Anno 2 Numero 57 Mercoledì 07.05.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

UN ANNO DOPO, I BAMBINI ANCORA ATTENDONO I RISULTATI DELLE PROMESSE FATTE DAI LEADER DEL MONDO

Gli obiettivi stabiliti alla Sessione Speciale dell’ONU sull’infanzia stentano a concretizzarsi 

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Gli obiettivi fissati nel maggio del 2002 alla Sessione Speciale delle Nazioni Unite iniziano solo ora ad essere perseguiti dalle nazioni del mondo: appena la metà dei governi, sottolinea l’UNICEF, ha adottato le prime misure necessarie all’elaborazione di un Piano d’azione per l’infanzia. L’UNICEF rende noto che finora 105 nazioni hanno tracciato le modalità attraverso cui intendono migliorare la condizione dell’infanzia, mentre quasi 90 paesi devono ancora elaborare o modificare il proprio Piano d’azione in vista della fine del 2003, termine ultimo per il rispetto dei tempi prestabiliti. “Dichiarare pubblicamente e con chiarezza ciò che ogni Governo realizzerà per migliorare le vite dei bambini è un passo importante sulla strada di progressi concreti”, ha affermato Carol Bellamy, Direttore Generale dell’UNICEF: “Non possiamo conseguire gli obiettivi fissati per il 2005, il 2010 e il 2015 senza stabilire con chiarezza cosa ognuno intende fare. E’ una questione di responsabilità e mi congratulo con i Governi che hanno rispettato questo primo impegno ”. Il Direttore Generale dell’UNICEF ha sottolineato come le risorse e l’attenzione che avrebbero dovuto essere dedicate ai problemi dell’infanzia siano state invece indirizzate verso emergenze e guerre: “I bambini dell’Iraq sono importanti, ma vi sono 2 miliardi e 100 milioni di bambini in questo mondo, la metà dei quali vive in condizioni di abietta miseria, 150 milioni soffrono di malnutrizione, 120 milioni non sono mai andati a scuola e 11 milioni, ogni anno, muoiono per cause che si potrebbero sicuramente evitare. Questi sono i problemi a cui i governi devono prestare attenzione con coerenza e rigore”. La prima Sessione Speciale delle Nazione Unite sull’infanzia si è svolta a New York dall’8 al 10 maggio 2002. Le delegazioni governative di tutte le nazioni del mondo, compresi 70 Capi di Stato e di governo, hanno raggiunto un accordo su una serie di obiettivi con scadenze precise volti a: · migliorare la salute e le probabilità di sopravvivenza dei bambini; · fornire loro un’istruzione di qualità; · contrastare gli effetti prodotti dall’HIV/AIDS sulle loro vite; · proteggerli da violenza e sfruttamento. L’UNICEF richiama l’attenzione su due iniziative nazionali che, nell’ultimo anno, hanno dimostrato come un rapido cambiamento sia possibile, se i leader politici investono concretamente sull’infanzia: · in Kenya, dove il Governo aveva promesso l’istruzione gratuita per tutti i bambini del paese, ogni forma di tassa scolastica è stata abolita, le iscrizioni sono aumentate vertiginosamente e 1 milione e mezzo di bambini in più si è presentato al primo giorno di scuola; · in Afghanistan, nonostante le enormi difficoltà in cui vive il paese, le iscrizioni scolastiche – rispetto all’anno scolastico 2002 - sono raddoppiate, con un gran numero di bambine che per la prima volta hanno avuto la possibilità di andare a scuola. “Il solo modo di rendere il cambiamento possibile è agire con decisione. Maggiori sono le misure concrete adottate a beneficio dei bambini, più prospere e dignitose diventeranno le nostre società”, ha commentato il Direttore Generale dell’UNICEF. Carol Bellamy ha anche citato altri importanti risultati ottenuti nel corso dell’ultimo anno: in circa 50 paesi sono aumentate le registrazioni alla nascita, fondamentali per il diritto dei bambini al nome, alla cittadinanza e ai servizi sociali; grazie all’estensione della copertura vaccinale contro il morbillo, si è potuta scongiurare la morte di oltre 120.000 bambini; l’eradicazione della polio in Europa, e la persistenza della malattia in soli 7 paesi del mondo, sono il frutto di memorabili campagne volte a debellare la malattia dal pianeta. Un mondo a misura di bambino Il lavoro concreto per il conseguimento degli obiettivi fissati alla Sessione Speciale ONU sull’infanzia è appena iniziato, ha sottolineato il Direttore Generale dell’UNICEF: “I progressi realizzati negli ultimi 12 mesi sono un buon inizio, ma le sfide per il futuro sono enormi. Tutti gli interlocutori – i Governi, la società civile e le Ong, le famiglie e i bambini, nonché la comunità internazionale – devono sempre più passare dalle parole ai fatti, dai piani e dalle politiche all’azione e ai risultati”. Le misure immediate che, secondo l’UNICEF, i Governi devono assumere per attenersi all’impegno preso per un mondo a misura di bambino, sono le seguenti: · Ogni paese dovrebbe istituire o potenziare specifici organismi nazionali, incaricati della protezione dell’infanzia. I bilanci nazionali dovrebbero essere rivisti per stanziare almeno il 20% delle risorse ai servizi sociali di base a favore dell’infanzia. · I paesi industrializzati sono esortati ad aumentare il livello dei loro aiuti allo sviluppo per raggiungere l’obiettivo dello 0,7% del PNL, e a indirizzare il 20% di tali aiuti ai servizi sociali di base. · Ogni paese dovrebbe istituire o potenziare sistemi di monitoraggio a livello nazionale e locale per verificare i progressi compiuti verso gli obiettivi definiti. · Ogni paese dovrebbe condurre revisioni periodiche dei progressi compiuti a livello nazionale e locale, per affrontare gli ostacoli esistenti e accelerare i progressi. “Se l’attuale tendenza non muterà, difficilmente il mondo conseguirà gli obiettivi di sviluppo del millennio”, ha ammonito il Direttore Generale dell’UNICEF, “ma se investiremo ora nei bambini, avremo una possibilità concreta di raggiungere i nostri traguardi, che sono d’importanza cruciale. Per il bene dei bambini, moltiplichiamo i nostri sforzi per raggiungere gli obiettivi che ci siamo proposti”. In Italia una bozza di Piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, redatta sulla base della legge 451 del 1997, è stata recentemente sottoposta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali all’esame della Commissione parlamentare infanzia, che ha richiesto alcune modifiche, e dovrà quindi essere portato in Consiglio dei Ministri. L’UNICEF-Italia auspica che si giunga al più presto alla definizione anche in Italia di un Piano nazionale d’azione, e che tale Piano sia conforme alle indicazioni e agli impegni presi nel corso delle Sessione Speciale ONU in termini di priorità ai diritti dell’infanzia e di destinazione di specifiche risorse. Nell’anno trascorso dalla Sessione speciale, l’UNICEF-Italia ha partecipato ai lavori dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza per la preparazione del Piano nazionale, e ha continuato il lavoro con il coordinamento delle associazioni e Ong italiane riunite nel PIDIDA (Per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza). A seguito della Sessione Speciale l’UNICEF Italia ha promosso varie iniziative volte a favorire la partecipazione dei bambini e degli adolescenti italiani, e ha promosso l’adozione di Piani locali d’azione da parte dei Comuni italiani, per “Città a misura di bambino”, attraverso il programma UNICEF “Sindaci difensori dell’infanzia”.


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