Anno 2 Numero 51 Mercoledì 26.03.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

APPELLO DELL’UNICEF: NECESSARI 166 MILIONI DI DOLLARI PER AIUTARE I BAMBINI IRACHENI NEI PROSSIMI SEI MESI

www.unicef.it

Ginevra/New York, 28 marzo 2003 – Con oltre 200 operatori attivi in tutto il territorio iracheno impegnati a rispondere all’emergenza in corso, l’UNICEF ha oggi lanciato un appello di raccolta fondi per 166 milioni di dollari, diretti a coprire gli aiuti umanitari d’emergenza per i bambini e le donne irachene più a rischio a causa della guerra.
L’appello UNICEF è parte di quello più vasto lanciato oggi dalle Nazioni Unite. Il totale dei fondi stimati necessari dall’ONU, per fornire assistenza umanitaria d’emergenza per i prossimi sei mesi, è di 2,1 miliardi di dollari.
L’UNICEF è in Iraq l’Agenzia leader per l’assistenza umanitaria di natura non alimentare. I fondi previsti dall’appello dell’UNICEF copriranno le necessità immediate e nel prossimo futuro, rendendo possibili interventi quali:
 Le vaccinazioni d’emergenza per prevenire le principali malattie letali che colpiscono i bambini 
 L’alimentazione terapeutica e il supporto nutrizionale per i bambini malnutriti e le donne in gravidanza
 L’approvvigionamento di acqua potabile e i servizi igienici e fognari fondamentali
 Medicinali e forniture mediche per le strutture sanitarie 
 L’assistenza ai bambini vittime dei traumi causati dalla guerra
 La protezione degli orfani e dei bambini che vivono in istituti
 Il ritorno dei bambini a scuola, non appena possibile.
“In Iraq vi è una chiara emergenza umanitaria in rapido aggravamento”, ha affermato Carol Bellamy, Direttore Generale dell’UNICEF: “Nelle prossime settimane i bisogni della popolazione aumenteranno, noi lanciamo questo appello perché è essenziale intervenire subito, prima che sia troppo tardi”. 
L’appello UNICEF viene lanciato mentre il Fondo ONU per l’Infanzia sta tentando con ogni mezzo di far arrivare rifornimenti d’acqua potabile alle città dell’Iraq meridionale, dove oltre un milione di persone non hanno accesso a fonti d’acqua sicura.
L’UNICEF, ha sottolineato Carol Bellamy, ha continuato a effettuare interventi d’emergenza all’interno dell’Iraq, attuati sul campo dal personale nazionale UNICEF, altamente qualificato e motivato. Negli ultimi giorni l’UNICEF ha vaccinato contro il morbillo migliaia di bambini nel nord dell’Iraq - dove ha anche rifornito numerosi ospedali – e ha distribuito alimenti e medicinali per gli orfanotrofi e altri istituti d’accoglienza di Baghdad e delle zone circostanti.
Oltre 12 anni di sanzioni e la terza guerra in appena 20 anni hanno ridotto al minimo le possibilità dei bambini e delle donne irachene di sopportare gli effetti di un conflitto militare di vasta portata, ammonisce l’UNICEF. “Senza una rapida assistenza umanitaria in ambito sanitario, nutrizionale, per l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici”, ha avvertito il Direttore Generale dell’UNICEF, “le morti tra i bambini e le donne irachene aumenteranno rapidamente ”, in un paese dove la metà della popolazione ha meno di 18 anni.
L’UNICEF sottolinea come, anche prima della guerra, l’Iraq avesse uno dei peggiori tassi di mortalità infantile del mondo, con un bambino su otto che non raggiungeva il quinto anno di vita: in Iraq, ammonisce l’UNICEF, un milione di bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione cronica e altri 1,3 milioni sono a rischio malnutrizione.
Per distribuire gli aiuti nel minor tempo possibile l’UNICEF sta coordinando i suoi interventi umanitari con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa, le organizzazioni non governative internazionali CARE, OXFAM, e numerosi altri gruppi, incluse molte organizzazioni di volontariato irachene. L’UNICEF ha già predisposto aiuti e attrezzature di emergenza per un valore di 14 milioni di dollari presso le frontiere dei paesi confinanti con l’Iraq, dove l’UNICEF ha creato numerosi centri di distribuzione. 
In qualità di Agenzia umanitaria no-profit, finanziata interamente da contribuiti volontari, l’UNICEF ha la responsabilità di fornire quanto più sostegno possibile ai bambini e alle donne irachene. Il Direttore Generale dell’UNICEF ha sottolineato che, una volta terminata la guerra, il Fondo ONU per l’Infanzia collaborerà con l’amministrazione in vigore, qualunque essa sia, allo scopo di continuare a rispondere ai bisogni primari dei bambini iracheni, fino a quando il sistema dei servizi sociali di base non sarà ristabilito.
“Questo appello non riguarda la ricostruzione dell’Iraq”, ha dichiarato Carol Bellamy, “ma riguarda la possibilità di salvare vite umane adesso e nelle prossime settimane. L’Iraq è un paese in crisi da oltre 15 anni: la sua popolazione non ha nulla a cui poter far ricorso, mentre una grave guerra la sta travolgendo. Questi sono i fatti. Noi dobbiamo intervenire immediatamente, allo scopo di scongiurare morti e sofferenze inutili, e per dare qualche speranza ai bambini dell’Iraq. Questi sono gli obiettivi dell’appello umanitario dell’UNICEF”.
L’UNICEF è l’Agenzia leader al mondo per la promozione e la difesa dei diritti dell’infanzia: attiva in 158 paesi, l’UNICEF lotta per garantire la salute, l’istruzione, l’eguaglianza e la protezione di ogni singolo bambino. Attività e programmi dell’UNICEF sono possibili solo ed esclusivamente grazie a contributi volontari di privati cittadini, fondazioni, imprese e governi. Dal 1952 l’UNICEF fornisce assistenza ai bambini iracheni e dal 1983 ha un ufficio permanente a Baghdad. Oltre 200 operatori UNICEF sono in questo momento al lavoro in Iraq.

L’UNICEF Italia chiede il sostegno di tutti per salvare la vita dei bambini iracheni. Per contribuire: c/c postale 745.000, c/c bancario 894.000/01, Intesa BCI ag.11 Roma, ABI 03069 CAB 05063, intestati a UNICEF-Italia, causale "per i bambini iracheni”, o con carte di credito, telefonando al numero verde 800.745.000.

 

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