was

Anno 2 Numero 48 Mercoledì 05.03.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI :anche nelle comunità di immigrati dei paesi occidentali? 

 

di Lorella Salce

La FGM viene considerata una pratica barbarica inflitta alle donne e alle bambine nei remoti villaggi di paesi stranieri. Non è così. La dignità della famiglia, la pulizia, la protezione contro la stregoneria, la garanzia di verginità e la fedeltà al marito sono le motivazioni talvolta addotte per l'impiego di questa pratica. Una delle spiegazioni più frequenti per la pratica della FGM è il costume culturale locale e spesso le donne non sono disposte a cambiare questa abitudine perché viene impiegata da lungo tempo. Inoltre le persone che impiegano questo tipo di pratica spesso ignorano le reali implicazioni della FGM e i gravi rischi per la salute che essa comporta. In conseguenza al grande numero di casi di FGM seguiti talvolta da decessi, la pratica è attualmente vietata in alcuni stati europei (UK, Francia, Svezia, Svizzera) e in alcuni paesi africani (Egitto, Kenia, Senegal). Tuttavia, è importante notare che anche se la FGM è illegale in molti paesi africani e medio-orientali ogni anno il numero di bambine mutilate non è diminuito poiché i governi di questi paesi non hanno la possibilità di monitorare l'estensione della pratica. I paesi occidentali in cui la mutilazione genitale femminile non è una pratica tradizionale dovrebbero essere consapevoli che essa potrebbe essere praticata nelle comunità di immigrati o che le donne immigrate che sono state sottoposte a questa procedura nei loro paesi di origine possano avere bisogno di una particolare assistenza medica. Le preoccupazioni principali riguardano le possibili conseguenze psicosociali per le donne e le bambine che si sono trasferite da un paese in cui la mutilazione genitale femminile viene accettata a livello familiare e sociale ad un altro in cui essa è una pratica illegale e viene aborrita dalla comunità. Siccome i gruppi di immigrati che praticano la mutilazione genitale femminile sono emarginati nei paesi occidentali, le loro necessità possono non essere visibili. Lo stato dovrebbe stanziare delle risorse per l'educazione dei gruppi di immigrati che praticano la mutilazione e per le ricerche sulle necessità sanitarie delle donne e delle bambine immigrate. Alcune attività sono già state avviate in alcune nazioni occidentali (Australia, Canada, Francia, Svezia, Italia e Regno Unito). La prevenzione della mutilazione genitale femminile dovrebbe essere integrata con una politica sanitaria nazionale più ampia. Un approccio è quello di fare in modo che un'agenzia funga da legame tra le comunità locali e le agenzie statutarie per trovare i migliori modi possibili di sviluppare un sistema sensibile per la prevenzione, la protezione delle bambine a rischio di mutilazione genitale e la riabilitazione delle donne e delle bambine che vi sono già state sottoposte. Una rapida indagine può essere intrapresa per studiare la distribuzione del problema e per esaminare i punti di ingresso nella legge sulla cura dei bambini e i sistemi sanitari ed educativi attraverso i quali la prevenzione, può essere rafforzata. L'approccio dovrebbe basarsi sul supporto alle famiglie attraverso consigli e un'opera di persuasione. Ricordiamo che le Nazioni Unite, l'UNICEF, e il WHO considerano la FGM una violazione dei diritti umani e raccomandano l'eradicazione di questa pratica. Inoltre, molte organizzazioni non governative stanno cercando di fare aumentare la consapevolezza della necessità di eliminare questa pratica.

seconda parte


 

Inizio pagina | Home | Archivio  Motori di Ricerca Links  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale