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Anno 2 Numero 41 Mercoledì 15.01.03 ore 23.45

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Direttore Responsabile Guido Donati

 

 

Diminuisce l'utilizzo della pratica dell'episiotomia

 

 

 di Guido Donati

L'episiotomia, nata nel 1920, è l'intervento chirurgico che consiste nell'incisione dei muscoli della vagina e del perineo durante il parto soprattutto nella prima gravidanza, per evitare la lacerazione del perineo o della vulva allargando il canale del parto durante la fase espulsiva del nascituro, impedisce alla testa di forzare contro i muscoli perineali e riduce i tempi di espulsione, risultando di grande aiuto per evitare una sofferenza fetale. In America latina nel 70% dei parti vaginali si usa l'episiotomia, in Argentina nell'80%, in Africa e nei Paesi in via di sviluppo nel 36%, in media nel mondo nel 40% e in certi Paesi nella quasi totalità dei parti effettuati in strutture Ospedaliere. Questa pratica che fino a qualche anno fa era ritenuta indispensabile in moltissimi casi, trova ora una battuta d'arresto. Negli Stati Uniti, ad esempio, si è scesi dal 65% del 1979 al 39% del 1997. In Gran Bretagna nel 1980 metà dei parti era con episiotomia calò nel 1985 al 37% ed a Liverpool nel 1997 si arrivò al 16% delle nascite. Da un'analisi condotta alla School of Medicine dell'Università di Pittsburgh risulta che solo il 20% dei casi necessiterebbe di questa pratica. Da un'inchiesta effettuata su medici di diversi Paesi in via di sviluppo è emerso che certe episiotomie venivano realizzate solo allo scopo di permettere agli studenti di ginecologia e ostetricia di fare pratica nel procedimento. A tal proposito è interessante uno studio condotto in Burkina Faso, Paese dove molto spesso sono carenti sia i fili di sutura sia gli antibiotici e dove si effettua l'episiotomia nel 43 % dei parti. Secondo altri studi la necessità di intervenire con l'episiotomia sarebbe minore del 10% senza che si abbiano problemi per la madre ed il nascituro. Si è visto che negli Stati Uniti le giovani bianche che effettuavano il parto con un'assicurazione e quindi venivano seguite passo passo dal proprio ginecologo erano quelle meno sottoposte a questa pratica. Secondo uno studio condotto presso l'Università di Ottawa (Canada) le donne sottoposte ad episiotomia presentavano disturbi nel post-partum: emorragie, dolori, infezioni più severe, e problemi sessuali superiori a quelle che non l'avevano subita. Va ricordato che secondo alcune statistiche il 5% delle episiotomie medie si estendono al retto, ne può conseguire incontinenza fecale e perdita del controllo dei gas, alcune dovranno perciò sottomettersi ad un'ulteriore intervento chirurgico, mentre solo una donna su 26 subisce il medesimo danno a causa della mancata episiotomia. La episiotomia routinaria non avrebbe perciò senso, va sempre ricordato che ogni essere umano è un individuo a se e ciò che può essere valido per una persona non lo è per un'altra, quindi va studiato il caso e deciso al momento il da farsi. L'alternativa è anche una buona preparazione al parto con esercizi destinati a distendere i muscoli vaginali e perineali da effettuarsi già mesi prima del parto.

 

 

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