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di
Paola Franz
Il 28 Marzo alle ore 15, un ristoratore di 45 anni, si amputava la mano sinistra con un colpo netto dell’affilato coltello che stava
utilizzando mentre lavorava nel suo ristorante.
L’uomo rimaneva, sotto shock, accasciato sul pavimento del locale senza la forza di
reagire per molto tempo, a causa della copiosa perdita di sangue, procurata dalla amputazione dell’arto.
Solo in seguito, allarmati del suo ritardo nel rientro a casa, alcuni
familiari intervenivano chiedendo soccorso. L'uomo veniva trasportato d’urgenza al Pronto
Soccorso del Policlinico Umberto I° di Roma. Qui nel giro di circa mezz’ora dal suo arrivo veniva organizzato l’intervento di
reimpianto dell’arto, con la convocazione da parte della Direzione sanitaria dell’Ospedale, in Consulenza Esterna in Urgenza, del
Prof. Andrea Ortensi, Past-President della Società Italiana di Microchirurgia.
L’intervento iniziava alle ore 19.00; l’Equipe di Microchirurgia coordinata dal
Prof. Ortensi realizzava il reimpianto, dopo la stabilizzazione ossea con il collegamento delle due arterie della mano; in particolare per l’arteria
ulnare distrutta dal coltello per circa 7 centimetri, veniva utilizzato in sostituzione un tratto di vena prelevata dal braccio. Il diametro di queste strutture vascolari è di circa 2-2,5 millimetri. Alla fase di ricostruzione arteriosa e venosa, seguiva il collegamento dei
nervi responsabili della capacità di movimento dell’arto; così
venivano suturati il nervo mediano, l'ulnare ed i rami sensitivi del
nervo radiale. A distanza di circa 7 ore dall’inizio, il reimpianto era terminato.
La tecnica Microchirurgica utilizzata, l’uso del microscopio operatore con capacità di
ingrandimento di oltre 30 volte delle strutture anche del diametro inferiore ad un millimetro, consentivano la ripresa vitale
dell’arto.
Il paziente era in seguito ricoverato presso la Rianimazione del Policlinico, per le sue condizioni generali, aggravate dal lungo periodo di tempo trascorso tra l’incidente ed il ricovero in Ospedale.
Il Prof. Ortensi ha sottolineato la grande disponibilità dimostrata da tutto il personale
medico e paramedico sia nella fase operatoria che in quella di assistenza successiva. “Si tratta sempre di situazioni di grande emergenza, nelle quali bisogna agire velocemente e con efficienza; un minimo errore sia organizzativo che strettamente tecnico provoca il fallimento. La microchirurgia consente risultati importanti per i pazienti; tutto questo è però ottenibile solo a prezzo di grandi sacrifici da parte dei medici e dei paramedici per la complessità e per la lunga durata di questi interventi; spesso le strutture sono insufficienti, senza adeguati
mezzi, ed in qualche occasione un ruolo negativo gioca anche la assoluta indifferenza delle strutture organizzative e manageriali”.
Da sottolineare la Tac eseguita in urgenza dal Prof. Mario Bezzi per scongiurare il rischio di complicazioni gravi, possibili dopo interventi a lunga durata come un reimpianto di 7-8 ore. Una indagine vascolare è stata inoltre organizzata dal
Prof. Maurizio Bresadola a poche ore dal reimpianto per assicurare le condizioni di stabilità del circolo arterioso.
Il paziente è oggi in buone condizioni è tuttora ricoverato presso la II Clinica Chirurgica diretta dal Prof. Gabriele Lezoche dovranno trascorrere circa sei mesi per il recupero funzionale definitivo dell’arto.
Hanno partecipato Giuseppe Mennini, Roberto, Enrico Margaritondo, Franco Fenga, Marco Biffoni e Stefano Trinchi, Francesco Fabi, Francesca
Toni.
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