Anno 2 Numero 59 Mercoledì 21.05.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

IL PRESIDENTE DELLA LAV IN SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE PER IMPEDIRE ALL’ITALIA UN RECEPIMENTO ILLEGALE DELLA DIRETTIVA UE SULLA PROTEZIONE DELLE GALLINE OVAIOLE. APPELLO AI MINISTRI SIRCHIA E BUTTIGLIONE: L’ALLEVAMENTO ULTRA-INTENSIVO DI 40 Milioni DI GALLINE è UNA BOMBA A TEMPO CON RISCHI SANITARI PER ANIMALI E CONSUMATORI, LA PESTE AVIARIA è LA SARS EUROPEA!

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Per impedire all’Italia un recepimento illegale della Direttiva UE 1999/74/CE sulla “protezione delle galline ovaiole” ed inserire modifiche migliorative al testo comunitario, la LAV ha deciso di compiere un atto estremo: a partire dalla mezzanotte di oggi 21 maggio, il presidente della LAV Adolfo Sansolini inizierà uno sciopero della fame e della sete che si protrarrà fino a quando i ministri Sirchia (Salute) e Buttiglione (Politiche Comunitarie) non decideranno di concedere alla LAV un incontro per illustrare ufficialmente le loro decisioni in materia, rispettose degli animali e dei consumatori. In Italia l’allevamento ultra-intensivo costringe 40 milioni di galline ovaiole a vivere in anguste gabbie di batteria in cui ogni animale ha a disposizione uno spazio minore di un foglio A4 (immaginate cinque persone chiuse per tutta la vita in un ascensore!) e che quindi impediscono loro qualsiasi movimento e di vedere la luce naturale. Questo tipo di allevamento, come confermato da vari studi fin dagli anni ’60, comporta non solo assurde sofferenze agli animali, ma da origine anche a uova contenenti meno sostanze nutritive rispetto a quelle di galline allevate a terra o, ancor meglio, all’aperto. L’allevamento ultra-intensivo di galline è come benzina per il fuoco da un punto di vista sanitario, sia per gli animali che per i consumatori, il cui consumo medio pro-capite di uova in Italia è di 223 unità annue: - le condizioni intollerabili di vita a cui le galline sono sottoposte indeboliscono notevolmente le loro difese immunitarie disponendole a patologie di ogni tipo, ne siano esempio l’osteoporosi (frequente nelle galline a causa dell’impossibilità di movimento) ed il massiccio uso di antibiotici nell’allevamento di polli e di altri animali. Il sovraffollamento degli allevamenti intensivi favorisce l’espandersi di virus e di gravissime patologie: le epidemie di peste aviaria (detta anche influenza dei polli), infatti, si susseguono in Italia e in Europa con conseguenze gravissime, tanto da essere considerata dagli esperti la “Sars” europea. I dati raccolti dalla LAV sui rischi sanitari connessi all’allevamento di galline in batteria sono tanto allarmanti che, da soli, dovrebbero far comprendere ai nostri Ministri quanto sia importante accelerare in Italia il bando delle gabbie di batteria: - nel 1999-2000 in Italia sono stati abbattuti a causa di epidemie di peste aviaria 17 milioni di volatili tra galline, polli e tacchini. Attualmente questa epidemia sta sterminando gli allevamenti della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna, con l’abbattimento in pochi mesi di 2 milioni fra galline, polli e tacchini; - in Olanda la peste aviaria nel 2003 ha già portato all’abbattimento di 28 milioni di galline, polli e tacchini; ha causato la morte di un veterinario, 82 casi di congiuntivite umana in Olanda e uno in Belgio. Almeno tre milioni di volatili sono stati abbattuti in Belgio. Il contagio si è esteso anche alla Germania dove in pochi giorni sono stati decimati 90.000 di questi animali. In Olanda e Germania rimarrà in vigore, almeno fino al 30 maggio, l'embargo deciso dall'Unione Europea sull'export di pollame vivo e di uova da cova per la presenza di pericolosi focolai di influenza aviaria. - Gli studiosi hanno contato almeno 83 passaggi del virus della peste aviaria dagli animali all'uomo, un decesso, quattro casi di passaggio di secondo livello, ossia da uomo a uomo, e il virus dei polli è stato individuato anche nei maiali. Gravissime epidemie di peste aviaria (sia pure di un ceppo diverso rispetto a quello europeo) hanno sconvolto nel 1997-1998 e nel 2002 gli allevamenti di Hong Kong, con un totale di 22 