Anno 2 Numero 68 Mercoledì 23.07.03 ore 23.45 |
|
Direttore Responsabile Guido Donati |
Liberiani intrappolati tra violenze e conflitti In un rapporto di Medici Senza Frontiere le testimonianze agghiaccianti di una popolazione in fuga
Roma, 24 luglio 2003 - Violenze arbitrarie, rapine, abusi sessuali,
reclutamento forzato, allontanamento dai propri cari: sono queste le storie
raccontate dai liberiani che Medici Senza Frontiere ha voluto raccogliere in
un rapporto di 28 pagine, intitolato "Una popolazione intrappolata in un
vortice di violenza e fuga" e presentato oggi in contemporanea in diversi
Paesi (il rapporto è disponibile sul sito www.medicisenzafrontiere.it
). Le
testimonianze si riferiscono a più di 10 anni di guerra civile.
La capitale della Liberia, Monrovia, è da settimane teatro di terribili
violenze. Bombardamenti, sparatorie, saccheggi sono all'ordine del giorno e
a pagarne le conseguenze è soprattutto la popolazione civile: le vittime
crescono giorno dopo giorno. Il team di Medici Senza Frontiere (MSF)
presente in città è testimone di una situazione disperata: nella sola
giornata di lunedì i volontari hanno assistito 155 feriti e 13 morti. E
raggiungere le persone in difficoltà diventa sempre più difficile per gli
operatori umanitari.
"Ogni giorno ascoltiamo i nostri pazienti che ci raccontano le condizioni
terribili in cui hanno vissuto negli ultimi mesi o addirittura negli ultimi
anni - dice Nathalie Civet , coordinatrice medica dell'equipe di MSF a
Monrovia - . nelle ultime settimane gli scontri si sono inaspriti e la
capitale è al collasso. Per la terza volta in meno di due mesi decine di
migliaia di liberiani sono costretti a fuggire e cercare rifugio negli stadi
e negli edifici abbandonati di Monrovia. Nei campi dove si sono ammassati
gli sfollati mancano cibo e medicine, mentre le condizioni igieniche pessime
hanno provocato un'epidemia di colera e un incremento dei casi di
malnutrizione".
MSF lancia un appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare
i diritti della popolazione e a porre fine agli atti di violenza
indiscriminata, agli stupri, alle estorsioni e al reclutamento forzato. MSF
chiede anche che ai civili sia consentito di fuggire e di cercare rifugio
all'estero, raccomanda ai Paesi confinanti di tenere aperte frontiere e a
tutti gli altri Paesi di accogliere dignitosamente i richiedenti asilo. E'
inoltre indispensabile che alle organizzazioni umanitarie venga concessa di
nuovo la possibilità di muoversi in tutto il territorio. "In tutta la Libera
non è rimasto un solo ospedale che funzioni - dice Christopher Stokes,
direttore delle operazioni di MSF nell'Africa occidentale - . Sei settimane
fa le organizzazioni umanitarie avevano accesso ad appena un quarto del
territorio del Paese, oggi possiamo muoverci in uno spazio ancora più
ridotto, che si limita a pochi chilometri intorno a Monrovia. Così la
maggioranza dei liberiani sono abbandonati in condizioni disumane".
Presente in Liberia dal 1990 MSF attualmente gestisce due ospedali a
Monrovia, otto cliniche, quattro centri per il trattamento del colera,
somministra acqua e cure d'urgenza agli sfollati.
|
Inizio pagina | Home | Archivio | Motori di Ricerca | Links | mail |
Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale |