Anno 2 Numero 70 suppl.

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

MUCCA PAZZA. SIAMO DISARMATI, COME CON LA SARS. L'UNICA DIFESA E' L' AUTODIFESA

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Firenze, 7 Agosto 2003. La morte della giovane donna per la variante umana della malattia della mucca pazza, proprio perche' e' il primo caso che si verifica in Italia, non ci deve far stare tranquilli. Sicuramente e' una patologia rara, ma anche di fronte ad una sola persona che ci ha rimesso la vita, non si puo' essere superficiali. Soprattutto perche' la diffusione di questa malattia non si e' fermata, ne' in Italia, ne' in Svizzera, nei in Gran Bretagna, ne' in Spagna. Ed abbiamo citato questi Paesi non a caso, ma perche' sono Paesi con cui abbiamo un intenso scambio di importazione di carne bovina. Inoltre, non dimentichiamo che proprio nei mesi scorsi, in un Paese del Nord America (che era una regione immune da questa infezione), e piu' precisamente in Canada, sono state individuate le prime bestie infette, ed alcuno e' stato in grado di dare una spiegazione di questo salto d' Oceano. Ed e' bene ricordare che non siamo neanche sicuri se, per esempio, seguiamo una dieta vegetariana. Lo scorso aprile in Gran Bretagna e' morto un giovane ventenne vegetariano che aveva contratto il virus attraverso le gelatine utilizzate nella produzione di yogurt e vino, fatte con ossa bollite, pelli e tendini animali. Una situazione a cui il consumatore puo' porre parziale rimedio solo da una attenta e scrupolosa lettura delle etichette dei prodotti che consuma. Parziale perche' sulle etichette non c'e' scritto tutto: proprio il vino, per esempio, e' uno di questi prodotti le cui etichette sono quasi esclusivamente decorative e non informative come, per esempio, quelle dell' acqua; eppure il vino e' soggetto ad un processo di trasformazione che l' acqua ignora, quindi ci si dovrebbe dare migliori informazioni di come e con cosa si arriva a produrlo. Ma il vino non si deve e non si puo' toccare, per che' nel farlo si viene tacciati da massacratori dell'economia nazionale. Inoltre il fatto che di Bse non se ne parla praticamente piu', non vuol dire che il problema non esista, perche' il centinaio di casi italiani ci sono (e ' dell'altro giorno un nuovo rilevamento in Emilia Romagna). Mentre le pressioni del mondo agricolo per il reinserimento delle farine animali (ritenute le colpevoli dell'infezione) nei cicli produttivi, ci sono, anche a livello comunitario. Ed essendo la variante umana della mucca pazza una malattia di fronte alla quale la scienza e la conoscenza si comportano come di fronte alla Sars, c'e ' poco da scherzare. E l'unica difesa e' l'autodifesa, con i limitati strumenti che ogni consumatore ha. 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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