contagi umani mortali e milioni di volatili abbattuti. - Gli esperti, tra i quali il virologo Fabrizio Pregliasco dell'università di Milano, prevedono una devastante epidemia di peste aviaria entro il 2017 se nulla verrà fatto per mettere fine all’allevamento intensivo di questi animali. Anche il rischio di salmonella ha uno stretto legame con l’allevamento intensivo di galline in batteria, basti pensare che ogni anno in Italia si contano circa 1.000 casi di salmonella mentre in Svizzera, dove le gabbie di batteria sono state abolite nel 1991, dal 1991 ad oggi si contano complessivamente 177 casi di salmonella. La LAV lamenta che il testo di recepimento della Direttiva UE 1999/74/CE sulla “protezione delle galline ovaiole” proposto dal Governo alle Camere, che già nei prossimi giorni potrebbe essere portato in Consiglio dei Ministri e divenire legge dello Stato, viola in più punti il dettato della Direttiva prevedendo, ad esempio, proroghe illegali al divieto di costruzione e messa in funzione di gabbie di batteria non modificate, stabilito da Bruxelles a partire dal 1° gennaio 2003. Nonostante tale divieto, in questo momento in Italia sono ancora in costruzione nuovi allevamenti in batteria. Ed ancora, pur di stipare illegalmente più galline possibile nelle gabbie, è previsto che nel conteggio dei centimetri quadrati a disposizione venga considerata anche la "bandina salva-uova", quando la Direttiva stabilisce esplicitamente che lo spazio a disposizione delle galline deve essere utilizzabile senza limitazioni. Non sono, invece, state ancora inserite nel testo dello schema di Decreto di recepimento della Direttiva, tre modifiche sollecitate dalla LAV a tutela degli animali e dei consumatori, che gli stessi ministri Sirchia e Buttiglione, responsabili del recepimento, hanno dichiarato più volte di condividere: - anticipazione del bando delle gabbie convenzionali al 1° gennaio 2007 invece del 2012; - abolizione contestuale delle gabbie “modificate” (inserite nella Direttiva per le pressioni svedesi, le gabbie modificate presentano alcuni “arricchimenti” - sabbia, trespolo - rispetto a quelle convenzionali, con uno spazio minimo in più a disposizione di ogni animale). Non molto diverse dalle gabbie convenzionali, attualmente non sono in uso in Italia; - ampliamento del raggio della normativa agli stabilimenti con meno di 350 galline ovaiole (la trasformazione di questi impianti è ancora più semplice che per i grandi stabilimenti e le ragioni alla base della nuova normativa valgono anche per i piccoli impianti, altrimenti privi di qualsiasi regolamentazione). Queste tre modifiche sono già state inserite nella legislazione tedesca, nell’ottobre 2001. “Le osservazioni e le proposte della LAV sono state confermate dai pareri espressi dalla Commissione Sanità e dalla Giunta Affari Comunitari del Senato: ciò rende ancora più chiara la sensatezza e l’urgenza di accogliere le nostre richieste – dichiara il presidente della LAV Adolfo Sansolini, che dalla mezzanotte di oggi inizierà lo sciopero della fame e della sete - I ministri Sirchia e Buttiglione devono far sentire la loro voce subito, in sede di Tavolo Interministeriale e Consiglio dei Ministri, prima del varo definitivo del Decreto Legislativo di recepimento. Questa Direttiva, che avrebbe dovuto essere recepita da tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea entro il 31 dicembre 2001, stabilisce inderogabili norme a tutela della salute degli animali e dei consumatori. Permettere ulteriori ritardi, stabilire deroghe illegali ed ignorare l’importanza delle modifiche da noi richieste, costituirebbe consapevolmente una scelta di anteporre interessi speculativi di pochi contro la tutela di animali e consumatori, così spesso richiamata nelle dichiarazioni ufficiali”. A sostegno delle proposte della LAV, nei giorni scorsi sono giunti ai ministri Sirchia e Buttiglione migliaia di messaggi da tutta Italia, ulteriore segno della contrarietà dei cittadini alla permanenza delle galline ovaiole nelle gabbie-lager. Chi desidera ricevere maggiori informazioni sul recepimento di questa Direttiva o vuole ricevere il testo del messaggio da inviare ai Ministri, può scrivere all’e-mail: galline@infolav.org

