Anno 2 Numero 69 suppl.

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

LIBERIA: L’UNICEF AMMONISCE SUL PERICOLO DI UNA CATASTROFE UMANITARIA A MONROVIA

Da oltre 10 giorni la popolazione non dispone di acqua e cibo a sufficienza, le condizioni sanitarie sono pessime, la malnutrizione infantile al 15%. Oltre 15.000 i bambini e adolescenti coinvolti nel conflitto: in alcuni casi le milizie sono al 70% costituite da bambini.

www.unicef.it

Monrovia, 4 agosto 2003 – Monrovia, la capitale della Liberia, è sull’orlo di una catastrofe umanitaria. Dalla ripresa degli scontri, lo scorso 19 luglio, la città è sottoposta a continui bombardamenti e durissimi combattimenti si svolgono lungo le vie di accesso alla città e nella zona del porto: la popolazione civile, priva di scorte d’acqua e di cibo a sufficienza (il prezzo del riso è aumentato di 20 volte), nonostante i combattimenti si aggira per le strade in cerca di qualcosa da mangiare o per raccogliere acqua piovana da bere. Per i civili di Monrovia, se i combattimenti non cesseranno, si prospetta la morte per fame, mentre lo stato nutrizionale dei bambini è su livelli critici, con tassi di malnutrizione infantile stimati intorno al 15%.
Dalla ripresa degli scontri, sono oltre 250.000 le persone sfollate nella capitale (altre 130.000 sono sfollate nel resto del paese): di queste 80.000 sono bambini sotto i 5 anni, 20.000 sono donne in gravidanza o nel periodo dell’allattamento. Morbillo, diarrea, infezioni respiratorie acute e malaria sono tra le cause principali di mortalità infantile, cui si aggiunge il colera, che prima della ripresa degli scontri, a fine luglio, aveva già prodotto 12 mori e 1.630 casi nella sola Monrovia.
L’UNICEF si è attivato immediatamente dopo la prima offensiva dei ribelli su Monrovia, vaccinando - tra giugno e luglio - 128.000 bambini e 230.000 donne della capitale contro tetano neo natale e morbillo, inviando 2,3 tonnellate di aiuti di emergenza e generi medicinali di base per oltre 50.000 persone, portando acqua e aiuti a oltre 150.000 sfollati. Dopo la rottura del cessate il fuoco e il precipitare della situazione a Monrovia, l’UNICEF ha predisposto un Piano di emergenza per il periodo agosto-dicembre 2003, mirato a portare soccorso a 350.000 sfollati di 30 campi della capitale. L’attuazione del Piano - che prevede una serie di interventi integrati nei settori dell’assistenza sanitaria e nutrizionale, dell’accesso ad acqua e servizi igienici, dell’istruzione in condizioni di emergenza e della protezione dei bambini più vulnerabili – è condizionata dall’apertura di accessi umanitari sicuri e da un miglioramento delle condizioni di sicurezza nella capitale, che permetta agli aiuti di pervenire in città e allo staff locale dell’UNICEF – che vive le stesse difficoltà della popolazione civile – di intervenire efficacemente.
L’UNICEF condanna fermamente le violenze indiscriminate commesse a danno dei civili: tutte le parti coinvolte nel conflitto liberiano non rispettano i diritti fondamentali della popolazione e, a Monrovia, rapine, violenze sessuali e saccheggi sono diventati la norma. L’UNICEF richiama inoltre le parti in lotta a interrompere l’arruolamento forzato di bambini: si stima siano oltre 15.000 i bambini e adolescenti coinvolti direttamente negli scontri e, in alcuni casi, le milizie sono formate per addirittura il 70% da minori. 
L’UNICEF invita le parti in lotta al rispetto del diritto internazionale e dei fondamentali diritti umani e si appella alla comunità internazionale affinché questa si mobiliti per alleviare le sofferenze di tutti i bambini liberiani.


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