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DENUNCIA DEL DIRETTORE UNICEF: BAMBINI IRACHENI IN GRAVE PERICOLO
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A Bassora la popolazione non ha accesso all’acqua potabile ormai da tre giorni: l’UNICEF chiede una maggiore attenzione per la situazione dei civili coinvolti nel conflitto
Ginevra/New York 25 marzo 2003 – L’UNICEF esprime una rinnovata preoccupazione per i bambini intrappolati nel conflitto iracheno ed esorta le parti belligeranti a garantire alla popolazione civile un’adeguata protezione, tanto dalle conseguenze dei combattimenti quanto dal rischio di epidemie, causate dalla distruzione delle fondamentali infrastrutture civili.
La situazione di Bassora, la seconda città dell’Iraq, è motivo di seria preoccupazione: l’UNICEF sta portando all’interno della città contenitori-cisterna per l’acqua per alleviare la grave situazione in cui versano i bambini ormai da tre giorni. “L’energia elettrica è stata tagliata, provocando un’interruzione dei rifornimenti idrici”, ha affermato Carol Bellamy, Direttore generale dell’UNICEF, “che mette la popolazione civile a serio rischio di epidemie, in conseguenza del consumo di acqua inquinata ”.
Bellamy ha sottolineato come la situazione attuale corrisponda allo scenario che l’UNICEF aveva delineato prima della guerra, quando aveva lanciato un monito contro le sue prevedibili conseguenze. “Siamo estremamente preoccupati”, ha affermato il Direttore generale dell’UNICEF, “per le notizie che giungono di morti e feriti tra donne e bambini. Queste perdite sono tragiche. E sono inaccettabili. Ma la verità”, ha proseguito, “è che il mondo non ha un quadro preciso delle conseguenze umanitarie dei combattimenti: vi è una deprecabile mancanza di attenzione per la sorte della popolazione civile”.
Il Direttore generale dell’UNICEF ha esortato le parti “a fare della sicurezza dei bambini una questione prioritaria, a fare tutto ciò che è in loro potere per salvare la vita dei bambini iracheni, garantendo loro salute e sicurezza”.
A Baghdad, nonostante i bombardamenti si facciano sempre più intensi e le condizioni di sicurezza sempre più precarie, il personale dell’UNICEF (160 operatori rimasti nel paese) continua a garantire la manutenzione e il funzionamento degli impianti idrici: immediatamente prima dello scoppio del conflitto, l’UNICEF ha assicurato che i generatori elettrici di 73 impianti idrici fossero pienamente funzionanti, in modo da garantire l’approvvigionamento d’acqua potabile anche nel caso in cui l’energia elettrica venisse interrotta a causa dei combattimenti.
I fondi dell’UNICEF provengono esclusivamente da contribuiti volontari di privati cittadini, fondazioni, imprese e governi: ad oggi, l’UNICEF ha speso oltre 10 milioni di dollari per gli aiuti umanitari d’emergenza. L’UNICEF rimane una delle poche organizzazioni ancora operative all’interno dell’Iraq devastato dalla guerra, ma per proseguire i suoi interventi d’emergenza, volti a proteggere milioni di bambini iracheni intrappolati nel conflitto, ha urgente bisogno di fondi.
Per contribuire: c/c postale 745.000, c/c bancario 894.000/01, Intesa BCI ag.11 Roma, ABI 03069 CAB 05063, intestati a UNICEF-Italia, causale "per i bambini iracheni”, o con carte di credito, telefonando al numero verde 800.745.000.
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