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di
Paola Franz
"la prima
pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del
27 gennaio 1945."........ "Quando giunsero ai
reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e
timide, e volgendo sguardi legati da uno strano imbarazzo sui
cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi
vivi." (La tregua - Primo Levi). Il 27 gennaio del 1945
l'armata rossa entrò nel campo di sterminio di Auschwitz dove erano
ancora rinchiuse circa 9.000 persone, soprattutto malati e
prigionieri talmente prostrati da non poter essere trasferiti
facilmente dalle SS che nei giorni precedenti avevano evacuato il
campo che contava ancora 58.000 detenuti. Durante la liberazione dei
Lager di Auschwitz morirono 231 soldati russi di cui 66 nell'area
stessa del campo. Nei giorni che precedettero questa data i nazisti
cercarono di nascondere le atrocità fatte, incendiarono alcune
baracche ardendo vivi i prigionieri all'interno, distrussero forni
crematori e sterminarono centinaia di detenuti. La data del 27
gennaio è stata scelta come simbolica del "Giorno della
memoria" della Shoah, la liberazione del Lager di Auschwitz
segnò la fine di questo agghiacciante capitolo della nostra storia,
nonostante nelle settimane successive vennero massacrati ancora
molti ebrei in tutta Europa. Il Parlamento italiano con la Legge del
20 luglio 2000, n. 211 ("Gazzetta Ufficiale" n. 177 del 31
luglio 2000) ha istituito il 27 gennaio quale "Giorno della
Memoria".
Art. 1
1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data
dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della
Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo
ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini
ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia,
la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi,
si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria
vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2
1. In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo
1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni
di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle
scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo
ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi
nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di
un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in
Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.
La Shoah, ovvero lo
sterminio degli ebrei fu progettato in modo scientifico e con una
ideologia ben precisa che considerava la razza ariana non solo
superiore alle altre ma l'unica degna di vivere. Il Terzo Reich mise
in atto il programma che prevedeva l'eliminazione sistematica di
tutti gli ebrei, nei campi di sterminio ne furono ammazzati circa
6.000.000. Nell'ideologia del terzo Reich vi era anche il modello di
uno Stato etnicamente omogeneo "Un solo Stato, un solo Popolo,
un solo Capo", il progetto di germanizzazione si poteva
raggiungere solo tramite la liquidazione di interi popoli che
occupavano quello che per i nazisti era ritenuto lo spazio vitale
Tedesco. A tal fine vennero deportate nei Lager e uccise 5.000.000
di persone fra oppositori del regime appartenenti a tutte le
nazionalità, polacchi dei ceti direttivi (politici, artisti,
scienziati, medici, insegnanti, ingegneri, ecc.), omosessuali,
delinquenti comuni, testimoni di Geova, mendicanti, zingari. Le
vittime del nazismo furono in totale 19.200.000. La guerra costò
50.000.000 di morti. È necessario tener viva la memoria
storica per affermare con forza l'esigenza di costruire un futuro
diverso e migliore, si devono ricordare le vittime per conservare la
memoria delle loro esistenze e per quale lucida follia vennero
stroncate. L'Olocausto rappresenta uno dei momenti più mostruosi di
tutta l'umanità. Purtroppo ciò che ha provocato lo sterminio ha
lasciato i suoi frutti, per cui ricordare questo giorno non è un
processo retorico ma un doveroso momento di riflessione per tutti,
soprattutto affinché non avvengano mai più analoghe tragedie. |
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