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Anno 1 Numero 33 Mercoledì 20.11.02 ore 23.45 |
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Direttore Responsabile Guido Donati |
De Petris: "Le viti OGM non fanno
il vino DOC" La recente approvazione della direttiva europea 2002/11/CE del Consiglio, del 14 febbraio 2002, relativa alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione vegetativa della vite, ha subito allarmato i produttori italiani, le associazioni dei consumatori e l’associazione rappresentativa degli enti locali interessati, che vi hanno i visto i precedenti per l’utilizzazione nelle colture di varietà di vite geneticamente modificate. |
denominazioni d’origine DOCG, DOC e IGT nel
caso di utilizzazione di varietà di vite o microrganismi (lieviti e batteri)
sottoposti a manipolazione genetica. “Il prestigio del vino come prodotto genuino - si legge nella relazione di presentazione del disegno di legge - fortemente legato alle tradizioni del territorio e alle caratteristiche ambientali delle nostre colline e, in particolare, nelle sue espressioni di qualità superiore, sull’esaltazione delle differenze in termini di colore e sapore e su un rapporto di fiducia con il consumatore, potrebbe essere intaccato dal processo di omologazione insito nell’adozione delle biotecnologie in agricoltura, già evidente in altri settori”.
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a un progressivo miglioramento della specializzazione produttiva, hanno consentito ai produttori nazionali di recuperare la fiducia dei consumatori. Di conseguenza, negli ultimi anni si è assistito a un notevole aumento delle superfici destinate alla produzione d i vini di denominazione di origine controllata (DOC), controllata e garantita (DOCG) e di indicazione geografica tipica (IGT). |
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