Anno 2 Numero 60 Mercoledì 28.05.03 ore 23.45 |
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Direttore Responsabile Guido Donati |
Il progetto biodiritto
Il progetto Biodiritto si propone di approfondire le problematiche giuridiche legate alla bioetica collegando e sviluppando alcuni filoni di ricerca già in parte presenti presso l’Università degli Studi di Trento. Le più recenti scoperte scientifiche in materia biotecnologica hanno subito una considerevole accelerazione a seguito della quale è ora possibile dare realizzazione e concreta esecuzione ad una serie di esperimenti e di pratiche finora solo ipotizzabili. Tale accelerazione ha reso evidente come le possibilità della ricerca scientifica abbiano, per così dire, superato il livello della riflessione etica e morale e quello della elaborazione giuridica, le quali paiono, allo stato attuale, ancora fortemente incerte, lacunose e divise.
L’ordinamento giuridico italiano, in particolare, appare fortemente carente in una serie di materie “sensibili” già oggetto di studio e di sperimentazione ed applicazione pratiche da parte della ricerca biomedica.
La fecondazione artificiale e la clonazione terapeutica, a questo proposito, costituiscono settori in cui la disciplina giuridica risulta certamente superata dalle più recenti evoluzioni tecnologiche. E i tentativi di regolamentazione giuridica, attuati in particolar modo a livello internazionale, trovano ostacolo nella difficoltà di raggiungere posizioni etiche comuni, che un assetto legislativo presupporrebbe.
Il trattamento di fine vita e la possibilità di praticare una morte dignitosa continuano a dividere l’opinione pubblica ed il mondo politico, sulla base di approcci giuridici che, anche nel quadro comparatistico, si presentano fortemente differenziati. L’interazione e l’influenza di settori quali la religione ed altri valori etici personali creano un panorama variegato e conflittuale che spesso si risolve nell’assenza di ogni intervento di regolamentazione giuridica.
La tenuta dei diritti fondamentali ed il rispetto della dignità umana possono essere minacciati - e già lo sono - dall’assenza di una disciplina in materia di test genetici, con possibili conseguenti rischi di discriminazione genetica, mentre la libertà di cura in una realtà sociale sempre più complessa e multietnica apre nuove problematiche di rispetto della dimensione anche culturale dei diritti della persona.
La brevettabilità delle scoperte biotecnologiche rappresenta un altro settore in cui appare necessaria una riflessione di natura anche giuridica. E sullo sfondo rimangono irrisolte alcune problematiche di carattere generale, quali il rapporto fra il diritto, la scienza, la morale e la religione, ed il dialogo che necessariamente dovrà stabilirsi fra tali componenti; l’esigenza di individuare linee comuni - a livello europeo, ad esempio - rispettose, però, del necessario pluralismo giuridico, politico e culturale; la necessità di evitare “paradisi genetici” che potrebbero compromettere i risultati raggiunti in materia di tutela dei diritti umani, ecc.
Il progetto, su questa linea, si propone di sviluppare in modo approfondito e continuativo una riflessione sul ruolo del biodiritto e sui suoi possibili contenuti; tematiche che richiedono di essere trattate in modo interdisciplinare e sfruttando al massimo i contributi che la comparazione giuridica può offrire. Il carattere aperto e “dialogante” del biodiritto, infatti, mette in evidenza la debolezza di una disciplina tutta e solo nazionale, imponendo un confronto ed una combinazione fra livelli diversi di disciplina.
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