Anno 2 Numero 50 Mercoledì 19.03.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati
 

Intervento umanitario dell’UNICEF

IRAQ

www.unicef.it

 

22 MARZO 2003

    • Evacuato il personale internazionale ONU, 160 funzionari nazionali UNICEF continuano a garantire gli interventi del Fondo per l’Infanzia a favore dei bambini iracheni
    • Piano d’emergenza UNICEF: predisposti aiuti per circa 10 milioni di dollari, inviati 740.000 litri di carburante per il funzionamento di ospedali, impianti idrici e servizi di emergenza.
    • Oltre 18 milioni di iracheni vivono in condizioni d’insicurezza alimentare, il 60% della popolazione dipende dalle razioni: a rischio la vita di oltre 400.000 bambini malnutriti. Distribuite dall’UNICEF 7.500 tonnellate di alimenti ad alto valore nutritivo e 547 tonnellate di latte terapeutico.
    • Più di 5 milioni le persone senza accesso a fonti d’acqua sicure e a servizi igienici adeguati. Riabilitati dall’UNICEF prima della guerra 35 impianti idrici e 27 depuratori, predisposti 12 depuratori mobili, 210 cisterne gonfiabili, 102.000 contenitori-cisterna, 200.000 kit di prodotti igienico-sanitari.
    • Vaccinati 4,5 milioni di bambini contro polio e morbillo: raggiunta ai primi di marzo una copertura vaccinale del 98% per la polio, 92% per il morbillo.
    • Effettuato il 18 marzo dall’UNICEF il primo ponte aereo umanitario. Necessari per gli interventi umanitari dei prossimi 6 mesi 144 milioni di dollari

 

1. QUADRO GENERALE DELL’EMERGENZA E SVILUPPI RECENTI

L’UNICEF in Iraq durante la guerra

Dopo l’evacuazione obbligata del personale internazionale dell’ONU, l’UNICEF dispone nel paese di circa 160 funzionari nazionali altamente qualificati, i quali garantiranno l’attuazione degli interventi previsti dal Piano d’emergenza approntato dall’UNICEF per rispondere alla crisi. L’UNICEF opera in Iraq attraverso 5 uffici dislocati nelle regioni settentrionali, centrali e meridionali del paese: l’ufficio di Bassora, nel sud dell’Iraq, è stato costretto a chiudere dopo essere stato occupato dai militari iracheni. Le aree prioritarie di intervento dell’UNICEF durante l’emergenza spaziano dal settore sanitario e nutrizionale a quello idrico e igienico-sanitario, dall’istruzione anche in condizioni d’emergenza alla tutela dei bambini che necessitano di speciale protezione e agli sfollati.

 

2. LA RISPOSTA DELL’UNICEF ALLE CONSEGUENZE DELLA GUERRA

Piano d’emergenza UNICEF

Davanti al precipitare degli eventi e alla grave crisi umanitaria che ne consegue, l’UNICEF ha predisposto un Piano di

emergenza per rispondere ai bisogni primari dei bambini e delle donne irachene. Gli uffici UNICEF in Iraq - tre nel nord del paese (Dohuk, Erbil, Suleimaniyah), uno a Baghdad e uno nel sud (a Bassora, costretto temporaneamente a chiudere dalle operazioni militari in corso) - nelle settimane immediatamente precedenti lo scoppio della guerra hanno distribuito attraverso i loro magazzini scorte e aiuti umanitari alla popolazione civile. Nel complesso, l’UNICEF ha predisposto aiuti di emergenza per circa 10 milioni di dollari: il 40% sono stati distribuiti nel centro-sud dell’Iraq, il 60% sono stati posizionati lungo il confine in Turchia, Iran e Giordania, per garantire il flusso di aiuti umanitari verso l’Iraq. Circa il 75% dei fondi sono stati stanziati per l’acquisto di provviste alimentari, il 10% per prodotti medico-sanitari e un altro 10% per materiali da utilizzare nel settore del Child Protection. Il restante 5% dei fondi viene utilizzato per scopi intersettoriali. Gli aiuti comprendono kit medici, vaccini, medicinali di base e prodotti sanitari; alimenti ad alto valore nutritivo, latte terapeutico e sostanze micronutrienti; cisterne per la conservazione delle scorte idriche e compresse per la depurazione dell’acqua; carburante per alimentare i generatori elettrici degli ospedali, degli impianti idrici e dei servizi d’emergenza; coperte e attrezzature per allestire rifugi d’emergenza e altri generi salvavita; materiale didattico per garantire l’istruzione anche in condizioni d’emergenza. Il 18 marzo è stato effettuato per via aerea il primo ponte umanitario dell’UNICEF, con l’invio di ulteriori aiuti presso il confine con l’Iran.

 

L’UNICEF rimane operativa all’interno dell’Iraq

In seguito all’evacuazione obbligata del personale internazionale dell’ONU, avvenuta il 18 marzo, gli interventi previsti dal Piano di emergenza UNICEF saranno garantiti dai 160 funzionari nazionali del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, già responsabili dell’attuazione dei programmi a lungo termine dell’UNICEF nel periodo antecedente la guerra.

In Iraq l’UNICEF è l’Agenzia leader nel settore acqua potabile e servizi igienici, svolge un ruolo di primo piano nel campo nutrizionale, attraverso programmi di alimentazione terapeutica e l’effettuazione di indagini nutrizionali e, nel complesso, è attiva in tutti i settori d’intervento strategici per l’assistenza all’infanzia: settore sanitario (in particolare salute materno-infantile e vaccinazioni), il settore del Child Protection per i bambini che necessitano di speciale tutela (orfani, disabili e bambini in istituto; servizi di ricongiungimento familiare, assistenza psicologica e riabilitazione contro i traumi provocati dalla guerra; assistenza e reinserimento sociale degli ex bambini soldato e a quelli vittime di violenze e abusi), istruzione in condizioni d’emergenza (kit di materiali scolastici d’emergenza, creazione di spazi sicuri "a misura di bambino", forme di educazione informale, educazione igienico-sanitaria e sui pericoli delle mine e degli ordigni inesplosi).

L’UNICEF è specializzata negli interventi durante le emergenze umanitarie ed è una delle poche organizzazioni internazionali tuttora presenti ed operative in Iraq. Le misure d’emergenza previste dall’UNICEF mirano a ridurre l’impatto del conflitto sullo stato sociosanitario e nutrizionale della popolazione infantile e a garantire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, offrendo al contempo opportunità di istruzione anche in condizioni d’emergenza, insieme a una rete di protezione per i bambini più a rischio e per le popolazioni sfollate.

 

Grave deterioramento delle condizioni di vita nel corso degli ultimi dieci anni

La popolazione totale dell’Iraq è di circa 27 milioni di abitanti, dei quali 23,3 milioni vivono nelle regioni centrali e meridionali del paese e 3,7 in quelle settentrionali: il 50% della popolazione irachena ha meno di 18 anni, i bambini sotto i 5 anni sono oltre 3 milioni e mezzo.

Il tasso di mortalità infantile 0-5 anni indica che, nelle regioni centrali e meridionali del paese, su 1.000 nati vivi 136 bambini muoiono prima di raggiungere il quinto anno di vita, un tasso di mortalità due volte e mezzo quello del 1990: ciò significa che in Iraq un bambino su 8 muore prima di raggiungere il quinto anno d’età.

Il tasso di mortalità materna, nelle regioni centrali e meridionali del paese, è anch’esso raddoppiato rispetto al 1990 – con 294 donne morte ogni 100.000 parti – e rimane elevato nelle province settentrionali (120 morti ogni 100.000 parti): la mortalità per complicazioni legate alla gravidanza o al parto è la causa di un terzo di tutte le morti tra le donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni di età.

La malnutrizione infantile rimane la preoccupazione principale, con oltre un quarto dei bambini iracheni, nelle regioni centrali e meridionali del paese, affetti da malnutrizione cronica: in Iraq la malnutrizione colpisce quasi 1 milione di bambini sotto i 5 anni.

Lo scarso numero di donne che allattano al seno, l’uso diffuso dell’allattamento artificiale, un’alta incidenza di donne affette da anemia (circa il 60%) e la grande percentuale di bambini nati sottopeso contribuiscono al livello estremamente elevato dei tassi di mortalità infantile dell’Iraq.

La percentuale di bambini nati sottopeso è aumentata vertiginosamente dal 4,5% del 1990 al 24,7% registrato alla fine del 2001: ciò significa che un bambino su quattro, in Iraq, nasce con un peso inferiore ai 2,5 kg.

La diarrea e le infezioni respiratorie acute sono all’origine del 70% dei casi di mortalità infantile; nelle regioni centrali e meridionali la malnutrizione è con la diarrea la principale causa delle morti tra i bambini sotto i 5 anni.

L’attuale interesse politico-internazionale sull’Iraq e la viva preoccupazione per le operazioni militari in corso, hanno messo in luce le gravi lacune esistenti nel sistema delle infrastrutture e dei servizi di base, così come l’estrema vulnerabilità della popolazione civile ad un ulteriore deterioramento della situazione umanitaria.

L’impatto della guerra

L’impatto della guerra su condizioni di vita già estremamente precarie potrebbe avere conseguenze disastrose: i bambini malnutriti, quelli non ancora vaccinati, i bambini sfollati costretti ad abbandonare le loro case sono quelli a più alto rischio. Nel corso dell’emergenza umanitaria l’UNICEF si concentrerà sull’assistenza ai gruppi più vulnerabili: bambini sotto i 5 anni, quelli in istituto, le donne incinte e le popolazioni sfollate.

Movimenti di popolazioni nel nord dell’Iraq

Diverse centinaia di persone sono fuggite, nei giorni immediatamente precedenti lo scoppio della guerra, dalla località di Kirkuk, nel nord del paese, verso il confine con l’Iran. Fin dal 17 marzo si sono accentuati gli spostamenti di popolazioni soprattutto nelle regioni settentrionali dell’Iraq, in particolare nei governatorati di Dahuk ed Erbil. Spostamenti di popolazioni si sono verificati, prima della guerra, dalla capitale Baghdad verso le aree rurali circostanti. La situazione appare in rapido deterioramento, le attività commerciali in molte aree del paese sono sul punto della paralisi, i prezzi di carburante e generi alimentari di prima necessità sono andati alle stelle, le operazioni militari mettono a serio repentaglio l’incolumità della popolazione civile: nella sola Baghdad vivono circa 6 milioni di persone..

 

4. SETTORI DI INTERVENTO

 

  • SETTORE SANITARIO

 

Obiettivi del piano d’emergenza

L’obiettivo del piano di emergenza è limitare il numero di vittime tra i bambini e le donne irachene, tenendo sotto controllo lo stato di salute della popolazione infantile e delle donne in stato di gravidanza, garantendo la disponibilità di medicinali e di vaccini e prevenendo il pericolo di un epidemia di morbillo (tra le principali malattie all’origine della mortalità infantile), soprattutto tra le popolazioni di sfollati.

Nell’Iraq centro-meridionale l’UNICEF ha provveduto alla revisione e riparazione dei generatori elettrici che alimentano le strutture ospedaliere e i centri sanitari locali, un intervento indispensabile per la prosecuzione dei servizi sanitari – comprese le vaccinazioni – anche nel corso del conflitto. Nei giorni immediatamente precedenti la crisi, l’UNICEF ha inviato nel nord dell’Iraq 300.000 litri di carburante, per alimentare i generatori che – in caso di interruzione dell’energia elettrica - garantiranno il funzionamento degli ospedali e dei centri sanitari locali. L’UNICEF ha inviato 100 frigoriferi a kerosene – per un valore di 200.000 dollari – per la conservazione dei vaccini anche in condizioni d’emergenza, per far fronte a una situazione in cui la "catena del freddo" (gli ambienti frigoriferi dove sono conservati medicinali e vaccini) divenisse inutilizzabile. L’UNICEF ha inoltre distribuito 40 kit sanitari, 1.030 kit di pronto soccorso e 20.000 pacchi contenenti compresse per la depurazione dell’acqua, materiali che si aggiungono agli aiuti predisposti lungo i confini dei paesi vicini. Oltre 100.000 contenitori sterili per l’acqua sono stati distribuiti dall’UNICEF ai Centri di recupero nutrizionale, per essere utilizzati nel quadro degli interventi di alimentazione terapeutica. Nei giorni immediatamente precedenti lo scoppio della guerra, l’UNICEF ha distribuito ai suoi magazzini dislocati nel nord dell’Iraq 30.000 dosi di sali per la reidratazione orale e 6 kit sanitari di emergenza, sufficienti a sopperire al fabbisogno di medicine di 60.000 persone per un periodo di 3 mesi.

Nel 2002 la ristrutturazione di 12 centri sanitari ha portato a 38 le strutture mediche operative, prima della guerra, nel centro e nel sud dell’Iraq: a queste strutture l’UNICEF ha inviato e continuerà a distribuire aiuti, scorte di emergenza e attrezzature mediche.

Campagne di vaccinazione contro polio e morbillo

Per prevenire il rischio di epidemie di morbillo e consolidare i risultati ottenuti nella lotta alla polio, l’UNICEF – attraverso due campagne di vaccinazione lanciate immediatamente prima della crisi - ha vaccinato circa 4,5 milioni di bambini iracheni, raggiungendo una copertura vaccinale del 98% per la polio e del 92% per il morbillo. L’UNICEF ha inviato via mare oltre mezzo milione di dosi di vaccino contro il morbillo, ha reso disponibili fondi per il personale medico e quello addetto al monitoraggio della campagna di vaccinazione; provvede a coprire i costi per il trasporto dei vaccini e la mobilitazione comunitaria, tanto per le campagne contro la polio quanto per quella contro il morbillo. Se i bambini sotto i 5 anni sono stati interamente vaccinati, molti bambini tra i 6 e i 12 anni d’età devono ancora ricevere il vaccino contro il morbillo: le campagne prestabilite per la seconda metà del 2003 sono ora messe a rischio dalla crisi in corso.

 

  • SUPPORTO NUTRIZIONALE

 

Grave insicurezza alimentare della popolazione irachena

Lo stato nutrizionale della popolazione irachena si presenta preoccupante: oltre 18 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare, il 60% della popolazione dipende dalle razioni. Ogni interruzione del sistema di razionamento, anche solo temporanea, causerebbe un repentino aumento della malnutrizione infantile e potrebbe avere un impatto drammatico sulla popolazione irachena. Prima della guerra erano oltre 240.000 i bambini assistiti dall’UNICEF per la terapia nutrizionale, più di 140.000 donne in stato di gravidanza risultavano malnutrite.

Piano d’emergenza: invio di alimenti ad alto valore nutritivo

Nei mesi precedenti la crisi, l’UNICEF ha inviato 105 tonnellate di alimenti ad alto valore nutritivo al magazzino UNICEF di Dohuk e, nel nord dell’Iraq, sono giunte scorte di potassio sufficienti ad alimentare per tre mesi gli impianti addetti alla iodurazione del sale. Oltre 960 tonnellate di alimenti terapeutici sono stati inviati al magazzino UNICEF presso il confine con il Kuwait, in modo da essere pronte a rifornire le regioni centro-meridionali dell’Iraq. Altre 500 tonnellate di alimenti terapeutici sono stati inviati al magazzino UNICEF di Kermansha, presso il confine con la Turchia. Nel nord dell’Iraq l’UNICEF ha distribuito 7.500 tonnellate di alimenti ad alto valore nutritivo (in particolare i biscotti HPB, ricchi di proteine, carboidrati e micronutrienti) e 547 tonnellate di latte terapeutico, per garantire adeguato supporto nutrizionale a oltre 400.000 bambini malnutriti.

