Anno 2 Numero 69 Mercoledì 30.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

L’intervento psicologico nella riabilitazione: 
a Parma Università e Ospedale in aiuto dei pazienti

www.unipr.it

Il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Parma e l’Azienda Ospedaliera hanno di recente firmato una convenzione per realizzare uno studio sull’utilizzo dell’intervento psicologico in riabilitazione.
La ricerca, di durata biennale, sarà diretta dal Prof. Carlo Pruneti, associato di Psicologia Clinica presso il Dipartimento di Psicologia dell’Ateneo parmense, e dal Prof. Marco Franceschini, direttore del Dipartimento Geriatrico e Riabilitativo e dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Riabilitativa.
La collaborazione tra gli staff del Dipartimento di Psicologia ed in particolare della Psicologia Clinica dell’Università e dell’Unità Operativa di Medicina Riabilitativa, supportati da un ricercatore psicologo appositamente dedicato, consentirà di dare un più efficace sostegno psicologico a pazienti e familiari nonché di migliorare le capacità relazionali del personale sanitario.
Il concetto di salute, così come definito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto in una assenza di malattia o d'infermità”, implica un’inscindibile unità tra la componente fisica e quella psichica della persona. Di fronte alla malattia diventa di primaria importanza tenere conto che questo binomio diventa ancora più evidente e richiede dall’ambito sanitario un approccio globale al paziente. 
Negli ultimi anni si è assistito a una integrazione sempre maggiore tra le discipline mediche e psicologiche. Infatti, se si parte dalla premessa dell’unicità mente-corpo, l’intervento in ambito sanitario deve necessariamente occuparsi di entrambi gli aspetti, risultando altrimenti carente.
L’esperienza della malattia coinvolge infatti la persona in tutti i suoi aspetti fisici, emozionali e relazionali; la disabilità, in particolare, “è un evento destrutturante, che obbliga ad una valutazione della condizione psicologica del paziente e delle sue relazioni, per accompagnare e guidare al meglio le reazioni emotive, per contenere l’angoscia, per individuare e sostenere la parte sana, capace dell’adattamento migliore alla situazione”.
Nell’ambito della riabilitazione si assiste quotidianamente all’esperienza della persona che, divenuta disabile, deve fare i conti con la difficoltà ed a volte l’impossibilità di recuperare un’abilità perduta; in questo caso un progetto riabilitativo globale promuove un percorso per giungere alla costruzione di un nuovo e costruttivo concetto di sé, anche attraverso l’elaborazione dell’evento traumatico, la rimodulazione delle aspettative, delle relazioni, degli affetti e degli interessi, al fine di raggiungere i livelli massimi di autonomia. 
Un intervento psicologico adeguato ha un fondamentale ruolo di collegamento ad integrazione dell’atto medico: supporta le modalità di approccio al paziente, le informazioni intorno alla malattia fornite alla famiglia, il linguaggio utilizzato per comunicare le ipotesi diagnostiche, prognostiche e terapeutiche. 
Tutti questi aspetti riguardano la delicata relazione tra paziente, famiglia ed équipe, che richiede una particolare attenzione e competenze specifiche, non soltanto nell’area riabilitativa, ma anche in altri settori, quali l’oncologia, la pediatria, la nefrologia, i trapianti d’organo, la cardiochirurgia, eccetera.
Al fine di ottimizzare ogni intervento di cura al paziente è indispensabile rispondere ad un’ulteriore necessità: il bisogno all’interno dell’équipe di facilitare la collaborazione ed il confronto produttivo. A questo mirano altre competenze psicologiche quali le tecniche di “empowerment” nella gestione del conflitto e nell’ottimizzazione delle risorse; ad esempio si possono programmare sistematici incontri d’équipe con un supervisore psicologo. 
Come ogni team professionale, l’équipe degli operatori sanitari può usufruire di tecniche che potenziano la qualità del servizio offerto, incrementando le capacità per difendersi da specifici rischi, legati sia all’approccio multidisciplinare (figure professionali diverse che si occupano dello stesso paziente), sia all’ambito professionale (ad esempio il fenomeno del “burnout”, ovvero lo stress da lavoro sanitario).


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