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di Lorella Salce
La FGM viene considerata una pratica barbarica
inflitta alle donne e alle bambine nei remoti villaggi di paesi
stranieri. Non è così. La dignità della famiglia, la pulizia, la
protezione contro la stregoneria, la garanzia di verginità e la
fedeltà al marito sono le motivazioni talvolta addotte per
l'impiego di questa pratica. Una delle spiegazioni più frequenti
per la pratica della FGM è il costume culturale locale e spesso le
donne non sono disposte a cambiare questa abitudine perché viene
impiegata da lungo tempo. Inoltre le persone che impiegano questo
tipo di pratica spesso ignorano le reali implicazioni della FGM e i
gravi rischi per la salute che essa comporta. In conseguenza al grande numero di casi di FGM
seguiti talvolta da decessi, la pratica è attualmente vietata in
alcuni stati europei (UK, Francia, Svezia, Svizzera) e in alcuni
paesi africani (Egitto, Kenia, Senegal). Tuttavia, è importante
notare che anche se la FGM è illegale in molti paesi africani e
medio-orientali ogni anno il numero di bambine mutilate non è
diminuito poiché i governi di questi paesi non hanno la
possibilità di monitorare l'estensione della pratica. I paesi occidentali in cui la mutilazione
genitale femminile non è una pratica tradizionale dovrebbero essere
consapevoli che essa potrebbe essere praticata nelle comunità di
immigrati o che le donne immigrate che sono state sottoposte a
questa procedura nei loro paesi di origine possano avere bisogno di
una particolare assistenza medica. Le preoccupazioni principali
riguardano le possibili conseguenze psicosociali per le donne e le
bambine che si sono trasferite da un paese in cui la mutilazione
genitale femminile viene accettata a livello familiare e sociale ad
un altro in cui essa è una pratica illegale e viene aborrita dalla
comunità. Siccome i gruppi di immigrati che praticano la
mutilazione genitale femminile sono emarginati nei paesi
occidentali, le loro necessità possono non essere visibili. Lo
stato dovrebbe stanziare delle risorse per l'educazione dei gruppi
di immigrati che praticano la mutilazione e per le ricerche sulle
necessità sanitarie delle donne e delle bambine immigrate. Alcune
attività sono già state avviate in alcune nazioni occidentali
(Australia, Canada, Francia, Svezia, Italia e Regno Unito). La prevenzione della mutilazione genitale
femminile dovrebbe essere integrata con una politica sanitaria
nazionale più ampia. Un approccio è quello di fare in modo che
un'agenzia funga da legame tra le comunità locali e le agenzie
statutarie per trovare i migliori modi possibili di sviluppare un
sistema sensibile per la prevenzione, la protezione delle bambine a
rischio di mutilazione genitale e la riabilitazione delle donne e
delle bambine che vi sono già state sottoposte. Una rapida indagine
può essere intrapresa per studiare la distribuzione del problema e
per esaminare i punti di ingresso nella legge sulla cura dei bambini
e i sistemi sanitari ed educativi attraverso i quali la prevenzione,
può essere rafforzata. L'approccio dovrebbe basarsi sul supporto
alle famiglie attraverso consigli e un'opera di persuasione. Ricordiamo che le Nazioni Unite, l'UNICEF, e il
WHO considerano la FGM una violazione dei diritti umani e
raccomandano l'eradicazione di questa pratica. Inoltre, molte
organizzazioni non governative stanno cercando di fare aumentare la
consapevolezza della necessità di eliminare questa pratica.
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seconda parte
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