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Grave
crisi finanziaria minaccia operazioni UNHCR
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www.unhcr.it
A causa degli insufficienti finanziamenti ricevuti in quest'ultimo
trimestre dell'anno, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati (UNHCR) ha oggi reso noto che potrebbe essere costretto a
sospendere diverse operazioni in favore dei rifugiati.
Quest'anno la richiesta di fondi da parte dell'UNHCR è aumentata
soprattutto a seguito dell'emergenza in Afghanistan. Mentre tale
programma è stato finanziato appieno, altre operazioni - in
particolare in Africa - soffrono una grave scarsità di fondi.
Per soddisfare completamente la richiesta di quest'anno, l'UNHCR ha
bisogno ancora di altri 80 milioni di dollari necessari per
mantenere almeno gli standard minimi di assistenza ai rifugiati,
dopo aver già ridotto due volte il proprio budget annuale.
All'inizio dell'anno, l'Agenzia aveva richiesto 802 milioni di
dollari, cifra approvata nell'ottobre del 2001 dagli stati che
costituiscono il Comitato Esecutivo (ExCom). Quando, a metà anno,
è apparso chiaro che i finanziamenti non avrebbero soddisfatto tale
richiesta, in luglio l'UNHCR ha ridotto il proprio bilancio a 726
milioni di dollari e successivamente, la scorsa settimana, a 710. I
92 milioni di dollari tagliati quest'anno riguardano sia la sede
internazionale di Ginevra, che le operazioni sul terreno in tutto il
mondo.
"È stato molto doloroso effettuare questi tagli, poiché vanno
a scapito dei rifugiati e della nostra attività in loro favore in
tutto il mondo" ha dichiarato l'Alto Commissario Ruud Lubbers.
"Mentre le necessità dei milioni di rifugiati del mondo
crescono, l'UNHCR è impegnato con forza a garantire loro almeno un
minimo standard di protezione e assistenza. Esorto i Governi dei
paesi donatori ad aiutarci con urgenza a fornire ai rifugiati quello
di cui hanno bisogno fino alla fine dell'anno".
In una lettera inviata la scorsa settimana ai Governi dei principali
paesi donatori, l'UNHCR ha preannunciato che se per la fine del mese
di ottobre non giungeranno nuove donazioni, non sarà in grado di
fornire agli operatori sul terreno i finanziamenti necessari per
svolgere la propria attività nei mesi di novembre e dicembre, con
una conseguente ulteriore riduzione delle operazioni. La
pianificazione delle operazioni umanitarie sul terreno richiede
tempi determinati. Tale condizione di incertezza ha provocato
frustrazione in molti operatori, oltre a lasciare l'UNHCR con uno
scarsissimo o nessun margine per affrontare un'eventuale nuova
emergenza.
I tagli effettuati o quelli ancora da compiere renderanno ancora più
difficile la situazione dei rifugiati in tutto il mondo. Sono state
ridotte le attività di fornitura d'acqua, di assistenza sanitaria,
di istruzione e di progetti agricoli per i rifugiati eritrei, così
come le misure di sicurezza nei campi della Tanzania e la fornitura
di abiti invernali per i bambini del Caucaso settentrionale, mentre
è stato cancellato il previsto programma di reinsediamento dei
rifugiati in Thailandia e Nuova Guinea che si trovano in aree di
frontiera particolarmente pericolose.
I 5mila operatori dell'UNHCR si occupano di quasi 20 milioni di
rifugiati e altre categorie di persone bisognose in 114 paesi del
mondo. Oltre l'80% di essi lavora sul terreno, e di questi circa il
60% vive in luoghi difficili e rischiosi, nei quali non è permesso
portare le famiglie.
Oltre al programma annuale, l'UNHCR quest'anno ha dovuto mettere in
conto altri 217 milioni di dollari di emergenza, la maggior parte
dei quali necessari per assistere oltre 1,7 milioni di afghani a
tornare nel proprio paese e a ricostruirsi una vita. L'Agenzia
ribadisce con insistenza che ogni contributo per i programmi di
emergenza dovrebbe essere aggiuntivo ai finanziamenti per i
programmi ordinari, ma questo non sempre è avvenuto, mettendo a
rischio lo svolgimento di diverse operazioni in Africa e in altre
regioni.
"In questo momento le necessità più urgenti sono in
Africa" ha affermato Lubbers, ricordando che anche il
Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha recentemente
contattato i paesi donatori per conto dell'UNHCR chiedendo
specificamente sostegno per la drammatica situazione in Africa.
"Diverse crisi di rifugiati nel continente sono in atto da anni
e sono ormai quasi dimenticate dalla comunità internazionale,
mentre ne sorgono di nuove, come in Africa occidentale, nella
regione dei Grandi Laghi, in Africa orientale e nel Corno. Molti dei
nostri programmi in Africa erano già a rischio a seguito di
precedenti riduzioni del bilancio". |
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