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Anno 2 Numero 56 Mercoledì 30.04.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

VITTIME DI TORTURA e RIFUGIATI: il problema

 

di Lorella Salce

La proibizione della tortura è uno dei principi fondamentali della normativa umanitaria internazionale, soprusi e violenze d’ogni genere continuano però ad essere praticate in modo sistematico in molti Paesi del mondo. L’obiettivo della tortura non è quello di costringere alla confessione la vittima, ma quello di punire, umiliare e terrorizzare un gruppo di persone o un’intera comunità.
Dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha ricordato più volte che la Convenzione di Ginevra del 1951, relativa allo status dei rifugiati ed in particolare il suo protocollo del 1967, sono stati già formulati in modo da escludere dalla protezione le persone che abbiano commesso crimini particolarmente gravi. Tuttavia le tendenze nel numero di domande d’asilo presentate in Europa e per quanto riguarda l’Italia anche alcuni cambiamenti giuridici (Legge “Bossi-Fini” 189/2002), fanno pensare che vi sia in tutta Europa un ingiustificato ed azzardato legame tra asilo e terrorismo; questo nesso inesistente tra richiedenti asilo e terroristi crea, a livello di opinione pubblica, una cosiddetta “sindrome di accerchiamento” che non è giustificata dai numeri ed è anche estremamente pericolosa in termini di ordine pubblico. 
Il nostro paese che presenta cifre molto basse rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea (UN) sia per quanto riguarda il numero dei rifugiati, sia per quello delle domande d’asilo. I rifugiati rappresentano in Italia lo 0,56% sul totale dei rifugiati dell’UE e le domande d’asilo il 2,5% (cfr. UNCHR), mentre la popolazione italiana costituisce il 15,26% della popolazione UE.
L’attesa per il riconoscimento dello status di rifugiato è sempre più lunga rispetto alla durata del sussidio economico riconosciuto per legge. Questo periodo di attesa viene vissuto in maniera drammatica da parte di tutti i richiedenti asilo e spesso rappresenta una delle principali cause di malattia psichica (peggiora infatti la sindrome da stress postraumatico nelle vittime di tortura ed a volte si sviluppa una vera e propria sindrome ansioso-depressiva particolarmente grave) e fisica (ulcera da stress, ipertensione arteriosa, malattie dermatologiche di natura psicosomatica).
L’Italia è comunque ancora l’unico tra i paesi dell’UE a non avere una legge organica in materia d’asilo che permetta di garantire chi chiede protezione nel nostro paese e di ridurre le difficoltà operative per le amministrazioni locali, le associazioni di volontariato e le forze di polizia. E' lecito chiedersi se, dopo la guerra in Iraq, cambierà qualcosa!

 


 

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