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di
Paola Franz
Alla
nascita il feto è sottoposto ad uno sforzo considerevole che fa
aumentare i livelli di adrenalina e di noradrenalina cioè gli
ormoni dello stress (catecolammine). Questi ormoni favoriscono la
sopravvivenza del neonato, ripuliscono i polmoni e facilitano la
respirazione normale. Il parto naturale agevola,
quindi, la respirazione e aiuta il bambino a sopravvivere nelle prime ore
dalla nascita. Si è visto che i bambini che nascono con il parto
cesareo hanno i livelli di questi ormoni più bassi, e in effetti
hanno più difficoltà respiratorie, invece quelli che nascono
sempre con il cesareo ma che hanno vissuto il travaglio hanno un
livello di questi ormoni poco più basso rispetto ai bambini nati
naturalmente. Le agevolazioni del parto naturale non riguardano solo
la respirazione, il neonato è avvantaggiato anche per quanto
riguarda il metabolismo, per cui ha a disposizione riserve
energetiche che alimentano le cellule, nel sangue dei bambini nati
in modo naturale sono stati rilevati livelli di glucosio e di altre
sostanze più alti rispetto a quelli nati con il cesareo. Inoltre
anche l'irrorazione sanguigna degli organi vitali è migliore.
L'Italia è il paese europeo che ha la percentuale più alta di
parti cesarei, nel 1980 erano circa l'11%, nel 2000 siamo arrivati
al 33,2%, superiamo il 10-15% che viene indicato dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità. Nel nostro paese ci sono forti differenze
tra una regione e l'altra, in Campania, per esempio, abbiamo
raggiunto dei livelli impressionanti, infatti nel 2000 la
percentuale dei parti cesarei ha raggiunto il 51,4%. A Roma la
percentuale è del 40% e sembra essere in continuo aumento. In altre
zone, invece, le percentuali dei cesarei sono intorno all'11-13%.
La
mortalità e la possibilità di complicanze per la madre dopo il
parto cesareo sono nettamente superiori. Una delle cause che
determina il ricorso al cesareo è la paura da parte del
personale sanitario dei pericoli legati alla sofferenza fetale, e
quindi ai problemi medico legali. Un altro aspetto importante che
emerge è la cattiva informazione sulla gravidanza e sul parto che
viene data alle partorienti, questo accade soprattutto al sud e con
donne di bassa istruzione. Quelle che hanno seguito dei corsi di
preparazione al parto rischiano di meno di dover subire un cesareo,
purtroppo solo il 30% delle gestanti partecipa a questi corsi, con
punte minime del 10% al sud e massime del 42% al nord. Vi è un'esasperata medicalizzazione di un evento che dovrebbe essere naturale e il
parto cesareo immotivato è il livello massimo di questo
fenomeno. Bisogna cercare di far recuperare alle donne una
consapevolezza e un potere decisionale che le riguarda, nonché una
maggiore conoscenza della fisiologia della gravidanza e del parto
che sono fenomeni del tutto naturali ricchi di sensazioni ed
emozioni.
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