 

  • ACQUA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI

 

Obiettivi del Piano di emergenza

Il Piano di emergenza dell’UNICEF mira a garantire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici anche nelle aree più colpite da un eventuale conflitto, con particolare attenzione alle popolazioni di sfollati: l’UNICEF provvederà al trasporto di acqua potabile attraverso autobotti, alla distribuzione di kit per la depurazione dell’acqua, allo svuotamento dei pozzi neri mediante appositi camion-cisterna. Sarà obiettivo degli interventi di emergenza anche garantire la condizione sanitaria delle popolazioni maggiormente colpite, offrendo assistenza e informazioni per prevenire il diffondersi di malattie legate alla mancanza di norme igieniche e al consumo di acqua insalubre.

Interventi dell’UNICEF

In qualità di Agenzia ONU leader per acqua e servizi igienico-sanitari, l’UNICEF sostiene la ricostruzione e la manutenzione della rete idrica e di quella fognaria. Gli interventi dell’UNICEF includono la revisione, riparazione e installazione di apparecchiature negli impianti idrici di depurazione, così come la riparazione e la rimessa in funzione della rete fognaria e degli impianti di pompaggio per lo smaltimento dei liquami organici.

L’UNICEF ha avviato il posizionamento, in diverse località strategiche, dei materiali e delle attrezzature di emergenza conservate nei magazzini di Dahuk e di Sulaymaniyah, allo scopo di garantire una rapida ed efficiente risposta umanitaria per l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Insieme ad altre organizzazioni umanitarie, l’UNICEF ha concluso le valutazioni tecniche per la costruzione ed installazione - nei siti potenzialmente idonei all’allestimento di campi di accoglienza per gli sfollati interni - di servizi igienici d’emergenza, sistemi di smaltimento dei rifiuti organici e contenitori cisterna per la conservazione delle scorte idriche.

Dal 1997 l’UNICEF ha reso nuovamente operativi 35 impianti per il trattamento delle acque, 27 apparecchi di depurazione, 12 impianti per lo smaltimento dei rifiuti, a beneficio di oltre 8,6 milioni di persone: nel solo 2001 interventi di questo tipo hanno migliorato la qualità di servizi di cui beneficiano oltre 3 milioni di iracheni. Per aumentare l’accesso ad acqua e servizi igienici l’UNICEF ha installato 3 nuovi impianti di depurazione, ha avviato la costruzione/riabilitazione di altri 8 impianti e ha provveduto all’invio di 100 cisterne gonfiabili, 102.000 contenitori per la conservazione dell’acqua, 200.000 kit di prodotti igienico-sanitari.

L’UNICEF ha formato di team mobili addetti a garantire il funzionamento e la manutenzione di 73 generatori elettrici che alimentano gli impianti idrici e per lo smaltimento dei rifiuti e fornirà, inoltre, 12 depuratori mobili (depuratori carrellati che permettono la potabilizzazione delle acque filtrate dai fiumi e dai laghi): il personale UNICEF soprintenderà al funzionamento e manutenzione dei depuratori mobili. I 12 depuratori mobili renderanno disponibili oltre 4 milioni di litri d’acqua al giorno, sufficienti al fabbisogno giornaliero di circa 300.000 persone: 4 unità sono già state posizionate e sono pienamente operative. L’UNICEF ha ordinato 110 cisterne gonfiabili, che permetteranno la conservazione di oltre 650.000 litri d’acqua. Prima dell’inizio dei bombardamenti erano in corso i preparativi per l’installazione di 50 grandi cisterne nella città di Baghdad.

