Agenzia di Stampa

Anno 1 Numero 1 Mercoledì 10.04.02 ore 23   

 Intervista 

Direttore Responsabile Guido Donati

   

Nuove tecnologie per la cura della cataratta 

di Paola Franz

La cataratta (katarrhaktes = che scende giù) è una malattia che colpisce generalmente, ma non esclusivamente, le persone anziane: il cristallino si opacizza progressivamente determinando un proporzionale abbassamento della visione; l’unico trattamento è quello chirurgico altrimenti può evolvere in una vera e propria forma di cecità. Ne abbiamo parlato con il Prof. Andrea Cusumano, Oculista all'Università "Tor Vergata" di Roma, docente di oftalmologia all'Università di Bonn e alla Cornell University di New York.

In che consiste l’intervento chirurgico e quali sono le tecniche adatte per questo tipo di patologia? "L’intervento di cataratta si propone di sostituire il cristallino opacizzato con uno artificiale, perfettamente trasparente, allo scopo di riattivare una visione nitida sottoponendo il paziente al minimo rischio di complicanze. Ciò si può realizzare in modo molto diverso con una tecnica chirurgica di tipo "convenzionale", o una "innovativa" caratterizzata dall’uso degli ultrasuoni: la facoemulsificazione (phakos = lente, emulsificazione), che rappresenta una vera e propria rivoluzione." 

L'occhio

Qual è il procedimento della tecnica "tradizionale"? "In questo tipo di intervento si effettua un'incisione corneale di circa 10 mm quindi si rimuove meccanicamente il cristallino opacizzato (cataratta). Generalmente al suo posto si inserisce un cristallino artificiale che consente di mettere di nuovo a fuoco sulla retina le immagini provenienti dall’ambiente esterno. La ferita chirurgica viene poi suturata con dei punti che devono essere rimossi successivamente. Ulteriori inconvenienti connessi all’esecuzione di questa tecnica sono: la possibilità di emorragie, l'aumento del rischio di infezioni, l'elevato astigmatismo dopo l’intervento, la lunga riabilitazione e la necessità di ricovero."

Questa nuova tecnica, invece, come viene eseguita e quali vantaggi prospetta? "Con la facoemulsificazione la rimozione della cataratta viene effettuata introducendo una sonda ad ultrasuoni in prossimità della cornea, attraverso una piccolissima incisione a "tunnel" di soli 3 mm. Il cristallino viene frammentato con gli ultrasuoni e contemporaneamente aspirato. Al suo posto viene in genere inserito un cristallino artificiale di tipo pieghevole. I vantaggi che derivano dall’introduzione della facoemulsificazione consistono principalmente: nell'eliminazione di emorragie durante l'asportazione del cristallino, nell'assenza praticamente totale di infezioni dopo l'intervento, inoltre non sono necessari né punti di sutura né il ricovero, il recupero postoperatorio è immediato e di solito non comporta problemi di astigmatismo."

Ci sono condizioni particolari in cui è indispensabile ricorrere all’uso di questa tecnica? "Le particolari prerogative della facoemulsificazione risultano determinanti nel raggiungimento del pieno successo chirurgico in alcune situazioni oculari considerate "a rischio". In particolare i pazienti che soffrono di una miopia elevata, e sono, quindi, esposti al possibile rischio di un distacco di retina, dovrebbero optare per un intervento con gli ultrasuoni. Solo con questa tecnica chirurgica è possibile eliminare le sollecitazioni meccaniche altrimenti esercitate sulla periferia della retina (particolarmente delicata in questi soggetti), riducendo il rischio di possibili complicanze. Inoltre questo tipo di intervento è indicato per coloro che soffrono di "glaucoma" (aumento patologico della pressione intraoculare). Esso, infatti, permette di mantenere una stabilità della pressione durante tutto l’intervento, aiutando a proteggere la funzionalità delle fibre nervose residue già notevolmente compromesse dalla malattia".

 
 

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