Agenzia di Stampa

Anno 1 Numero 40 Mercoledì 08.01.03 ore 23.45

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Direttore Responsabile Guido Donati

   

Gruppi sanguigni, alimentazione e programma di vita

 

 

di Paola Franz 

Il naturopata statunitense Peter J. D'Adamo ha ideato per primo la dieta basata sui gruppi sanguigni. In base al gruppo di appartenenza (0, A, B o AB) si possono mangiare o meno alcuni alimenti. Ma non solo! Il naturopata da indicazioni precise anche per quanto riguarda il programma di vita che bisogna avere, per cui consiglia "l'insieme di terapie alimentari, comportamentali e ambientali studiate per aiutarvi a vivere nel modo più consono al vostro gruppo sanguigno".

Secondo D'Adamo i gruppi sanguigni si sono formati durante l'evoluzione dell'uomo, in questi è contenuto il messaggio genetico che differenzia lo stile alimentare e comportamentale. Sempre secondo questa teoria molti alimenti possono agglutinare le cellule di alcuni gruppi sanguigni creando un "rigetto" seppur in scala ridotta simile a quello dei trapianti fatti con organi non compatibili. Una stessa sostanza nutritiva può essere dannosa per per una persona appartenente ad un gruppo e positiva per una di un gruppo diverso. Ciò è sostenuto dal fatto che molti antigeni presenti negli alimenti hanno proprietà simili agli antigeni del gruppo A o B. Implicate nella questione sono in particolare le lectine, proteine che variano da un alimento ad un altro, se ingeriamo lectine non compatibili con il nostro gruppo scateniamo le difese immunitarie contro queste sostanze "nocive", poiché queste lectine rischierebbero di far agglutinare le cellule sanguigne, con conseguenze dannose all'organismo (infiammazioni intestinali, ritenzione idrica, ecc.). Ma questa teoria è scientifica? Intanto già dal punto di vista statistico è molto difficile sostenerla, infatti è un po' semplicistico suddividere le varie patologie in soli quattro gruppi.

Egli afferma che coloro che appartengono al gruppo 0 sarebbero soggetti a disturbi infiammatori e circolatori, patologie cardiache, malattie autoimmuni, ecc. Il gruppo A sarebbe a rischio per il cancro, i calcoli, ecc. Quelli del gruppo B avrebbero disturbi alla pressione del sangue, infezioni virali croniche, sindrome da affaticamento cronico, ecc. Coloro che appartengono al gruppo AB, sarebbero predisposti all'ipertensione, all'osteoporosi, alla trombosi cerebrale, ecc. Nella realtà non è così. Attraverso screening sulla popolazione non sono state rilevate sufficienti prove che indichino un legame diretto fra gruppi sanguigni e patologie. Ne è un esempio quello della intolleranza al glutine, che colpisce soggetti che appartengono a differenti gruppi sanguigni.

 

 

 

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