Anno 2 Numero 65 Mercoledì 02.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

APPELLO DEL WFP PER 308 MILIONI DI DOLLARI ALL'AFRICA AUSTRALE DOVE L'HIV/AIDS MINACCIA LA RIPRESA E I BISOGNI ALIMENTARI RESTANO ELEVATI



www.wfp.org 


GINEVRA/ROMA ? Il bisogno di aiuti alimentari in Africa australe
rimane elevato a causa delle pioggie sporadiche, del deteriorarsi
delle economie e dell'impatto devastante dell'HIV/AIDS sulle
comunità della regione, ha detto oggi il Programma Alimentare
Mondiale delle Nazioni Unite (WFP).

L'agenzia sta chiedendo 308 milioni di dollari per finanziare quasi
540.000 tonnellate di cibo, abbastanza per sfamare 6.5 milioni di
persone sino a giugno del prossimo anno. Il WFP è impegnato, nella
regione, in progetti alimentari di emergenza dal 2001: il picco
delle operazioni è stato raggiunto lo scorso anno quando 10,2
milioni di persone hanno ricevuto aiuti alimentari dal WFP.

"Finchè la gente non avrà le risorse necessarie a far fronte ai
periodi di crisi, essa sarà esposta ai disastri naturali come le
inondazioni e la siccità, ai rivolgimenti economici e politici e
alla pandemia dell'HIV/AIDS" ha detto James T. Morris, Direttore
Esecutivo del WFP. "L'HIV/AIDS sta colpendo gli agricoltori in
Africa australe prima ancora che possano seminare il proprio
raccolto e riconquistare la sicurezza alimentare erosa nell'ultimo
anno".

L'Africa australe ha il più alto tasso di diffusione dell'HIV nel
mondo. In tutta la regione c'è stato un allarmante aumento del
numero dei bambini capofamiglia, dei malati cronici e degli anziani.
Inoltre, dato che la produttività delle campagne è la più colpita
dalla pandemia di HIV/AIDS, è verosimile che la scarsità alimentare
persista.

Lo Zimbabwe sta fronteggiando enomi sfide alla propria sicurezza
alimentare. Sebbene la produzione di grano sia migliorata
quest'anno, la quantità di cereali continua ad essere del quaranta
per cento inferiore alle media degli ultimi cinque anni con i
distretti del sud colpiti di nuovo, duramente, dalla siccità. Ad
aggravare la situazione c'è, poi, la disorganizzazione economica
provocata dal programma di distribuzione della terra e l'inflazione
che ha quasi raggiunto il 300 per cento. Ci sono 3800 morti stimati
per l'HIV/AIDS ogni settimana e anche la mortalità infantile è
raddoppiata dal 1998.
In Zambia le famiglie stanno letteralmente scomparendo ad un ritmo
allarmante. Su tre famiglie che hanno perso la madre, due si
dissolvono. Tra quelle che hanno perso il padre, il reddito
familiare si è ridotto di oltre l'80 per cento.

Nello Swaziland, oltre il 38 per cento delle madri che frequentano
le cliniche pre-natali, risultano siero-positive, un bambino su
cinque di meno di 15 anni sarà orfano entro il 2005. La previsione
più preoccupante è che l'aspettativa di vita scenderà al di sotto
dei 30 anni di età entro il 2010 se continuerà l'attuale trend
dell'HIV/AIDS, un livello mai raggiunto nei paesi sviluppati dai
tempi del Medio Evo.

"Sostenere la gente con l'aiuto alimentare è il primo passo che
possiamo intraprendere per alleggerire questa miseria inimmaginabile
anche se persistono profondi bisogni nelle richieste di beni non
alimentari", ha detto Morris, che è anche Inviato Speciale del
Segretario Generale delle Nazioni Unite per le questioni umanitarie
in Africa australe". Se non si bloccano gli attuali trend nei tassi
di HIV/AIDS, ci saranno conseguenze catastrofiche per questa
regione. Se non agiamo ora, sarà troppo tardi per salvare milioni di
persone ? non ci sarà data una seconda opportunità".

Nonostante nell'ultimo anno i donatori abbiamo dimostrato grande
generosità soprattutto nel rispondere ai bisogni alimentari, ci sono
state significative riduzioni nell'assistenza non alimentare come
l'acqua e la sanità, le forniture agricole come sementi e attrezzi,
il materiale scolastico e le medicine. I donatori hanno fornito solo
il 31 per cento dei 143,6 milioni di dollari necessari per gli
interventi non alimentari.

Le continue crisi alimentari colpiscono soprattutto Zimbawe,
Mozambico, Lesotho e Swaziland. Zambia e Malawi hanno avuto dei
raccolti migliori quest'anno e, perciò, l'aiuto alimentare in questi
paesi sarà diretto solamente ai gruppi più vulnerabili ? in primo
luogo alla gente colpita da HIV/AIDS e ai bambini che usufruiscono
dei programmi di alimentazione scolastica.

Il Mozambico, che è il quarto paese più povero al mondo, continua a
soffrire per gli effetti del devastante ciclo di inondazioni,
cicloni e siccità degli ultimi quattro anni. Nelle regioni centrali
e del sud gran parte del raccolto è andato perduto.

Nel Lesotho, la produzione cerealicola è, all'incirca, il 60 per
cento della media degli ultimi cinque anni, ma le opportunità di
lavoro si sono rapidamente ridotte e con esse la capacità della
gente di comperare il cibo, un fenomeno che si manifesta in tutta la
regione.

Una recente analisi del WFP e della FAO ha stimato che la produzione
di cereali nella regione è cresciuta da 5,4 milioni di tonnellate
nel 2001/2002 a circa 6,5 milioni di tonnellate nel 2003/2004.
Tuttavia, nei sei paesi della regione, la mancanza di cibo per il
prossimo anno ammonta a 2,5 milioni di tonnellate.

Il WFP si augura, in particolare, che quest'anno i governi diano il
loro contributo in denaro in modo da permettere all'agenzia di
sostenere le economie locali. Con il miglioramento della produzione
di cereali in parte della regione ? il Sudafrica prevede di produrre
un surplus di circa 2,2 milioni di tonnellate, Malawi, nord del
Mozambico e Zambia si attendono dei raccolti migliori - il WFP
prevede che ci possano essere acquisti che aiuteranno il settore
agricolo della regione.

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Il Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme) è l'agenzia
umanitaria più grande al mondo. Ogni anno, il WFP porta cibo a 72
milioni di persone, inclusa la maggior parte dei rifugiati e dei
profughi, in 82 paesi.
La Campagna Mondiale per l'Educazione Scolastica
Quale maggiore fornitore di cibo destinato ai bambini poveri nelle
scuole, il WFP ha lanciato una campagna globale per garantire
l'educazione scolastica ai 300 milioni di bambini che soffrono la
fame nel mondo.



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