Agenzia di Stampa

Anno 2 Numero 42 Mercoledì 22.01.03 ore 23.45

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Direttore Responsabile Guido Donati

   

27 gennaio: il Giorno della Memoria

 

 

di Paola Franz

"la prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945."........  "Quando giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e timide, e volgendo sguardi legati da uno strano imbarazzo sui cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi vivi." (La tregua - Primo Levi). Il 27 gennaio del 1945 l'armata rossa entrò nel campo di sterminio di Auschwitz dove erano ancora rinchiuse circa 9.000 persone, soprattutto malati e prigionieri talmente prostrati da non poter essere trasferiti facilmente dalle SS che nei giorni precedenti avevano evacuato il campo che contava ancora 58.000 detenuti. Durante la liberazione dei Lager di Auschwitz morirono 231 soldati russi di cui 66 nell'area stessa del campo. Nei giorni che precedettero questa data i nazisti cercarono di nascondere le atrocità fatte, incendiarono alcune baracche ardendo vivi i prigionieri all'interno, distrussero forni crematori e sterminarono centinaia di detenuti. La data del 27 gennaio è stata scelta come simbolica del "Giorno della memoria" della Shoah, la liberazione del Lager di Auschwitz segnò la fine di questo agghiacciante capitolo della nostra storia, nonostante nelle settimane successive vennero massacrati ancora molti ebrei in tutta Europa. Il Parlamento italiano con la Legge del 20 luglio 2000, n. 211 ("Gazzetta Ufficiale" n. 177 del 31 luglio 2000) ha istituito il 27 gennaio quale "Giorno della Memoria".

Art. 1 
1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. 
Art. 2 
1. In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. 

La Shoah, ovvero lo sterminio degli ebrei fu progettato in modo scientifico e con una ideologia ben precisa che considerava la razza ariana non solo superiore alle altre ma l'unica degna di vivere. Il Terzo Reich mise in atto il programma che prevedeva l'eliminazione sistematica di tutti gli ebrei, nei campi di sterminio ne furono ammazzati circa 6.000.000. Nell'ideologia del terzo Reich vi era anche il modello di uno Stato etnicamente omogeneo "Un solo Stato, un solo Popolo, un solo Capo", il progetto di germanizzazione si poteva raggiungere solo tramite la liquidazione di interi popoli che occupavano quello che per i nazisti era ritenuto lo spazio vitale Tedesco. A tal fine vennero deportate nei Lager e uccise 5.000.000 di persone fra oppositori del regime appartenenti a tutte le nazionalità, polacchi dei ceti direttivi (politici, artisti, scienziati, medici, insegnanti, ingegneri, ecc.), omosessuali, delinquenti comuni, testimoni di Geova, mendicanti, zingari. Le vittime del nazismo furono in totale 19.200.000. La guerra costò 50.000.000 di morti. È necessario tener viva la memoria storica per affermare con forza l'esigenza di costruire un futuro diverso e migliore, si devono ricordare le vittime per conservare la memoria delle loro esistenze e per quale lucida follia vennero stroncate. L'Olocausto rappresenta uno dei momenti più mostruosi di tutta l'umanità. Purtroppo ciò che ha provocato lo sterminio ha lasciato i suoi frutti, per cui ricordare questo giorno non è un processo retorico ma un doveroso momento di riflessione per tutti, soprattutto affinché non avvengano mai più analoghe tragedie.

 

 

 

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