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di
Paola Franz
Il
naturopata statunitense Peter J. D'Adamo ha ideato per primo la
dieta basata sui gruppi sanguigni. In base al gruppo di appartenenza
(0, A, B o AB) si possono mangiare o meno alcuni alimenti. Ma non
solo! Il naturopata da indicazioni precise anche per quanto riguarda
il programma di vita che bisogna avere, per cui consiglia
"l'insieme di terapie alimentari, comportamentali e ambientali
studiate per aiutarvi a vivere nel modo più consono al vostro
gruppo sanguigno".
Secondo D'Adamo i gruppi sanguigni si sono
formati durante l'evoluzione dell'uomo, in questi è contenuto il
messaggio genetico che differenzia lo stile alimentare e
comportamentale. Sempre secondo questa teoria molti alimenti possono
agglutinare le cellule di alcuni gruppi sanguigni creando un
"rigetto" seppur in scala ridotta simile a quello dei
trapianti fatti con organi non compatibili. Una stessa sostanza
nutritiva può essere dannosa per per una persona appartenente ad un
gruppo e positiva per una di un gruppo diverso. Ciò è sostenuto
dal fatto che molti antigeni presenti negli alimenti hanno proprietà
simili agli antigeni del gruppo A o B. Implicate nella questione
sono in particolare le lectine, proteine che variano
da un alimento ad un altro, se ingeriamo lectine non compatibili con
il nostro gruppo scateniamo le difese immunitarie contro queste
sostanze "nocive", poiché queste lectine rischierebbero
di far agglutinare le cellule sanguigne, con conseguenze dannose
all'organismo (infiammazioni intestinali, ritenzione idrica, ecc.).
Ma questa teoria è scientifica? Intanto già dal punto di vista
statistico è molto difficile sostenerla, infatti è un po'
semplicistico suddividere le varie patologie in soli quattro gruppi.
Egli afferma che coloro che appartengono al gruppo 0 sarebbero
soggetti a disturbi infiammatori e circolatori, patologie cardiache,
malattie autoimmuni, ecc. Il gruppo A sarebbe a rischio per il
cancro, i calcoli, ecc. Quelli del gruppo B avrebbero disturbi alla
pressione del sangue, infezioni virali croniche, sindrome da
affaticamento cronico, ecc. Coloro che appartengono al gruppo AB, sarebbero predisposti all'ipertensione, all'osteoporosi, alla trombosi
cerebrale, ecc. Nella realtà non è così. Attraverso screening sulla popolazione
non sono state rilevate sufficienti prove che indichino un legame
diretto fra gruppi sanguigni e patologie. Ne è un esempio quello della intolleranza al glutine,
che colpisce soggetti che appartengono a differenti gruppi
sanguigni.
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