimo. Solo il 20% delle acque superficiali non è inquinato.
In uno studio della FAO è sottolineata l'importanza delle foreste
per la salvaguardia dell'acqua: "I bacini imbriferi
delle zone montane ricoperte dalle foreste sono tra le più preziose
riserve d'acqua dolce mondiali, oltre a servire da fonte a versanti,
torrenti e piene". Il
documento propone programmi che intervengano in modo più radicale
sulla gestione dei bacini idrografici e sulle attività forestali
quali fattori fondamentali per la gestione idrica. In un'altra
ricerca effettuata dalla FAO si sottolinea che entro il 2030 un
paese in via di sviluppo ogni cinque soffrirà della scarsità di
acqua potabile, per cui "se è vero che non
siamo di fronte ad una crisi idrica mondiale", afferma la FAO,
"è pur
vero che i seri problemi di sicurezza alimentare e idrica di alcuni
paesi e regioni in via di sviluppo devono essere affrontati senza
indugio. Se vogliamo in futuro evitare una crisi alimentare dobbiamo
investire di più per accrescere la produttività dell'agricoltura
dei paesi in via di sviluppo, con tecnologie vecchie e nuove.
Occorre la volontà politica di creare l'ambiente adatto per
aumentare la produttività dell'acqua".
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