Agenzia di Stampa

Anno 1 Numero 13 Mercoledì 03.07.02 ore 00.05

info@agenziastampa.org

Direttore Responsabile Guido Donati

   

Dai carotenoidi ancora un aiuto per la vista

di Paola Franz

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità nei prossimi dieci anni la degenerazione maculare legata all'età (DMLE) si triplicherà. Le maculopatie sono caratterizzate da un'alterazione della retina, in particolare della parte centrale del fondo oculare, causano gravi e permanenti alterazioni della vista. Dopo i cinquant'anni circa l'8% della popolazione è colpita da questa patologia, l'incidenza della malattia raggiunge l'11% dopo i 60 anni, fino ad arrivare al 27% dopo i 70, le donne sono le più colpite. Pur non essendo completamente note le cause della malattia, si è visto che vi è sia una predisposizione ereditaria, sia una importante componete nutrizionale. Partendo da quest'ultimo fattore sono stati condotti studi volti a vedere quali potessero essere gli alimenti favorevoli e quali sfavorevoli. È emerso che un'elevata assunzione di colesterolo, di acidi grassi saturi  ed il fumo sembrano essere i maggiori fattori di rischio. È una  patologia che attualmente rappresenta la maggiore causa di cecità nei paesi industrializzati.

Nel mese di Giugno ci sono state due tavole rotonde una a Milano e una a Roma dal titolo "Fattori nutrizionali: Update in tema di maculopatie" coordinate dal Dott. Alfredo Pece di Milano, che hanno visto la presenza di alcuni fra i più autorevoli esponenti dell'oftalmologia italiana come: il Prof. R. Brancato (Milano), il Prof. F. Bandello (Udine), il Prof. M. Stirpe (Roma), il Prof. A. Giovannini (Ancona), la Dott.ssa M. Varano (Roma), il Dott. M. Santocono (Catania); insieme alla Prof.ssa Johanna Seddon (Boston), esperta a livello mondiale nel settore dei fattori nutrizionali. La lettura magistrale della Prof.ssa J. Seddon, relativa a uno studio recente effettuato negli Stati Uniti (Age Related Eye Disease Study), su oltre 3.600 pazienti ad elevato rischio di maculopatia, ha confermato il ruolo fondamentale dell'alimentazione. Infatti si è visto che con un trattamento orale ad alte dosi di zinco e antiossidanti si può avere una riduzione del 25% di uno stadio avanzato di questa patologia. 

L'American Academy ha inserito nelle linee guida per il trattamento delle forme intermedie di DMLE gli antiossidanti e le vitamine.  Un'industria farmaceutica italiana metterà in commercio da Ottobre l'astaxantina, una nuova molecola che aprirà nuovi orizzonti nella terapia di questa malattia. L'astaxantina è un carotenoide di origine naturale con attività antiossidante 4 volte superiore alla luteina, 10 volte superiore al betacarotene e da 100 a 500 volte superiore alla vitamina E; la molecola è in grado di attraversare la barriera emato-retinica, concentrandosi nella retina senza effetti collaterali. 
Il Dott. Alfredo Pece ha concluso ribadendo che nell'ambito della prevenzione di una patologia così ampiamente diffusa nella popolazione mondiale, l'integrazione orale di dosaggi adeguati di vitamine, oligoelementi e carotenoidi ad azione combinata, rappresenta l'unico approccio terapeutico per rallentare e combattere la DMLE.

 

   
   

Archivio
Arte e cultura
Consumatori
Diritto
Etica
Eventi
Lavoro
Libri
Medicina
Nucleare Radioprotezione
Parchi
Scienza
Sessuologia

Link partner

venereologia.it  microcolposcopia.it  scienzaonline
paleofox.com
progettorwanda.it
ciaowebroma.it

Le Foto più belle 

       
Inizio pagina | Home | Media |  Motori di Ricerca |  Meteo   |  WebCam |  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa settimanale - Pubblicata a Roma - V. A. De Viti de Marco, 50