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di
Lorella Salce
Per la prima volta al mondo è stato eseguito un trapianto di mandibola da cadavere su un paziente affetto da una grave forma di tumore del cavo orale. Il ricevente è un uomo di 80 anni, originario del Lazio, con gravi difficoltà nel parlare, mangiare e respirare a causa del grave tumore da cui era affetto.
L’operazione, durata complessivamente 11 ore, è stata portata a termine da un’equipé composta da una decina di medici tra otorino laringoiatri, chirurghi plastici, anestesisti e personale di sala, guidata dal prof. Giuseppe Spriano, primario della Divisione di Otorinolaringoiatria e Chirurgia oncologica cervico facciale del Regina Elena.
“Fino ad oggi – spiega il prof. Spriano – l’infiltrazione del tumore alla mandibola veniva affrontata o asportando la mandibola, lasciando i malati con evidenti danni estetici e funzionali, oppure veniva praticato l’innesto di una placca di metallo, che però incontra alti rischi di rigetto (circa il 50%); oppure ancora con la sostituzione con un frammento osseo prelevato dalla gamba, il cui rimodellamento era enormemente difficoltoso. In tempi più recenti è stata messa a punto una nuova tecnica - di autotrapianto-, praticata finora in Italia solo al Regina Elena, all’Istituto Tumori di Milano e all’Istituto Europeo dei tumori – che prevede la rimozione della mandibola del paziente, la separazione del tumore, la sterilizzazione con un doppio processo di congelamento in grado di bloccare eventuali cellule tumorali che infiltrano l’osso, e ri-trapiantata. Una tecnica, quest’ultima, che ha già dato risultati eccellenti ma che non riusciva a risolvere i casi in cui il tumore aveva infiltrato profondamente l’osso. Da qui – prosegue Spriano - l’idea di prelevare la mandibola da un donatore cadavere, sterilizzarla e trattarla con radioterapia e congelamento, e reimpiantarla al paziente. Al fine di garantirne l’attecchimento, la mandibola viene avvolta dal periostio (la membrana nutritizia che fascia tutte le ossa) prelevato dal radio dell’avambraccio e reso vitale dalla presenza di un’arteria e di una vena del periostio stesso, innestate, con un autotrapianto microvascolare, ad una corrispondente arteria e vena del collo”.
Di fondamentale rilevanza la collaborazione con l’Istituto Rizzoli di Bologna, dove è stata prelevata e trattata la mandibola, per cui è stato così impostato un protocollo per questo primo espianto.
I tumori del cavo orale colpiscono soprattutto nella terza età, con una maggiore percentuale in fumatori ed alcolisti.
Grande soddisfazione è stata espressa dal prof. Francesco Cognetti, direttore scientifico del Regina Elena. Questo intervento –dice Cognetti - apre la strada a soluzioni terapeutiche per centinaia di pazienti fino ad oggi condannati da questa neoplasia. Siamo convinti che almeno il 15% dei circa 3000 pazienti che ogni anno ne vengono colpiti possano beneficiarne.”
Ampia soddisfazione è stata espressa dal Ministro Sirchia e dal Presidente della regione Lazio, Storace.
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