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di
Guido Donati
L'episiotomia, nata
nel 1920, è l'intervento chirurgico che consiste nell'incisione dei
muscoli della vagina e del perineo durante il parto soprattutto
nella prima gravidanza, per evitare la lacerazione del perineo o
della vulva allargando il canale del parto durante la fase espulsiva
del nascituro, impedisce alla testa di forzare contro i muscoli
perineali e riduce i tempi di espulsione, risultando di grande aiuto
per evitare una sofferenza fetale. In America latina nel 70% dei
parti vaginali si usa l'episiotomia, in Argentina nell'80%, in
Africa e nei Paesi in via di sviluppo nel 36%, in media nel mondo
nel 40% e in certi Paesi nella quasi totalità dei parti effettuati
in strutture Ospedaliere. Questa pratica che fino a qualche anno fa
era ritenuta indispensabile in moltissimi casi, trova ora una
battuta d'arresto. Negli Stati Uniti, ad esempio, si è scesi dal
65% del 1979 al 39% del 1997. In Gran Bretagna nel 1980 metà dei
parti era con episiotomia calò nel 1985 al 37% ed a Liverpool nel
1997 si arrivò al 16% delle nascite. Da un'analisi condotta alla
School of Medicine dell'Università di Pittsburgh risulta che solo
il 20% dei casi necessiterebbe di questa pratica. Da un'inchiesta
effettuata su medici di diversi Paesi in via di sviluppo è emerso
che certe episiotomie venivano realizzate solo allo scopo di
permettere agli studenti di ginecologia e ostetricia di fare pratica
nel procedimento. A tal proposito è interessante uno studio
condotto in Burkina Faso, Paese dove molto spesso sono carenti sia i
fili di sutura sia gli antibiotici e dove si effettua l'episiotomia
nel 43 % dei parti. Secondo altri studi la necessità di intervenire
con l'episiotomia sarebbe minore del 10% senza che si abbiano
problemi per la madre ed il nascituro. Si è visto che negli Stati
Uniti le giovani bianche che effettuavano il parto con
un'assicurazione e quindi venivano seguite passo passo dal proprio
ginecologo erano quelle meno sottoposte a questa pratica. Secondo
uno studio condotto presso l'Università di Ottawa (Canada) le donne
sottoposte ad episiotomia presentavano disturbi nel post-partum:
emorragie, dolori, infezioni più severe, e problemi sessuali
superiori a quelle che non l'avevano subita. Va ricordato che
secondo alcune statistiche il 5% delle episiotomie medie si
estendono al retto, ne può conseguire incontinenza fecale e perdita
del controllo dei gas, alcune dovranno perciò sottomettersi ad
un'ulteriore intervento chirurgico, mentre solo una donna su 26
subisce il medesimo danno a causa della mancata episiotomia. La
episiotomia routinaria non avrebbe perciò senso, va sempre
ricordato che ogni essere umano è un individuo a se e ciò che può
essere valido per una persona non lo è per un'altra, quindi va
studiato il caso e deciso al momento il da farsi. L'alternativa è
anche una buona preparazione al parto con esercizi destinati a
distendere i muscoli vaginali e perineali da effettuarsi già mesi
prima del parto. |
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specialista in
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