Anno 2 Numero 48 Mercoledì 05.03.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

PUBBLICATO UNO STUDIO FAO E OMS SUI RAPPORTI TRA DIETA E MALATTIE CRONICHE


FAO

Minor quantità di grassi saturi, zucchero e sale, maggior quantità di frutta e verdure, esercizio fisico sono necessari per contrastare malattie cardiovascolari, tumori, diabete e obesità

Ginevra/Roma, 3 marzo 2003 – Una dieta povera di cibi ad alto apporto energetico, quali grassi saturi e zuccheri, ma ricca di frutta e verdure, ed una vita attiva sono tra le misure atte a combattere le malattie croniche raccomandate da un rapporto di esperti indipendenti preparato dalle due Agenzie delle Nazioni Unite.

Commissionato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il rapporto mira a proporre nuove raccomandazioni da rivolgere ai governi in merito a dieta ed esercizi per fronteggiare la crescente mortalità dovuta a malattie croniche, quali quelle cardiovascolari, i tumori, il diabete e l’obesità. Nel 2001 le morti da tali malattie hanno rappresentato circa il 59% del totale di 56,5 milioni di morti nel mondo ed il 46% della cifra totale di malattie.

“Questo rapporto è di grande importanza perché contiene le migliori prove scientifiche attualmente disponibili e valutate da un gruppo di esperti di estrazione mondiale sulla relazione intercorrente tra malattie croniche e dieta, nutrizione ed attività fisica” – ha dichiarato il dr. Ricardo Uauy, capo dell’Istituto cileno di nutrizione e di tecnologia dell’alimentazione e docente di nutrizione e salute pubblica alla Facoltà di igiene e medicina tropicale dell’Università di Londra, che ha presieduto il gruppo. 

Il rapporto offre consigli su come modificare la dieta quotidiana ed aumentare il dispendio di energia, mediante: 

- riduzione dei cibi altamente energetici, ricchi di grassi saturi e zucchero; 
- riduzione della quantità di sale; 
- aumento della quantità di frutta e verdure; 

- moderata attività fisica per almeno un’ora al giorno. 
Basato sull’analisi delle migliori prove disponibili e sul giudizio collettivo dei trenta esperti, il rapporto rileva che l’apporto energetico quotidiano dovrebbe equivalere all’energia spesa. E’ provato che un consumo eccessivo di cibi altamente energetici può provocare aumento di peso; occorre – secondo il rapporto – porre un limite ai consumi di grassi saturi, di zuccheri e di sale, che si trovano spesso nelle merendine, nei cibi trattati e nelle bibite. La qualità dei grassi e degli oli ingeriti, nonché la quantità di sale consumato, può pure influire sulle malattie cardiovascolari quali infarti e colpi apoplettici.

Il rapporto viene reso noto mentre l’OMS sta preparando una Strategia mondiale sulla dieta, l’attività fisica e la salute, a seguito di una risoluzione adottata nel maggio 2002 dall’Assemblea mondiale della sanità. Esso sarà pubblicato ufficialmente ad aprile come rapporto tecnico FAO/OMS, unitamente ad una valutazione delle due Organizzazioni e delle direttrici di azione per dar seguito alle raccomandazioni. Il rapporto costituirà un contributo scientificamente accurato all’elaborazione della Strategia globale, mirante a ridurre il crescente fardello delle malattie cardiovascolari, di varie forme di tumori, dell’obesità, osteoporosi e patologie dentarie. 

La FAO coadiuva l’OMS nell’elaborazione della Strategia. Sulla base delle risultanze del rapporto, essa si occuperà di identificare le esigenze informative e di valutare le implicazioni delle raccomandazioni su tutti gli aspetti della catena alimentare, nonché sulle politiche agricole e commerciali. 

Il rapporto servirà alle autorità nazionali e regionali quale punto di riferimento per l’emanazione di direttive specifiche sulla dieta e sull’esercizio fisico per le rispettive comunità locali. “Esso offre – ha dichiarato Uauy - obiettivi dietetici e di livelli di attività fisica coerenti con le esigenze di una buona salute e della prevenzione delle principali malattie connesse con la nutrizione”.

Inurbamento e aumento delle malattie croniche 
Molte delle morti da malattie croniche sono dovute a fattori di rischio che potrebbero essere facilmente prevenuti, quali

· alta pressione sanguigna; 
· alti livelli di colesterolo 
· obesità 
· scarsi livelli di attività fisica. 

Nei paesi in via di sviluppo si soffre sempre più di malattie croniche: questo è un cambiamento radicale rispetto a pochi decenni or sono, quando le malattie croniche erano appannaggio del mondo ricco e industrializzato. L’inurbamento crescente di contadini che abbandonano la terra per raggiungere la città è una delle cause di questo fenomeno.

Gli abitanti delle città tendono a consumare cibi altamente energetici. Cambiamento rapido di dieta e sedentarietà producono sulle persone povere conseguenze drastiche.

Le raccomandazioni specifiche contenute nel rapporto includono la limitazione dei grassi dal 15 al 30 per cento dell’assunzione quotidiana di energia: di questi, i grassi saturi dovrebbero costituire non più del 10 per cento. I carboidrati dovrebbero costituire il grosso – dal 55 al 75 per cento - delle energie da assumere quotidianamente e gli zuccheri non dovrebbero superare il 10 per cento. Le proteine dovrebbero fornire il 10-15 per cento delle calorie e il sale dovrebbe rimanere al di sotto dei 5 grammi al giorno. Frutta e verdure dovrebbero raggiungere almeno 400 grammi al giorno.

Nel ricordare che le malattie croniche non sono causate soltanto dall’eccesso di cibo ma anche da diete squilibrate, il rapporto menziona l’influenza del consumo di sale sull’ipertensione e dei grassi saturi sul colesterolo.

Quanto all’attività fisica, essenziale per determinare la quantità di energia spesa quotidianamente, occorre che ogni giorno la si eserciti, sia pur moderatamente, per esempio con un’ora di cammino.

L’OMS e la FAO sperano che le conclusioni del rapporto offrano agli stati membri una base sufficiente per preparare le loro politiche sanitarie nazionali. Il rapporto invita i governi a puntare su direttive semplici e realistiche: l a Finlandia e il Giappone, che sono intervenuti attivamente sui comportamenti dietetici delle rispettive popolazioni, hanno assistito ad una sensibile diminuzione dei fattori di rischio e delle malattie croniche. 

L’operazione dovrebbe promuovere rapporti di collaborazione tra comunità e governi, incoraggiare iniziative locali a livello scolastico e di ambienti di lavoro, coinvolgendo anche l’industria alimentare.

Lucia D’Aleo

Inizio pagina | Home | Archivio  Motori di Ricerca Links  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale