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Anno 2 Numero 40 Mercoledì 08.01.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati
   

Linfomi non Hodgkin: novità nella diagnosi e nel trattamento

di Lorella Salce

Il tema del convegno che si svolgerà il 20 giugno presso il Centro Congressi dell'Istituto Regina Elena di Roma è "Nuovi approcci alla diagnosi e al trattamento dei linfomi non Hodgkin" promosso dal Divisione di Ematologia e trapianto cellule staminali diretto dalla Dr.ssa Maria Concetta Petti. L'obiettivo è favorire un confronto tra specialisti e medici internisti di rilevanza internazionale per un aggiornamento sulle nuove acquisizioni diagnostiche e terapeutiche in tema di linfomi, le neoplasie maligne del tessuto linfatico, con particolare riguardo ai linfomi non Hodgkin. La diagnosi di linfoma non Hodgkin copre un ampio spettro di patologie neoplastiche del sistema linfatico con caratteristiche clinico-biologiche profondamente diverse, si passa infatti da forme indolenti che consentono una sopravvivenza relativamente lunga a forme estremamente aggressive e a rapida evoluzione. L’incidenza dei linfomi non Hodgkin è di circa 15 casi nuovi/anno/100.000 abitanti e recenti studi epidemiologici hanno mostrato un incremento del 50% negli ultimi 15 anni. Essa aumenta esponenzialmente con l’età: le forme più aggressive hanno una maggiore incidenza nell’età giovane-adulta (20-40 anni), mentre le forme indolenti prevalgono nell’età più avanzata (oltre i 60 anni).L’affinamento delle tecniche diagnostiche ha consentito di identificare anche nell’ambito della generica classificazione di forme ad alto, intermedio e basso grado di malignità, delle entità con caratteristiche biologiche diverse per le quali è possibile proporre delle terapie differenziate. Una corretta procedura diagnostica, che utilizzi anche le moderne tecniche di biologia molecolare ed una ampia tipizzazione al fine di identificare antigeni verso cui mirare l’eventuale immunoterapia, appare fondamentale per indirizzare i programmi terapeutici. Le modalità terapeutiche attuali vanno dalla chemioterapia a dosi standard a chemioterapia ad alte dosi con il supporto di cellule staminali prelevate dal paziente stesso prima di procedere alla chemioterapia. "Attualmente l'aspetto più innovativo del trattamento di alcune forme di linfoma è rappresentato dall' immunoterapia con anticorpi specifici diretti verso gli antigeni del linfoma. Il problema che si pone oggi al clinico è come usare al meglio le armi di cui dispone." precisa la dr.ssa M.C. Petti. Il prof. F.Cognetti, Direttore Scientifico dell'Istituto Regina Elena, sottolinea che "Nelle malattie linfoproliferative in generale e nei linfomi risulta abbastanza agevole ottenere una guarigione anche completa con le tradizionali metodiche di trattamento. Il problema rimane la ricaduta di malattia, presente purtroppo in una certa percentuale di casi, e quando la recidiva si verifica, le possibilità di guarigione sono purtroppo basse. Uno degli scopi del congresso è anche il confronto tra vari modelli di ricerca su trattamenti innovativi e sperimentali con i quali si cerca di recuperare a guarigione pazienti in ricaduta dopo trattamenti di I° linea.

 

 

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