Anno 2 Numero 55 Mercoledì 23.04.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati
 

L’UNIVERSITÀ DI PARMA SELEZIONATA 
PER UNA RICERCA MEDICA STATUNITENSE 
SU SCALA MONDIALE 

Si tratta di uno studio di sei anni sui pazienti affetti da scompenso cardiaco

La sezione di Cardiochirurgia del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Ateneo parmense e la relativa Unità Operativa ospedaliera, diretta dal prof. Tiziano Gherli, unitamente al Dipartimento del Cuore dell’Azienda Ospedaliera “Maggiore” di Parma, è stata selezionata per una ricerca medica (“trial”) statunitense che verrà realizzata su scala mondiale.
La ricerca medica, denominata “Stich” (Surgery Treatment for Ischemic Heart failure, il trattamento chirurgico per lo scompenso cardiaco), durerà sei anni e verrà effettuata su pazienti affetti da cardiopatia ischemica associata a scompenso cardiaco.
Il progetto, di cui è referente per l’Ateneo parmense il prof. Cesare Beghi, è stato finanziato con 45 milioni di dollari dal Governo federale USA, ed è coordinato da due luminari della cardiologia e cardiochirurgia statunitense e mondiale, il prof. Eugene Braunwald dell’Università di Harvard ed il prof. Robert Jones dell’Università di Duke (North Carolina), quest’ultimo già ospite in passato della nostra Cardiochirurgia.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la causa più frequente di morte e di malattia nei Paesi occidentali; tra queste, lo scompenso cardiaco è la causa principale di insufficienza cardiaca ed è l’unico ad avere un’incidenza e una mortalità in aumento. Per tale patologia non esiste uno studio globale recente che dimostri la superiorità, in termini di sopravvivenza, della terapia chirurgica (vale a dire il by pass aortocoronarico) rispetto a quella medica (ossia la cura con i farmaci).
“Stich” è una ricerca di tipo multicentrico, coinvolge cioè una sessantina di Istituti universitari e ospedalieri di tutto il mondo (la maggior parte negli Stati Uniti): nel gruppo ristretto degli Istituti selezionati in Europa (Montecarlo, Friburgo e, in Italia, Parma, Milano e Bergamo), l’Ateneo parmense è l’unica Università a partecipare a questa ricerca.
“La ricerca “Stich”- afferma il prof. Cesare Beghi, docente di cardiochirurgia e medico dirigente dell’Unità Operativa ospedaliera- sarà suddivisa in due fasi: i primi tre anni serviranno per reclutare circa 70-80 pazienti dalle varie cardiologie afferenti, che verranno monitorati per i successivi tre anni con visite periodiche particolareggiate e questionari sulla qualità della vita. ”
“Il progetto di ricerca, particolarmente impegnativo,- prosegue il prof. Beghi- coinvolge interamente le strutture di cardiologia e cardiochirurgia dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera, con la collaborazione del primario di cardiologia dott. Diego Ardissino e del dott. Mario De Blasi; siamo chiamati a garantire costantemente un alto standard qualitativo del monitoraggio, sottoposto a verifiche non preventivate da parte della commissione di controllo della ricerca, che ha centro, per l’Europa, in Germania”.
Nell’ambito delle attività di ricerca e di sperimentazione dell’Ateneo parmense, è in fase di studio avanzato la creazione di un Centro interfacoltà di ricerca sperimentale e formazione biomedica con un particolare impegno rivolto alle patologie cardiovascolari, allo scopo di riunire capacità umane e risorse professionali e promuovere un centro di eccellenza nel settore biomedico.

 

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