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di
Paola Franz I
parlamentari europei hanno approvato la proposta di
regolamentazione
sull'etichettatura e la tracciabilità di organismi geneticamente
modificati (OGM), sulla base della relazione di Karin
Scheele (PSE,
A). Quest'ultima
ha sottolineato che obiettivo del regolamento è la maggiore protezione della salute umana e animale, nonché la tutela dell'ambiente e del consumatore in merito agli organismi geneticamente modificati. I deputati hanno raggiunto un
accordo sui seguenti punti: sarà fissata
una soglia per l'etichettatura allo 0,9% e non allo 0,5% come chiesto in precedenza dal
Parlamento; i sistemi e le procedure di conservazione delle
informazioni inerenti i prodotti transgenici dovranno essere
standardizzati; verrà creato un registro centrale degli OGM
autorizzati dalla Comunità Europea in cui verranno immagazzinati
tutti i dati relativi a tali prodotti.
Per non minare il consenso raggiungo con il Consiglio, i deputati hanno respinto l'emendamento secondo cui l'indicazione precisa delle miscele di OGM contenute in un prodotto non può essere sostituita da una dichiarazione dell'operatore. Essi hanno inoltre respinto l'emendamento che prevedeva, anche per i prodotti preconfezionati ottenuti a partire da OGM, specifiche menzioni sulle etichette. Il PE ha anche respinto la proposta di citare gli OGM sulle etichette se il prodotto finale è solo ottenuto a partire da OGM senza però contenerne.
Per quanto riguarda la coesistenza tra OGM e colture tradizionali,
non vi è stato un accordo globale, alcuni paesi vorrebbero una
regolamentazione a livello europeo, nove paesi vorrebbero misure
molto rigide che rendano possibile una separazione drastica fra
colture OGM e non, affinché i rischi di contaminazione siano
ridotti al minimo. Karin Scheele si dichiara soddisfatta per le norme
sull'etichettatura, che istituiscono un sistema più vicino al consumatore.
"I sondaggi dimostrano che gran parte dei consumatori vogliono sapere se gli alimenti contengono OGM, ma un aspetto talvolta trascurato consiste nell'indicare la presenza di OGM anche sulle etichette di mangimi; tale questione deve essere
risolta", ha affermato la Scheele. Quanto alla soglia dello 0,9%, indicata nella posizione comune, la relatrice ha chiarito che si tratta di un valore relativo solo alla contaminazione accidentale o tecnicamente
inevitabile. I regolamenti approvati non rendono automatica la
revoca delle autorizzazioni di importazione e vendita già accordate
agli OGM (colza, mais, soia, ecc.) prima dell'entrata in vigore di
questo regolamento, infatti ogni anno sono importate nei paesi
dell'Unione ben trentacinque tonnellate di soia transgenica.
Secondo
Greenpeace gli Stati membri dell’Unione dovrebbero forzare la Commissione Europea a non permettere alcuna contaminazione genetica nelle sementi e
proporre una legislazione legalmente vincolante, concernente le misure anti-contaminazione, rendendo i produttori transgenici finanziariamente responsabili per le potenziali perdite economiche degli agricoltori convenzionali e biologici, causate dalla contaminazione genetica.
“Prevenire la contaminazione genetica deve essere ora la massima priorità per l’UE. Se non vengono adottate misure idonee per proteggere i raccolti tradizionali e biologici dalla contaminazione genetica, a cominciare dalle sementi, il nuovo sistema di etichettatura rischierebbe di diventare inutile nel giro di pochi anni, perché sarebbe sempre più difficile garantire forniture non-OGM”, ha aggiunto Federica
Ferrario (campagna OGM di Greenpeace).
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