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Anno 1 Numero 26 Mercoledì 02.10.02 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Pedofilia, Burani Procaccini: "Ripartiamo dall'impegno dei ragazzi" 

 

Eidos Communication

Se ne parla solo quando scoppia un caso eclatante. Ma di pedofilia si dovrebbe parlare sempre. È quello che ha fatto un gruppo di 20 ragazzi dell’Istituto Quasar (design university), attraverso la realizzazione di opere grafiche che fanno riflettere su quanto si possa fare, anche in termini di impegno personale per sconfiggere questa terribile piaga.
Maria Burani Procaccini, Presidente della Commissione per l’Infanzia alla Camera, li ha voluti incontrare per ringraziarli del loro impegno e per fare il punto sulle attività che le istituzioni stanno predisponendo.
Tra le iniziative più rilevanti, un vademecum sull’uso delle nuove tecnologie disponibile tra pochi giorni per le famiglie italiane ed equipe psicopedagogiche integrate nelle strutture scolastiche. Maria Burani Procaccini, però, si batte anche per sensibilizzare ogni singola persona sull’opportunità di azioni personali di denuncia, quando si verificano casi evidenti di minori in difficoltà.
"Mi riferisco a quel mondo di bambini, venditori di rose, mendicanti e lavavetri che consideriamo solo dei figli sfortunati, ma in realtà non esistono proprio. Sono figli di nessuno, non iscritti a nessuna anagrafe. Bambini-ombra alla mercé di tutti coloro che li  usano per gli orrendi traffici di organi o di prostituzione". Maria Burani Procaccini, ha parlato della distribuzione di un vademecum per le nuove tecnologie. Esse risultano spesso la fonte principale di traffici orribili, soprattutto su internet. "Si deve lavorare, senza dubbio, su più fronti. Stabilendo un codice di comportamento che attribuisca ai provider un bollino di qualità e creando delle black list che elenchino tutti i siti potenzialmente pericolosi. Nella legge che abbiamo presentato contro la pedofilia, abbiamo chiesto che i file vengano conservati per un periodo di 5 anni, in modo da poter risalire nel tempo agli illeciti commessi. Ma è importante lavorare soprattutto sulla creazione di filtri sempre più sofisticati, che rendano difficoltoso l’accesso ai canali sui quali si concentrano i traffici vietati". 
Ma i pericoli vengono solo da internet?
"Indagini recentissime parlano di un uso preponderante delle nuovissime tecnologie per scopi pornografici. Addirittura, sembra che il 97% dei messaggi di nuova generazione che si possono scambiare tra telefoni cellulari, i cosiddetti MMS, abbiano come tema immagini proibite".
La pedofilia è un vorticoso giro di denaro e il sospetto è che non tutti remino sempre nella stessa direzione. Ha mai provato questa sgradevole sensazione? "Sfortunatamente, è una sensazione che ho provato sulla mia pelle già nel ’95, quando assieme al collega Nicola Bono (AN) presentai una mozione per rinforzare i controlli su Internet. Molti colleghi, che ora fingono di non ricordare, ci diedero dei visionari. Devo aggiungere che, purtroppo, l’impegno che ho profuso in tutti questi anni non è stato accompagnato, se si eccettua qualche caso, da una collaborazione significativa delle sinistre diessine o dei comunisti. Mentre ho sempre apprezzato le posizioni dei Popolari e di molti della Margherita".
Proprio l’opposizione l'ha accusata di non essere sufficientemente garantista quando ha proposto di escludere il patteggiamento per alcune fattispecie di reati legati alla pedofilia, bollando come incostituzionali queste richieste.
"Il Presidente emerito della Consulta ed ex ministro della Giustizia, Vassalli, ha formulato un parere favorevole alla mia richiesta, che produrrò in Commissione Giustizia come atto ufficiale e che toglie qualsiasi dubbio circa la possibilità di escludere il patteggiamento per questi reati. Resto più che mai dell’avviso che un garantismo falso non debba condizionare la difesa dei più deboli, dei bambini".
Da dove si può ripartire?
"Dall’impegno di questi ragazzi. Non c’è dubbio. La forza delle loro immagini è per tutti noi uno stimolo a proseguire nella lotta al mostro. Ho già contattato il presidente della Camera, Casini, per far diventare queste opere una mostra permanente da esporre a Montecitorio".

 


 

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