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WWF: “POVERTA’ E’ VERA CAUSA DELLA FAME NEL MONDO
E NON SCARSITA’ DI CIBO”
OGM non sono la soluzione: “modificare” invece le politiche economiche
che cancellino il debito del Terzo mondo
www.wwf.it
Una migliore distribuzione delle risorse naturali ed una politica economica che elimini le barriere commerciali che affliggono ancora oggi i paesi del terzo mondo. Sono queste alcune delle soluzioni auspicate dal WWF per risolvere la fame nel mondo. Rischia, infatti, di essere un’illusione quella che spinge all’impegno di OGM in agricoltura per sfamare i poveri del mondo.
E’ la povertà e non certo la mancanza di cibo la vera causa della fame. Ancora oggi c’è la convinzione che la fame sia il risultato della mancanza di risorse alimentari e che all’origine di questo problema vi sia la scarsità di raccolti dovuta alle precipitazioni e all’aridità del suolo. Questa rischia di essere una scusa per molti paladini della ricerca, finanziati dalle grandi compagnie multinazionali, impegnati in molte campagne sulla necessità dell’utilizzo degli OGM in agricoltura per far fronte alle carenze alimentari dovute, secondo le loro tesi, ad un impoverimento graduale delle risorse agricole di molti dei paesi più poveri. Ci auguriamo che il puntale lavoro di raccolta delle informazioni a cui sta procedendo il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sugli OGM potrà tenere conto anche di questi principi.
Il WWF sosterrà questi stessi principi anche attraverso l’adesione alla Campagna nazionale “Questo mondo non è in vendita” promossa da decine di movimenti e associazioni tra cui Banca Etica, Campagna Riforma Banca Mondiale, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, CIPSI, Mani tese, Rete Lilliput, Terra Nuova, in vista della prossima riunione del WTO che si terrà a Cancun il prossimo 11-14 settembre.
E’ difficile, invece, credere che l’interesse che muove la produzione di organismi geneticamente modificati in campo agricolo sia proprio quello di venire incontro agli affamati ed ai diseredati del pianeta. In realtà, ricorda il WWF, la fame è il prodotto delle decisioni economiche e politiche umane. Sono i programmi di aggiustamento strutturale promossi dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale che insieme al continuo incremento dei debiti hanno indotto molti governi dei paesi ancora in via di sviluppo (i più colpiti dalla povertà e dal fenomeno della malnutrizione) a ridurre la spesa pubblica, a tagliare gli aiuti alimentari, ad abolire i sussidi per le principali colture accentuando i fenomeni di povertà. E’ ormai noto che negli ultimi decenni molte nazioni indebitate con i ricchi paesi del Nord del mondo, nel tentativo di guadagnare valuta straniera con cui sanare i propri debiti puntano sulle esportazioni, in particolare dei prodotti alimentari, a discapito della propria produzione agricola ed alimentare interna.
E’ questo che provoca, come conseguenza, la dipendenza di queste nazioni dai paesi stranieri più ricchi circa alcuni alimenti primari, rendendoli vulnerabili alle fluttuazioni dei prezzi ed alle svalutazioni monetarie. Inoltre si sa che nei paesi ricchi una parte significativa della produzione cerealicola viene destinata all’alimentazione del bestiame, diminuendo fortemente il potenziale per l’alimentazione umana.
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