INFLUENZA AVIARIA: LA “SARS” EUROPEA L’allevamento intensivo di polli, galline e tacchini è come benzina per il fuoco rispetto alla diffusione della malattia infettiva dell’influenza aviaria (detta anche influenza dei polli). Il bando dell’allevamento intensivo in gabbie di batteria dei circa 40 milioni di galline ovaiole italiane (lo spazio a disposizione di ogni gallina è più piccolo di un foglio A4; provate a pensare a cinque persone chiuse per tutta la vita in un ascensore!) è di primaria importanza, quindi, non solo per la salute di questi animali ma anche per i consumatori. L’influenza dei polli è, infatti, una malattia fortemente contagiosa per gli animali – tanto che in caso di epidemia viene praticato l’abbattimento in massa – e solo fino a poco tempo fa considerata una malattia estranea all’uomo. In realtà gli studiosi hanno contato almeno 83 passaggi del virus avvenuti finora dagli animali all'uomo, un decesso, quattro casi di passaggio di secondo livello, ossia da uomo a uomo, e il virus dei polli è stato individuato anche nei maiali. In particolare, 18 casi di influenza dei polli hanno colpito esseri umani tra il 1997 e il 1998 ad Hong Kong, altri quattro casi sono avvenuti nel febbraio scorso sempre a Hong Kong (secondo gli esperti, il ceppo dell’influenza aviaria di Hong Kong sarebbe “diverso” da quella europea); nell’aprile del 2003 ha destato grande allarme il caso del veterinario olandese deceduto a causa di questo virus che ha così compiuto un nuovo salto di specie. Il veterinario aveva lavorato in un allevamento di Den Bosch per fronteggiare l'epidemia di influenza dei polli che sta colpendo da settimane gli allevamenti olandesi e belgi. Sono questi gli ingredienti di una situazione che il virologo Fabrizio Pregliasco, dell'università di Milano, non esita a definire "pesantissima" e che richiede una sorveglianza continua, così come si fa attualmente con la Sars. Il rischio, ha detto, è che mutando continuamente il virus dei polli riesca alla fine ad adattarsi all'uomo e a scatenare una pandemia di influenza, così come è accaduto in passato con la Spagnola e l'Asiatica. Quello che i virologi di tutto il mondo si aspettano è, insomma, una sorta di Big One dell'influenza, ed hanno anche stabilito un termine massimo dell'arrivo di questa grande ondata influenzale entro il 2017, se nulla verrà fatto per mettere fine all’allevamento intensivo di questi animali. L'esistenza di un nesso fra virus dell'influenza aviaria e la polmonite atipica (cui vengono attribuite circa 170 morti e quasi 3.500 casi di sospetto contagio soprattutto in Asia) è all’esame degli esperti. 

