Anno 2 Numero 64 Mercoledì 25.06.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Liberia, riesplodono le violenze. Nuovamente evacuato il Redemption Hospital di Monrovia


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 Monrovia, 25 giugno 2003. Per la seconda volta in quindici giorni, lo staff e i pazienti del Redempion Hospital hanno dovuto abbandonare l’ospedale. Oltre al reparto di chirurgia Jhon Fitzgerald Kennedy, gestito dalla Croce Rossa Internazionale, il Redemption è l’unico ospedale pubblico in grado di fornire assistenza medica ai civili. Un team di Medici Senza Frontiere (Msf) ha evacuato tutti i pazienti quando gli scontri tra i ribelli e le forze governative sono esplosi nella zona nord della città.

Lo scorso 5 giugno sono cominciate le violenze tra i combattenti del LURD e l’esercito liberiano che hanno messo a ferro e fuoco la capitale della Liberia. Migliaia di persone, che da anni erano in fuga, si sono dirette verso la città, convinte di trovare un rifugio, cibo, acqua, assistenza medica: ma non c’era nulla di tutto ciò. Il loro numero è incominciato a crescere quando anche gli abitanti delle zone a nord di Monrovia hanno iniziato a fuggire.

La firma del cessate-il-fuoco e il ritiro delle truppe ribelli dalla città ha permesso di garantire un’assistenza medica minima agli sfollati. Molti sono tornati nei campi profughi fuori della città. Da ieri, stanno nuovamente fuggendo verso la città e ancora una volta l’assistenza umanitaria rischia di essere interrotta a causa degli scontri sempre più violenti.

“Queste persone già erano andate e tornate dall’inferno; adesso sono di nuovo all’inferno,” afferma Christopher Stokes, direttore delle operazioni di MSF. “Abbiamo ascoltato tante storie di persone che hanno perso i loro familiari mentre lottavano per sopravvivere. Alcuni sono rimasti bloccati nelle paludi, altri sono annegati mentre cercavano di attraversare i fiumi. I civili che affollano i campi e le strade si trovano in condizioni al limite della sopravvivenza.” 

Il Redemption Hospital era stato riaperto quattro giorni fa. Msf aveva allestito una seconda unità per il trattamento del colera, isolata dagli altri reparti, per fronteggiare un’eventuale recrudescenza della malattia. Al momento dell’evacuazione avvenuta ieri, il team aveva in cura 35 persone affette da colera. Msf aveva anche predisposto un centro nutrizionale terapeutico (Cnt) per assistere i bambini gravemente malnutriti. 

Nella giornata di ieri, Msf ha evacuato tutti i pazienti del Redemption Hospital. Alcuni di loro ricevono cure continue nelle due sedi di Msf nell’area di Mamba Point, che continuano a funzionare come ospedali per le emergenze.

“Oggi, abbiamo dovuto decidere, per l’ennesima volta, di ridurre il nostro personale,” conclude Christopher Stokes. “Abbiamo il compito di stare al fianco della popolazione liberiana, ma dobbiamo ammettere che, nel momento in cui i loro bisogni diventano maggiori di quelli di prima, la nostra capacità di portare assistenza medica viene nuovamente ridimensionata a causa delle continue violenze.”

Msf chiede alle parti in conflitto di rispettare i diritti della popolazione civile, garantendo l’accesso alle strutture sanitarie, e di proteggere e salvaguardare le organizzazioni umanitarie impegnate a rispondere ai bisogni della popolazione.



Il nostro collega Arjan Erkel è stato rapito più di sei mesi fa in Daghestan, Repubblica della Federazione russa. Ti saremmo molto grati se anche tu firmassi la petizione per richiedere la sua liberazione immediata.
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