Anno 2 Numero 53 Mercoledì 09.04.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

 

 

PACE PER TUTTI, NO ALLA CACCIA

IL 5, 6, 12 E 13 APRILE LA LAV IN 450 PIAZZE D’ITALIA CON DUE PETIZIONI POPOLARI PER CHIEDERE LO STOP ALLA LIBERALIZZAZIONE SELVAGGIA DELLE DOPPIETTE, IL RISPETTO DELLE NORMATIVE UE E IL DIRITTO ALLA VITA DEGLI ANIMALI SELVATICI. 

APPELLO LAV ALLE FORZE POLITICHE: SIA RISPETTATA LA VOLONTA’ DELLA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI (87%) CONTRARI ALLA GUERRA SISTEMATICA DELLE DOPPIETTE.


www.infolav.org

Pace per tutti, no alla caccia: con questo appello la LAV oggi, domani 6 aprile e anche sabato 12 e domenica 13 aprile organizza le Giornate nazionali contro la caccia, che vedranno molte centinaia di volontari in 450 piazze italiane per raccogliere firme a sostegno di due petizioni popolari:
- una rivolta ai Presidenti del Senato e della Camera, ai Presidenti dei Gruppi parlamentari di Senato e Camera, al Presidente del Consiglio ed ai Ministri della Giustizia, dell’Ambiente, delle Politiche Agricole e delle Politiche Comunitarie, per contrastare l’approvazione di nove Proposte di legge-killer contro la fauna e contro la politica estremista filovenatoria condotta a livello nazionale e regionale;
- l’altra rivolta al Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e al Commissario europeo all’ambiente, Margot Wallstrom, per chiedere di bloccare la liberalizzazione selvaggia della caccia in atto in Italia portandola di fronte alla Corte di Giustizia di Lussemburgo, e perché venga respinta ogni proposta di modifica peggiorativa dell’attuale Direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli.
“Ammazzare 100 milioni di animali ogni anno con il falso alibi di proteggere l’ambiente e continuare a considerare la caccia uno sport o un passatempo, è criminale – dichiara Ennio Bonfanti, responsabile LAV settore Caccia – Un crimine legalizzato che presto potrebbe non avere limiti se nei prossimi mesi la XIII Commissione “Agricoltura” della Camera dei Deputati approverà le nove Proposte di legge-killer, avanzate dal centrodestra e dal centrosinistra, attualmente in discussione, che mirano ad allargare i periodi della stagione venatoria e l’elenco delle specie cacciabili, abolendo divieti e sanzioni penali per i bracconieri ed aprendo alla caccia persino i Parchi e le riserve!”
Il 5, 6, 12 e 13 aprile oltre alla possibilità di firmare le petizioni LAV, a fronte di un contributo minimo di 9 euro, l’Associazione offrirà il suo tradizionale uovo di Pasqua di cioccolata biologica e fondente: un modo per aiutare a finanziare il quotidiano impegno contro la caccia e per sostenere le nuove battaglie contro l’imperante politica “calibro 12”. Madrine dell’iniziativa, la presentatrice Licia Colò e l’attrice Daniela Poggi che oggi si sono recate ai tavoli LAV di Napoli e Milano per invitare i cittadini a firmare le petizioni contro la caccia. 
“La caccia è una guerra sistematica combattuta ad armi impari, verso esseri viventi che non possono difendersi, che non hanno colpe ma a cui è troppo facile attribuirne in nome di interessi economici e politici che non si fanno scrupolo di alimentare un’attività eticamente inaccettabile”, sottolinea Ennio Bonfanti ricordando che fin dalla sua costituzione, 25 anni fa, e per Statuto, la LAV si batte per i diritti di tutti i viventi e contro ogni forma di violenza.
La LAV chiede quindi un gesto di coerenza alle forze politiche che in queste settimane si sono schierate in favore della pace, contro la guerra, affinché la pace venga garantita anche agli animali vittime della caccia, rifiutando ogni appoggio alle proposte di liberalizzazione selvaggia dell’attività venatoria: con questo messaggio la LAV ha donato un uovo di Pasqua LAV al leader dei DS Piero Fassino. Immediata l’adesione del presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio che questa mattina ha firmato le petizioni LAV a Roma. Alle altre forze politiche fautrici della caccia senza limiti, la LAV ricorda che questa posizione non rappresenta affatto la volontà della stragrande maggioranza degli italiani, che recenti sondaggi indicano contrari alle doppiette con percentuali dell’87% (People-SWG): non a caso la nostra popolazione di cacciatori negli ultimi 12 anni si è ridotta del 50% passando da poco più di 1 milione e quattrocentomila nel 1990 agli attuali 730.000.
Gli interessi economici e politici collegati a questa attività, che alcuni non hanno vergogna a chiamare sport, sono però ancora vasti: i 60mila addetti al settore, fonte di preziosi voti in periodo elettorale, il giro d’affari di 3 miliardi di euro l’anno, i copiosi fondi pubblici erogati da Stato e regioni alle 7 associazioni venatorie nazionali e a quelle locali, condizionano in maniera evidente l’abolizione della caccia, seppure disprezzata da milioni di italiani. 
Per conoscere la piazza più vicina dove il 5, 6, 12 e 13 aprile sarà possibile firmare la petizione LAV contro la caccia, consulta il sito internet www.infolav.org  oppure telefona alla sede nazionale LAV tel. 064461325. 




LA CACCIA IN ITALIA
In Italia la caccia non è più un fenomeno di massa come quarant’anni fa, ma costituisce ancora una causa, grave e consistente, di distruzione della natura, di saccheggio della biodiversità, di massacro per milioni di animali selvatici. Benché il numero dei cacciatori sia costantemente in diminuzione, il loro impatto sulla fauna risulta disastroso.

anno

Numero

cacciatori

1990

1.446.935

1991

1.315.946

1992

1.137.801

1993

1.023.157

1994

966.586

1995

901.006

1996

874.626

1997

809.983

1998

778.061

1999

750.000


Il calo delle doppiette è stato, nel corso degli ultimi dodici anni, di circa il 50%. La Toscana è la regione con il maggior numero di cacciatori (106.580), ma se si prende in considerazione il numero di cacciatori per abitanti, in testa si trova l'Umbria (47 doppiette ogni 1.000 abitanti), seguita dalla Toscana (30) e dalla Sardegna (26); in generale, è il centro-nord del Paese ad ospitare circa il 70% dei cacciatori italiani:

REGIONI        CACCIATORI            CACCIATORI SU

         1.000 ABITANTI

Piemonte                    11.680                      3

Valle d' Aosta              1.460                       13

Lombardia                  87.600                     10

Trentino Alto Adige     12.410                     14

Veneto                        54.020                     12

Friuli Venezia Giulia    19.710                     16

Liguria                         27.010                     16

Emilia Romagna        55.480                     14

Toscana                   106.580                     30

Umbria                       37.960                     47

Marche                       26.280                     18

Lazio                           68.620                     13

Abruzzo                      13.140                     11

Molise                         3.650                       11

Campania                   46.720                      8

Puglia                         27.740                      7

Basilicata                    10.220                     17

Calabria                      30.660                     15

Sicilia                          46.720                      9

Sardegna                    42.340                     26

ITALIA                        730.000                   13

Fonte: Agenzia ANSA, 31 agosto 2002




LA SFIDA DELLA LAV
E’ a tutti noto come l'opinione pubblica sia fortemente contraria alla caccia ed alla sua ulteriore liberalizzazione, consapevole dell’importanza del patrimonio costituito dagli animali selvatici, bene della collettività che appartiene alla comunità internazionale ed alle future generazioni. 
A poco valgono i tentativi delle potenti organizzazioni venatorie di creare una nuova immagine del cacciatore: il cacciatore “ambientalista” che ama e conosce la natura; il cacciatore “utile alla società” perché “controlla” la fauna che altrimenti si riprodurrebbe in eccesso; il cacciatore “romantico”, che sa apprezzare il mondo rurale e le tradizioni… La realtà, invece, è ben diversa: il cacciatore che uccide “per sport” un’allodola pesante meno della cartuccia utilizzata, o che spara con un fucile automatico a ripetizione fino a tre colpi ad una lepre in corsa terrorizzata da una muta di cani che la insegue, altro non è che un assassino che commette un biocidio.