LE STRAGI CAUSATE DALLE CONTINUE EPIDEMIE DI PESTE AVIARIA Tra il 1997 e il 1998 ad Hong Kong 18 persone sono state colpite dall’influenza dei polli con esito mortale. Altri 4 contagi umani nel febbraio del 2002. Nel 1999-2000 in Italia furono abbattuti a causa di epidemie di influenza aviaria 17 milioni di volatili tra galline, polli e tacchini. Dopo quasi tre anni dall’ultima devastante incursione, l’influenza aviaria nel 2002-2003 è comparsa di nuovo in Lombardia, con radici profonde anche in parte del Veneto e dell’Emilia Romagna. È arrivata in sordina, con piccoli focolai, la scorsa estate, per poi invadere decine e decine di pollai, nel mese di ottobre, con un virus poco aggressivo, “a bassa patogenicità”, ma tale da mettere sotto assedio sanitario un’area che abbraccia tre regioni, attraverso un programma di abbattimenti e vaccinazioni approvato dall’Unione Europea. Molte fattorie di galline, polli e tacchini sono ormai scomparse a causa dell’abbattimento di circa 2 milioni di questi animali; 9 i milioni di euro finora corrisposti alle aziende che hanno visto incenerire gli animali. In Olanda l’epidemia di influenza aviaria che è scoppiata in questo inizio del 2003 ha già portato all’abbattimento di 28 milioni di volatili, ha causato la morte di un veterinario, 82 casi di congiuntivite umana in Olanda e uno in Belgio. Altri milioni di volatili, almeno 3, sono stati abbattuti in Belgio. In Olanda e Germania (dove nel maggio 2003 le autorità sanitarie hanno accertato la presenza di peste aviaria, che ha già portato all’abbattimento precauzionale di almeno 90.000 animali) rimarrà in vigore, almeno fino al 30 maggio, l'embargo deciso dall'UE sull'export di pollame vivo e di uova da cova per la presenza di focolai di influenza aviaria. La decisione è stata presa, a Bruxelles, dal Comitato permanente europeo per la catena alimentare che si riunirà ancora il prossimo 28 maggio per fare nuovamente il punto sulla situazione. E' di questi giorni la notizia del rilevamento del virus dei polli (il tipo H7N7 in circolazione in Europa) nei maiali di alcuni allevamenti olandesi. In 4 su 5 allevamenti colpiti dal virus sono stati trovati maiali infetti, che adesso sono tenuti costantemente sotto controllo e non allontanati "per ragioni scientifiche", come hanno stabilito le autorità sanitarie olandesi. Si è inoltre stabilito che tutto il personale che dovrà entrare in contatto con i maiali infetti debba essere vaccinato. 

ALLARME SALMONELLA L’allevamento in batteria delle galline ovaiole è alla base anche delle epidemie di salmonella, basti pensare che ogni anno in Italia, dove esiste una popolazione di 40 milioni di galline costrette nelle strettissime gabbie di batteria senza possibilità di movimento o di vedere la luce naturale, si contano circa 1.000 casi di salmonella. In Svizzera, invece, dove le gabbie di batteria sono state abolite nel 1991, da quell’anno ad oggi si contano appena 177 casi di salmonella. 

STOP ALLE GABBIE DI BATTERIA: LE ALTERNATIVE UOVA DA ALLEVAMENTO ALL’APERTO: non esiste alcuna gabbia e le galline sono libere di uscire dai capannoni, correre e razzolare all’aria aperta e alla luce del sole, insomma quello che immaginiamo ogni volta che acquistiamo un uovo! Nell’allevamento “a terra”, invece, le galline non sono in gabbia potendo così esprimere parte dei loro bisogni naturali, ma sempre all’interno di capannoni chiusi, illuminati artificialmente e con uno spazio disponibile per gallina pari ad un quadrato di 33,5 centimetri di lato. Secondo diversi studi il contenuto di vitamine A, E e carotenoidi nell’uovo di galline allevate all’aperto è maggiore che nell’uovo di galline allevate a terra, mentre è minimo o in alcuni casi del tutto assente nelle uova di galline allevate nelle gabbie di batteria. La possibilità di movimento all’aria aperta e la possibilità di godere della luce naturale, hanno chiari effetti benefici sulla salute delle galline ed influenzano le caratteristiche dell’uovo. 

PRODUZIONE E CONSUMO DI UOVA IN ITALIA Nel 2000 in Italia da circa 40 milioni di galline ovaiole sono stati prodotti 10 miliardi e 890 milioni di uova. Sempre nel corso del 2000, inoltre, sono state introdotte nel nostro Paese 1 miliardo e 200 milioni di uova in guscio. Queste importazioni si sono rese necessarie dato il calo di produzione nazionale causato dall'influenza aviare. Nello stesso periodo sono state esportati 7 milioni di uova. Nel 2000, il consumo totale di uova in Italia è stato, pertanto, di 12 miliardi e 570 milioni (-18 % rispetto al 1999) e il consumo medio pro-capite è stato di 219 unità poi risalito a 223 unità annue nel 2001.


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