Anno 2 Numero 62 Mercoledì 11.06.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

“IN GRAVE PERICOLO MIGLIAIA DI BAMBINI DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO” 

Drammatico appello del Rappresentante UNICEF in Congo Gianfranco Rotigliano

www.unicef.it

Roma, 5 giugno 2003 – “Non dimentichiamo i bambini della Repubblica Democratica del Congo: sono le vittime innocenti di una drammatica emergenza dimenticata” questo l’appello lanciato dal Rappresentante UNICEF in Congo, Gianfranco Rotigliano, rientrato da pochi giorni da una missione a Bunia, nella regione nord-orientale, epicentro dei violenti scontri fra Hema e Lendu. 
“Dappertutto nella regione ci sono combattimenti, violenze, stupri su donne e bambine; negli scontri vengono utilizzati come soldati migliaia di bambini e sono tanti i piccoli traumatizzati, rimasti orfani. Dove è possibile l’accesso umanitario, l’UNICEF continua a lavorare per aiutare i tantissimi bambini sfollati, ma la comunità internazionale deve fare di più” ha dichiarato Rotigliano (ieri a Roma per poche ore). 
L’UNICEF stima che oltre 20.000 bambini e altrettante donne siano sfollati, costretti ad abbandonare le loro case, privi di scorte alimentari, di acqua e di assistenza medica. Molti altri sono stati uccisi con le loro madri, altri ancora gravemente feriti, vittime di una violenza cieca che, già prima di questa nuova crisi, aveva provocato oltre 50.000 morti e più di 500.000 sfollati.
“Gli attacchi contro i civili sono perpetrati impunemente”, ha affermato il Direttore Generale dell’UNICEF Carol Bellamy: “I singoli o i gruppi che stanno commettendo questi crimini orribili non devono dimenticare che sono soggetti al diritto internazionale. Quando sarà il momento, il mondo li riterrà responsabili dei crimini commessi”. L’UNICEF stima che su 30.000 combattenti almeno 10.000 siano i minori, alcuni con meno di 10 anni, costretti a commettere o a prendere parte a violenze efferate, mentre innumerevoli altri sono stati brutalmente uccisi o mutilati: “Il reclutamento di bambini soldato è semplicemente inaccettabile”, ha affermato il Direttore Generale dell’UNICEF: “questi bambini sono protetti dal diritto internazionale e dalla legge congolese e devono essere immediatamente smobilitati”.
L’UNICEF si è attivato immediatamente dopo la crisi, inviando a Bunia - nelle 72 ore successive al primo allarme - diversi aerei con oltre 30 tonnellate di aiuti. Nel corso di queste ultime settimane, l’UNICEF ha allestito un centro nutrizionale terapeutico e uno per il supporto nutrizionale, ospedali da campo e un centro sanitario di emergenza. Nello stesso arco di tempo l’UNICEF ha vaccinato oltre 1000 bambini e inviato altre 80.000 dosi vaccinali; ha distribuito migliaia di litri di acqua potabile e alimenti ad alto valore nutritivo, kit chirurgici e 600 kg di compresse di cloro per la potabilizzazione dell’acqua, insieme a materiali da riparo e a generi di prima necessità.. Complessivamente, dall’agosto del 2002 (quando sono riprese le violenze nel nord-est del Congo), l’UNICEF ha inviato oltre 1100 tonnellate di aiuti umanitari. Fuori da Bunia la situazione è persino più drammatica, dal momento che non è possibile raggiungere i bambini e le popolazioni civili con aiuti umanitari di emergenza, in una regione che ha oltre 5 milioni di abitanti, dei quali il 60% ha meno di 15 anni. 
Il Direttore Generale dell’UNICEF, lodando la decisone del Consiglio di Sicurezza dell’ONU di inviare una forza militare di interposizione, ha invitato i gruppi armati e gli attori coinvolti nella crisi a cessare immediatamente e incondizionatamente gli attacchi ai civili, a porre fine al reclutamento di bambini avviando la smobilitazione di quelli arruolati, a interrompere la distruzione delle infrastrutture e dei servizi di base, a garantire la sicurezza dei civili ponendo fine alla violazione dei diritti umani e di quelli dell’infanzia, a consentire agli operatori umanitari il pieno, sicuro e non ostacolato accesso alla popolazione civile.
L’UNICEF in Congo realizza da anni interventi di sviluppo: acqua, assistenza sanitaria, vaccinazioni, aiuto nutrizionale, istruzione, protezione dei bambini più vulnerabili e prevenzione dell’HIV/AIDS sono i settori chiave di intervento; per fronteggiare la crisi che imperversa nelle regioni nord-orientali del Congo, l’UNICEF ha stimato necessari 4,1 milioni di dollari: “I fondi finora stanziati per questa emergenza sono insufficienti – ha detto il Rappresentante UNICEF in Congo, Gianfranco Rotigliano- sono necessari maggiori contributi per poter far fronte a questa crisi”. 

Per contribuire: c/c postale 745.000, c/c bancario n. 505010, Banca Etica, ABI 5018 CAB 12100, intestati a UNICEF-Italia, causale "bambini del Congo”. 


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