Anno 2 Numero 52 Mercoledì 02.04.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati
 

NUOVI CONVOGLI DI AIUTI UNICEF ENTRANO NEL SUD E NEL NORD DELL’IRAQ

L’UNICEF intensifica l’invio di acqua potabile, medicinali e generi di prima necessità nel sud e nel nord dell’Iraq. L’UNICEF Italia stanzia ulteriori 500.000 euro per i bambini dell’Iraq.

www.unicef.it

Amman, 8 aprile 2003- Dall’iniziò delle ostilità sono 63 i camion che hanno trasportato aiuti UNICEF tanto nel sud quanto nel nord dell’Iraq: altri 20 camion, oggi stesso, oltrepasseranno il confine con il Kuwait per trasportare acqua potabile, medicinali di base e generi di prima necessità alle popolazioni civili intrappolate dai combattimenti nelle città meridionali dell’Iraq. 
Nella giornata di ieri 11 camion di aiuti UNICEF sono entrati dal Kuwait nell’Iraq meridionale, diretti verso le città di Bassora, Safwan e Zubair, con migliaia di litri di acqua potabile, sali per la reidratazione orale, kit medici salvavita e altri generi di prima necessità. Il 6 aprile altri 10 camion di aiuti UNICEF si sono diretti verso le città di Sawan e Zubair, con materiali per la conservazione dell’acqua, un kit di medicinali di base per il fabbisogno di 10.000 persone, 9 kit di generi di prima necessità sufficienti a 1.000 persone per tre mesi e un depuratore mobile per la potabilizzazione dell’acqua. 
Nel sud l’emergenza idrica rappresenta la preoccupazione principale: nonostante il problema dei corridoi umanitari rimanga insoluto e le condizioni di sicurezza decisamente precarie, l’UNICEF sta intensificando il trasporto di acqua e aiuti nei centri meridionali di Um Qasr, Sawan, Zubair e nella periferia di Bassora, dove si è registrato un aumento dei casi di diarrea acuta, oltre 1.000 casi di febbre tifoide (a Bassora) e si teme uno scoppio di epidemie legate al consumo di acqua contaminata e alla mancanza delle elementari norme igienico-sanitarie. Altri convogli di aiuti UNICEF sono entrati a nord dal confine turco, diretti verso le città di Dhouk – dove le forniture idriche sono interrotte e la popolazione dipende per l’acqua potabile dai generatori elettrici d’emergenza (il carburante fornito dall’UNICEF per il loro funzionamento è sufficiente per circa un mese) - e Suleimaniyah, dove l’UNICEF sta distribuendo acqua, medicinali e generi di prima necessità alle comunità locali e in un campo di accoglienza per gli sfollati allestito nei pressi della città. 
Ma in queste ore è la situazione di Baghdad a sollevare le più vive preoccupazioni: ieri era la Giornata mondiale della salute, una giornata che i bambini della capitale hanno vissuto tra bombardamenti e conflitti a fuoco, in case senza luce né elettricità, in una città dove gli ospedali ricevono oltre 100 feriti ogni ora e il sonno dei bambini è interrotto da esplosioni e sparatorie. Le immagini che provengono da Baghdad mostrano gli effetti immediati e devastanti della guerra, ma non svelano il prezzo pagato dai più piccoli per la mancanza di acqua e di cibo, per le indicibili condizioni igieniche e sanitarie, per i traumi fisici e psicologici che segneranno per sempre la loro vita. 
“La morte anche di un solo bambino”, ha affermato ieri Carol Bellamy, Direttore Generale dell’UNICEF, “non è mai un prezzo di guerra accettabile”: in queste ore sono però i bambini a pagare il prezzo più alto della guerra.
Davanti alla crisi in atto, l’UNICEF Italia - riunito in Assemblea lo scorso 6 aprile - ha stanziato 500.000 euro (prelevandoli dai suoi fondi di emergenza) che si sommano ai 500.000 euro inviati il mese scorso a favore dei bambini dell’Iraq: il Comitato italiano per l’UNICEF si appella all’opinione pubblica italiana, perché intervenga prontamente a sostegno dei bambini intrappolati nella guerra irachena. 
L’appello lanciato dall’UNICEF ha stimato necessari 166 milioni di dollari per i prossimi 6 mesi: ogni giorno che passa, mentre il conflitto continua a mietere vittime, la situazione umanitaria diviene sempre più disastrosa, la condizione dei bambini sempre più tragica. La priorità dell’UNICEF è ora avere accesso alle popolazioni, è distribuire gli aiuti ai bambini e alle donne più vulnerabili, è correre contro il tempo. La priorità dell’UNICEF è ora salvare la vita di milioni di bambini iracheni. 


L’UNICEF chiede il sostegno di tutti per salvare la vita dei bambini iracheni. Per contribuire: c/c postale 745.000, c/c bancario n. 505010, Banca Etica, ABI 5018 CAB 12100, intestati a UNICEF-Italia, causale "per i bambini iracheni”, o con carte di credito, telefonando al numero verde 800.745.000. 
Per gli utenti Tim: con 1 Sms al numero 4466 si può donare 1 euro per i bambini dell’Iraq. 

 

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