Anno 2 Numero 58 Mercoledì 14.05.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

BSE: GLI ERRORI DEL PASSATO NON SONO SERVITI?

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STANNO PER TORNARE LE FARINE DI PESCE PER L'ALIMENTAZIONE DEL BESTIAME? 

Firenze, 13 Maggio 2003. Sbagliando s'impara. Una massima della quotidianità che dovrebbe essere acquisita dai piu'. Ma sembra che cosi' non sia per la encefalopatia spongiforme, al secolo "mucca pazza" o Bse. Stiamo ancora aspettando una risposta (l'abbiamo chiesta lo scorso 18 aprile) dal ministero delle Politiche Agricole rispetto alla normativa comunitaria (entrata in vigore questo mese) che consente l'utilizzo di farine animali ricavate dagli scarti della macellazione come fertilizzanti per gli ortaggi. Avevamo chiesto che, visti i danni accertati che queste farine avevano fatto nella diffusione della Bse, ci si rassicurasse su questo nuovo uso: siamo sicuri che come fertilizzanti non provocano gli stessi danni (o nuovi danni .. comunque danni) come nel caso dei bovini? Ma oggi, eccone un altro. Nelle scorse settimane il ministro peruviano della produzione, Eduardo Iriarte, in visita a Roma, si era mostrato ottimista perche' nel prossimo mese di luglio, a suo avviso, dovrebbe essere rivisto l'attuale embargo della Ue nei confronti dell'uso di farina di pesce per l'alimentazione del bestiame. L'ottimismo del ministro del Peru' nascerebbe dalla mancanza di obiezioni registrate nella stessa sede comunitaria, nonche' da parte di Francia e Germania. L'embargo risale a due anni fa, quando si era nel pieno del ciclone Bse e tutti, con i ritardi che stiamo ancora scontando (e' di ieri un nuovo caso Bse vicino Parma), concordarono per questa misura preventiva. Ora il Peru', in accordo con il Cile, dice che esiste uno studio della commissione Fao per la pesca che scagionerebbe il pericolo Bse nell'uso delle farine ittiche, perche' a provocare il morbo sarebbero solo le farine di animali terrestri. A parte che questo studio lo vogliamo vedere e non solo sentirlo enunciato (e per ora non lo abbiamo trovato da alcuna parte), niente ci toglie dalla testa che il problema potrebbe essere un altro. E cioe' che la Bse nasce dal fatto che ad animali erbivori si fa mangiare altro che non sia vegetale. E' per ora acclarato per il cannibalismo a cui sono stati sottoposti i bovini con le farine animali. Ma niente ci dice che il problema non fosse tanto nel cannibalismo (per cui andrebbero bene le farine ittiche), ma nel trasformare un organismo che si nutre di prodotti erbivori in uno onnivoro (come gli esseri umani, per esempio). Noi non abbiamo una risposta, ma un dubbio grande quanto tutta l'Europa, le carcasse dei bovini macellati in seguito all'epidemia ancora in corso di Bse (e i soldi comunitari -nostri- che ogni allevatore ha incassato per questo), e grande quanto gli umani che ne sono rimaste vittime. Per questo chiediamo che in sede comunitaria (compresi gli europarlamentari a cui inviamo questa nota), di fronte al dubbio non si ceda per onorare un business che, pur se Cile e Peru' continuano a farlo con alcuni Paesi del Sudest asiatico, non e' detto che sia cio' che ci manca e ci necessita. 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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