Con le Giornate Nazionali contro la caccia, la LAV vuole rilanciare una forte mobilitazione di energie e coscienze a difesa del diritto alla vita degli animali selvatici, per informare l’opinione pubblica italiana sulle responsabilità dei nostri amministratori pubblici locali, dei “Governatori” regionali, del Governo e del Parlamento sull’annuale mattanza di milioni di animali a causa della caccia e sulle nuove leggi in cantiere che condannano a morte ciò che resta della fauna selvatica.



GLI ITALIANI E LA CACCIA 
- Sondaggio d´opinione della People/SWG sulla legge “ammazza-fringuelli” svolto su un campione di 1050 intervistati nell’ottobre 2001. 
Domanda: “Lei è favorevole alla caccia di piccoli uccelli, quali ad esempio passeri e fringuelli?”
8% Favorevole 87% Contrario 5% Non sa/non risponde
- Sondaggio d´opinione della Taylor Nelson Sofres Abacus sui Parchi dell’area di Roma su un campione di 823 persone della popolazione di 18 anni ed oltre, svolto nel novembre 2002. 


LE PROSPETTIVE
Con le ultime elezioni politiche, “doppietta selvaggia” è tornata in Parlamento. Attualmente, infatti, sono decine le proposte di legge presentate da tutti gli schieramenti (con una particolare e frenetica attività dei deputati e senatori della Lega, di AN e di FI) che promuovono una caccia sfrenata e senza limiti e che, se approvate, cancelleranno ogni politica di conservazione della biodiversità:
Ø gli animali selvatici non saranno più "patrimonio indisponibile dello Stato", come sancito dalla legge 157/92, ma "res nullius", cosa di nessuno, "oggetti" a disposizione;
Ø si potrà cacciare anche nei Parchi (!), nelle Riserve naturali e nelle foreste demaniali;
Ø verranno aboliti i divieti di esporre animali vivi o morti, interi o fatti a pezzi, nelle sagre e nelle fiere;
Ø la caccia sarà aperta tutto l'anno, da agosto a febbraio per legge, negli altri mesi con espedienti e cavilli vari;
Ø verranno depenalizzati (cioè trasformati in mere infrazioni amministrative) tutti i reati venatori come l'abbattimento o la cattura di orsi, falchi, aquile, cicogne, stambecchi, o come la caccia nei giardini, nei campi sportivi e in altri luoghi abitati (!); o come il commercio e la detenzione di fauna protetta o, addirittura, la caccia da veicoli in movimento;
Ø verranno ridotte fino al 60% le tasse per l'esercizio venatorio; ecc…

La LAV guarda con grande preoccupazione a tale situazione di allarme per il futuro della fauna in Italia, specialmente per gli uccelli migratori per i quali il nostro Paese rappresenta un “ponte” biologico vitale, tappa obbligata nei flussi migratori tra Africa ed Europa. Fin qui il (drammatico) panorama in Italia; ed in Europa? Da diversi anni le potenti lobbies venatorie dei Paesi mediterranei dell’UE attuano forti pressioni per ottenere modifiche alla Direttiva 79/409/CEE sugli uccelli (stagione di caccia, specie, ecc.). In Italia tale dibattito ha trovato - da una parte - la forte preoccupazione del mondo scientifico, ambientalista/animalista, culturale e dell’opinione pubblica, mentre - dall’altra – l’adesione di molte autorità politiche ed amministrative più sensibili alle richieste degli elettori cacciatori. 

Le conseguenze di un'eventuale modifica e/o d’una diversa interpretazione della Direttiva 79/409/CEE nel senso auspicato dal mondo venatorio più oltranzista, avrebbe effetti gravissimi sulla biodiversità in tutto il continente, in quanto le popolazioni di uccelli sono già a rischio per i noti problemi di inquinamento, scomparsa o riduzione degli habitat naturali, antropizzazione e distruzione del territorio, ecc.

 

 

 

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