Nel mese di febbraio 2003 sono state inviate al magazzino UNICEF di Erbil 20.000 contenitori in alluminio e 15.000 in plastica, quale ulteriore strumento per la conservazione dell’acqua in condizioni di emergenza.

Rifornimenti e assistenza per gli impianti idrici

Nel nord dell’Iraq l’UNICEF ha inviato 16 tonnellate di cloro e 123 tonnellate di solfato di alluminio da utilizzare negli

impianti di trattamento delle acque; 55 grandi contenitori per la conservazione del carburante sono stati installati nel nord del paese, per il funzionamento degli impianti idrici e sanitari che operano in condizioni critiche. Le operazioni di immagazzinamento del carburante sono state completate prima dello scoppio della guerra: 335.000 litri di carburante sono stati conservati nel magazzino UNICEF di Sulaymaniyah, 270.000 litri in quello di Dahuk, 240 litri in quello di Erbil. L’UNICEF sosterrà le spese per il carburante necessario a permettere il funzionamento degli impianti idrici e sanitari in condizioni di emergenza

 

  • ISTRUZIONE

 

Risposta all’emergenza

Nel nord e nel centro-sud del paese l’UNICEF ha predisposto una serie di materiali funzionali a rendere possibile l’istruzione anche in condizioni di emergenza: tende-scuola, lavagne, kit di materiali didattici, kit per attività ricreative, materiali per la scrittura. Nel solo magazzino UNICEF di Sulaymaniyah, nel nord-est del paese, le scorte comprendono 91 tende per allestire classi d’emergenza, 586 lavagne, 21.500 kit di materiali scolastici (le cosiddette "scuole in scatola", contenenti i materiali sufficienti alle attività didattiche di una classi di 80 bambini), 172 kit per l’insegnamento, 86 kit per le attività ricreative, cui si aggiungono 50.000 kit di materiali didattici disponibili dalle scorte dell’anno precedente. Oltre 55.000 litri di carburante sono stati distribuiti per il funzionamento di generatori elettrici posizionati presso strutture scolastiche d’emergenza.

Nelle regioni centro-meridionali dell’Iraq, a partire da Baghdad, l’UNICEF ha avviato speciali corsi di formazione sull’assistenza psicosociale ai bambini vittime di traumi: l’UNICEF sta formando il personale medico che, a sua volta, si occupa della formazione degli insegnanti, in modo da garantire interventi di natura psicosociale nel quadro dell’attività scolastica di base. Anche nel centro-sud dell’Iraq l’UNICEF provvede all’invio di materiale scolastico d’emergenza, oltre a quello predisposto all’esterno del paese, lungo i confini degli stati vicini: il 30% dei materiali sono stati inviati nelle località dove si prevede che prenderanno rifugio gli sfollati interni.

L’impegno attuale è promuovere un approccio che integri gli interventi a carattere sanitario, per la salvaguardia delle norme igieniche e per il corretto utilizzo dell’acqua con quelli più specificamente di natura educativa: in tale contesto oltre 2.979 tra insegnanti qualificati e supervisori scolastici hanno beneficiato di corsi di formazione e di aggiornamento su attività didattiche, educazione informale e promozione delle norme igienico-sanitarie.

 

  • CHILD PROTECTION

 

Risposta all’emergenza

L’UNICEF si impegna a garantire l’accesso ai rifugi, all’acqua, al cibo e al vestiario a tutti i bambini iracheni, con particolare attenzione a quelli più vulnerabili, come i bambini sfollati e quelli che vivono negli istituti. Nel nord l’UNICEF ha inviato scorte e materiali d’emergenza, tra cui 20.000 coperte, 10.000 kit di materiali per cucinare, stufe al kerosene e materiali ricreativi, diretti ai centri d’emergenza in verranno accolti i bambini in fuga dalla guerra. Nelle regioni centro-meridionali, l’attenzione è rivolta all’accumulo di scorte di alimenti terapeutici, tende e materiali da riparo. Oltre 30.000 litri di carburante sono stati posizionati in tre diversi governatorati del paese.

