was

Anno 2 Numero 49 Mercoledì 12.03.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

L’origine della paura

 

di Domenico Fargnoli* 
www. clorofilla.it  

Il vuoto è il rischio estremo che corre ciascuno quando cerca se stesso, la propria identità oltre la coscienza, oltre la percezione spesso ingannevole dei sensi fisici. Per capire le fobie bisogna innanzitutto comprendere che la nostra cultura è costruita sopra un vuoto e nessuno incredibilmente sembra rendersene conto o ne trae le dovute conseguenze 

Siena - Il vuoto è il rischio estremo che corre ciascuno quando cerca se stesso, la propria identità oltre la coscienza, oltre la percezione spesso ingannevole dei sensi fisici.
Per capire “la fobia” bisogna innanzitutto comprendere che la nostra cultura è costruita sopra un vuoto e nessuno incredibilmente sembra rendersene conto o ne trae le dovute conseguenze. Quella che allora alcune persone vivono come condizione psicopatologica di fobia, angoscia, terrore potrebbe avere una matrice ideologica generatasi attraverso la lunga storia della nostra civiltà.

Come non ricordare l’atteggiamento religioso di fronte al sacro, le persecuzioni delle streghe e degli eretici basate sull’angoscia continua di un’infiltrazione del demoniaco? Come non ricordare che il terrore, vissuto come pericolo di un’effrazione dell’Io ha fatto parte integrante dell’estetica romantica del sublime attraverso la mediazione di Kant? In tempi relativamente più recenti anche la filosofia scendendo dal piano della trascendenza a quello dell’esistenza concreta, ha ratificato con Kierkegaard, con Heidegger che l’angoscia, lo spaesamento sarebbero la condizione originaria dell’uomo. E Freud, colui che per una valutazione cieca ed acritica viene considerato da molti un genio della modernità, ha addirittura sostenuto che il sentimento perturbante nascerebbe dalla nostra relazione con l’Inconscio!

Freud che è l’incarnazione stessa della fobia per l’arcinota storia della molteplicità di disturbi di questo tipo ai quali per tutta la vita fu soggetto.
La paura quindi nasce dal vuoto, dall’annullamento dall’assenza del pensiero che può avere o una valenza sociale essendo condiviso da un gruppo od una comunità o può per taluni trasformarsi in un vissuto privato di delirio che cambia il significato usuale dei rapporti colle cose e con gli altri attribuendo spesso a situazioni od oggetti usuali un contenuto persecutorio.

Una vera e propria epidemia di terrore si è propagò in seguito alla famosa trasmissione radiofonica di Orson Welles negli anni trenta nella quale si annunciava l’invasione dei marziani. In piena guerra fredda e Maccartismo, nel 1954, il lento incalzare di una sensazione di inquietante estraneità nell’ambito della quotidiano pervade il classico film di Don Siegel “L’invasione degli ultracorpi”.
L’ultracorpo è un involucro, un’apparenza svuotata di umanità, è l’individuo che nella massa perde se stesso e scopre il proprio isolamento oltre la socialità come convenzione e costrizione illuministica.
Dopo l’11 settembre 2001 e l’attacco alle torri, la società americana è traumatizzata dal “terrorismo” che per una circostanza singolare la colpisce nelle forme suggerite proprio dalla cinematografia holliwoodiana ed dai media rendendo realtà le fantasticherie di un immaginario perverso intriso di attese catastrofiche ed apocalittiche.
Ed è a questo punto che la paura diventa acting out violento, che nel linguaggio della politica di Bush viene tradotto nell’idea delirante di una guerra preventiva, di un’invasione militare per estirpare il male.
Ma spostandoci a questo punto sul terreno della psichiatria e della clinica, cioè del discorso più specificamente di nostra competenza, dobbiamo aggiungere che ,
una volta individuato il nucleo generatore della paura, la fenomenologia degli stati fobici si articola nella transizione fra condizioni socialmente condivise e quindi difficilmente diagnosticabili come patologia e situazione di delirio e ritualità privata di gravità diversa che può giungere fino all’attacco di panico in cui il soggetto ha una reattività dissociata, parossistica di fronte a stimoli non particolarmente significativi.

E’ proprio questa apparente assenza o scarsa significatività dello stimoli che ha fatto pensare ad una condizione prevalentemente organica. Ma chi ha esperienza di terapia in questo settore sa che la capacità di ricostruzione dello psichiatra può individuare sempre a monte della crisi una situazione di rapporto che l’ha scatenata ma che viene regolarmente scotomizzata. Salvo poi ripresentarsi per una tendenza alla ripetizione che elude ogni tentativo di controllo cosciente, salvo stabilire un nesso strano e casuale, sia sotto il profilo del tempo che dello spazio, con eventi che sembrano insignificanti.

Bisogna pertanto resistere alla tentazione farmacologia che si viene indotti a ritenere una soluzione semplice ed a portata di mano ma la qiale ,di fatto, escludendo la comprensione dei fattori eziologici, a lungo termine rafforza l’atteggiamento fobico o se apparentemente lo risolve lo fa al prezzo di una perdita di sensibilità e di una alterazione qualitativa della capacità di pensare del soggetto; alterazione che è tanto più subdola e grave quanto più riesce a passare inosservata ed eludere la valutazione clinica dello psichiatra spesso solo interessato agli aspetti sintomatologici e comportamentali grossolani.

E’ chiaro che l’intervento medico su di uno stato fobico, su di una condizione d’angoscia non può essere standardizzata ma deve articolarsi in una psicoterapia mirata a cogliere la specificità del disturbo nell’ottica di dare al soggetto una forma nuova di socialità, che gli consenta un rapporto diverso con gli altri.

Lo stato di “paura”, anche quando sembra scatenato da oggetti inanimati, è una sensazione di pericolo che incombe sull’Io, è una minaccia di lesione o di perdita di quell’immagine interiore che dà all’uomo la specificità del suo essere che non prescindere dalla relazione con altri esseri umani.


*L'autore è psichiatra e psicoterapeuta 

 


 

Inizio pagina | Home | Archivio  Motori di Ricerca Links  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale