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TUMORI INTESTINO: RICERCATORI SCOPRONO
AGENTI CANCEROGENI MORDI E FUGGI
I ricercatori dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano (ITB-CNR), impegnati da anni nello studio dell’oncologia sperimentale, hanno avanzato una nuova tesi che potrebbe spiegare l’origine del tumore del colon. La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Cancer Research
www.cnr.it
Quando le cellule dell’intestino non riescono a ricopiare il loro genoma fedelmente non vengono più regolate in maniera corretta e diventano neoplastiche. È questo, in estrema sintesi, quanto accade quando inizia un processo tumorale al colon. Oggi però la scienza fornisce una nuova ipotesi che potrebbe aiutare a comprendere l’origine del cancro all’intestino, uno dei più diffusi degli ultimi anni.
“Mentre in genere – spiegano Paolo Vezzoni e Antonio Musio, ricercatori dell’ITB-CNR e autori dello studio - nei tumori i geni importanti vengono identificati perché presentano delle mutazioni stabili nella loro struttura, la nostra ricerca dimostra che non tutti gli agenti cancerogeni lasciano necessariamente un’impronta permanente nei geni. Quindi anche un’inibizione temporanea a livello di importanti proteine coinvolte nella duplicazione del genoma potrebbe dare inizio al processo tumorale”.
Secondo ricercatori dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano (ITB-CNR) contrariamente a quanto si è pensato sinora basterebbe quindi un’inibizione anche temporanea della funzione di proteine importanti nella duplicazione del genoma per causare la trasformazione tumorale. Una tesi particolarmente suggestiva, pubblicata ora sulla prestigiosa rivista Cancer Research.
Considerata la rilevanza di questa ipotesi e la sua originalità, i ricercatori dell’ITB-CNR ritengono indispensabile che le tecniche della genomica vengano ora complementate con quelle della proteomica funzionale, che si propongono di studiare la funzione di ogni singola proteina.
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