Nonostante i bombardamenti in corso, l’UNICEF sta tentando di raggiungere con aiuti alimentari di prima necessità - soprattutto riso, farina, carne in scatola, biscotti HPB ad alto valore proteico, latte terapeutico - i bambini degli istituti di accoglienza iracheni (bambini con gravi problemi di disagio sociale, orfani o abbandonati, handicappati o con problemi psichici), la maggior parte dei quali dipendono ora interamente dagli aiuti esterni. Per evitare la tragedia del 1991, quando molti bambini degli istituti di accoglienza morirono per non avere accesso ad alimenti e cure di base, l’UNICEF ha nei mesi passati acquistato e immagazzinato scorte di generi alimentari e medicinali di prima necessità, attraverso cui sostenere gli istituti che versano nelle condizioni peggiori: al momento l’UNICEF dispone di scorte per 4.000 bambini, sufficienti per circa un mese.

Il piano di emergenza dell’UNICEF si prefigge anche di limitare tra i bambini le vittime causate dalle mine, dagli ordigni inesplosi e dalle cluster bombs: a tal fine l’UNICEF ha prodotto 33.000 opuscoli informativi su mine e ordigni esplosivi e diverse attività di sensibilizzazione, tra cui due spot televisivi. L’UNICEF si impegna anche alla creazione di spazi sicuri nelle aree in cui vivono le popolazioni di sfollati. Circa 120 volontari per il Child Protection sono stati formati su assistenza psicosociale e tecniche d’intervento in situazioni di emergenza, 7 team di pronto intervento sono stati istituiti nel nord del paese, con lo scopo di fornire assistenza medica e psicologica ai bambini presenti in aree disastrate.

4. FONDI NECESSARI PER L’EMERGENZA

L’UNICEF ha già mobilitato aiuti d’emergenza per circa 10 milioni di dollari: questi sono stati distribuiti alla popolazione civile irachena e ulteriori aiuti sono stati posizionati lungo i paesi confinanti, allo scopo di rendere possibile una rapida risposta umanitaria: la popolazione irachena si trova però coinvolta in una nuova devastante guerra - dopo il conflitto degli anni 80 con l’Iran e la Guerra del Golfo del 1991 – che rischia di avere conseguenze devastanti soprattutto per le fasce più deboli e indifese, in particolare per i bambini e le donne in stato di gravidanza. Con i suoi 160 funzionari sul campo, l’UNICEF rimane una delle poche organizzazioni internazionali presenti ed attive all’interno dell’Iraq: nonostante le enormi difficoltà, l’UNICEF si adopererà per garantire la sopravvivenza dei bambini e delle donne irachene e il loro accesso ai servizi e agli aiuti d’emergenza. La situazione attuale è drammatica e le misure d’emergenza di difficile attuazione: l’UNICEF stima necessari per gli interventi umanitari dei prossimi 6 mesi oltre 144 milioni di dollari, una cifra per cui è necessaria una pronta e massiccia mobilitazione. L’UNICEF fa appello a tutti i donatori, nazionali e internazionali, perché contribuiscano a salvare la vita di milioni di bambini e donne irachene minacciati dalla guerra.

 

L’UNICEF Italia chiede il sostegno di tutti gli italiani per salvare la vita dei bambini iracheni. Per contribuire: c/c postale 745.000, c/c bancario 894.000/01, Intesa BCI ag.11 Roma, ABI 03069 CAB 05063, intestati a UNICEF-Italia, causale "per i bambini iracheni", o con carte di credito, telefonando al numero verde 800.745.000.

 

 

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