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Dai
carotenoidi ancora un aiuto per la vista
di
Paola Franz
Secondo
l'Organizzazione Mondiale della Sanità nei prossimi dieci anni la
degenerazione maculare legata all'età (DMLE) si triplicherà. Le
maculopatie sono caratterizzate da un'alterazione della retina, in particolare della parte centrale del fondo oculare,
causano gravi e permanenti alterazioni della vista.
Dopo i cinquant'anni circa l'8% della popolazione è colpita da questa
patologia, l'incidenza della malattia raggiunge l'11% dopo i 60 anni, fino
ad arrivare al 27% dopo i 70,
le donne sono le più colpite. Pur
non essendo completamente note le cause della malattia, si è visto che vi
è sia una predisposizione ereditaria, sia una importante componete
nutrizionale. Partendo da quest'ultimo fattore sono stati condotti studi
volti a vedere quali potessero essere gli alimenti favorevoli e quali
sfavorevoli. È emerso che un'elevata assunzione di colesterolo, di acidi grassi
saturi ed il fumo sembrano essere i maggiori fattori di rischio. È
una patologia che attualmente rappresenta la maggiore causa di cecità
nei paesi industrializzati.
Nel mese di Giugno ci sono state due tavole
rotonde una a Milano e una a Roma dal titolo "Fattori nutrizionali: Update in tema di
maculopatie" coordinate dal Dott. Alfredo Pece di Milano, che hanno visto la presenza di alcuni fra i più autorevoli esponenti dell'oftalmologia italiana come: il Prof. R. Brancato (Milano), il Prof. F. Bandello (Udine), il Prof. M. Stirpe (Roma), il Prof. A. Giovannini (Ancona), la Dott.ssa M. Varano (Roma), il Dott. M. Santocono (Catania); insieme alla Prof.ssa Johanna Seddon (Boston), esperta a livello mondiale nel settore dei fattori nutrizionali.
La lettura magistrale della Prof.ssa J. Seddon, relativa a uno studio
recente effettuato negli Stati Uniti (Age Related Eye Disease Study), su
oltre 3.600 pazienti ad elevato rischio di maculopatia, ha confermato il ruolo
fondamentale dell'alimentazione. Infatti si è visto che con un
trattamento orale ad alte dosi di zinco e antiossidanti si può avere una
riduzione del 25% di uno stadio avanzato di questa patologia.
L'American Academy
ha inserito nelle linee guida per il trattamento delle forme intermedie di DMLE gli antiossidanti e le
vitamine.
Un'industria farmaceutica italiana metterà in commercio da Ottobre l'astaxantina,
una nuova molecola che aprirà nuovi orizzonti nella terapia di questa
malattia. L'astaxantina è un carotenoide di origine naturale con attività antiossidante 4 volte superiore alla
luteina, 10 volte superiore al betacarotene e da 100 a 500 volte superiore alla vitamina E; la molecola è in grado di attraversare la barriera
emato-retinica, concentrandosi nella retina senza effetti collaterali.
Il Dott. Alfredo Pece ha concluso ribadendo che nell'ambito della prevenzione di una patologia così ampiamente diffusa nella popolazione mondiale,
l'integrazione orale di dosaggi adeguati di vitamine, oligoelementi e carotenoidi ad azione combinata, rappresenta l'unico approccio terapeutico per rallentare e combattere la
DMLE.
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